La Francia stanzia un fondo per la tutela della comunità LGBTQIA+ destinato alle ambasciate per aiutare chiunque – in tutto il mondo – stia combattendo con ambienti ostili e discriminanti in base all’orientamento sessuale o l’identità di genere. Un tentativo di cambiamento che tocca politiche non solo interne ma anche confini esterni.
Se si fa riferimento alle questioni LGBTQIA+ all’interno dell’Unione Europea si può subito notare quanto ancora le idee in merito a questa tematica nei vari Paesi siano differenti e divisive. Prende una posizione netta, in questo caso, il governo francese che opera già internamente al fine di porre fine alle discriminazioni. Ad annunciarlo è il ministro degli esteri Catherine Colonna: la Francia stanzia un fondo per la tutela della comunità LGBTQIA+ destinato alle ambasciate di tutto il mondo.
Per quanto riguarda l’Italia, è passato un anno dall’elezione del Governo Meloni, il quale ha visto un cambiamento radicale nell’assetto valoriale interno alla Nazione. Gli atteggiamenti repressivi e discriminatori sono aumentati soprattutto da parte dell’esecutivo stesso, il quale inneggia ad un conservatorismo che si scontra con l’eguaglianza e i diritti civili e umani nel tempo perseguiti. Pensiamo anche alle realtà più autoritarie dell’Ungheria di Orbàn e la Polonia di Morawiecki, vere e proprie Nazione anti-LGBTQIA+ a cui l’Unione Europea, nel 2022, ha pensato addirittura di tagliare i fondi al fine di far rispettare i propri valori ed eliminare le discriminazioni messe in atto dai governi stessi. Proprio durante la 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’ONU ha sottolineato l’importanza di continuare ad agire a favore dei diritti civili e di estendere questo operato oltre i propri confini: la tutela delle minoranze è una problematica di rilevanza internazionale.
La Francia in questo caso spicca poiché non si impegna solo all’interno del proprio Stato, ma prova a dare un contributo internazionale affinché tutti i membri della comunità possano sentirsi protetti da atteggiamenti omofobi e transfobici.
Il nuovo fondo, ha spiegato la ministra degli esteri servirà “affinché le nostre ambasciate sostengano coloro che difendono i diritti delle persone LGBT+ quotidianamente e in tutto il mondo, a volte a rischio della propria vita”.
La Francia si era già dimostrata molto avanti in merito a queste tematiche nominando, nel 2022, il primo ambasciatore per i diritti LGBT+ nella storia della diplomazia francese, Jean-Marc Berthon. Adesso il contributo continua e con i 2 milioni stanziati sarà possibile alla Francia sostenere tutte le comunità colpite da discriminazioni anche al di fuori dei confini nazionali, ovviamente sempre entro i limiti.
“La Francia chiede, oltre alla depenalizzazione, il pieno rispetto di tutti i diritti delle persone LGBT+, in particolare delle libertà di espressione e di riunione, troppo spesso ostacolate da leggi che vietano la menzione delle questioni LGBT+ nello spazio pubblico o impediscono l’attività delle ONG impegnate su questi problemi”.
Questo è un vero e proprio richiamo a tutte le nazioni dell’Unione Europea, e non solo, che ancora oggi fanno fatica a promuovere i diritti della comunità LGBTQIA+. L’intento del governo francese è proprio questo: spingere gli Stati più autoritari a revocare restrizioni discriminanti e incoraggiare ad adottare leggi per combattere discriminazioni di omofobia e transfobia.