Da tempo si discute sulla chiusura dello stabilimento Comital di Volpiano, un paese in provincia di Torino da anni leader nella produzione di laminati in alluminio per l’industria alimentare, ovvero quella famosa pellicola di alluminio che ringraziamo dell’esistenza ogni volta che salva i nostri cibi.
Tuttavia già un paio di anni fa l’azienda fu rilevata da un gruppo francese operante nel settore dell’alluminio, la cui volontà ora è di far chiudere lo stabilimento, non assicurando un futuro occupazionale a chi da anni lavora in quella sede.
Oltre ad essere una perdita per il territorio, ciò che è maggiormente messo in discussione è il licenziamento collettivo preventivato di 140 operai, nonché 140 famiglie, per le quali, essendo già duramente provate dalla crisi, sarebbe un duro colpo.
Perché l’Italia è sempre più caratterizzata da una desertificazione delle aziende, mentre altri Stati come in questo caso la Francia, sembrerebbero avere sempre una marcia in più? La situazione è drammatica per tutti, eppure le acquisizioni francesi ai danni di quelle italiane sono continue. I nostri amici-nemici francesi hanno la spesa pubblica più alta d’Europa, un tasso di disoccupazione non distante dal nostro, ma incredibilmente un tasso di occupazione giovanile maggiore. Ovviamente non li si può considerare dei miracolati, ci sono delle scelte strategiche di fondo che operano per ciò; ad esempio, in Francia gli investimenti privati nell’alta tecnologia sono più del doppio di quelli presenti in Italia ed occupa il secondo posto in Europa per il numero di aziende Hi Tech, sinonimo della volontà di investire in ricerca e sviluppo, e quindi evoluzione.
Ciò che emerge da alcuni dati, effettivamente, è che abbiamo caratteristiche strutturali profondamente diverse: noi italiani abbiamo le spalle meno grosse, con una maggioranza di micro e piccole imprese rispetto alle grandi, ed oltre a ciò, abbiamo molti freni imposti di cui risentiamo, come l’infinita burocrazia fiscale, i tempi della giustizia, l’esagerata tassazione… dunque, senza entrare troppo nel dettaglio, è facile immaginare il perché l’Italia non sia un paese così propizio all’attività d’impresa.
Il 15 settembre è stata organizzata una fiaccolata di solidarietà per i lavoratori della Comital, sperando fino all’ultimo che non gli venga davvero rubato il futuro, così come hanno scritto in uno dei numerosi striscioni di protesta.
Riusciremo mai a recuperare ciò che ci manca?
Roberta Rosaci