Mondiale in Qatar, la Danimarca sfida la Francia in anonimo

La Danimarca affronta i campioni in carica con una maglia senza simboli evidenti, lanciando un forte messaggio a tutto il mondo.

Si tiene già, a distanza di soli  quattro giorni, la seconda partita di Francia e Danimarca. Stavolta, dopo gli impegni  rispettivamente contro Australia e Tunisia, le due nazionali si trovano faccia a faccia per un posto agli ottavi del Mondiale in Qatar.

Le due nazionali sono sostanzialmente opposte. Da un lato ci sono i francesi, forti del loro estro e della loro tecnica, con lucide maglie da gioco su cui spicca il galletto. Dall’altro lato, invece, abbiamo  la nazionale danese, solida, compatta e con una divisa da gioco alquanto…vuota.

Sulle maglie di quest’ultima sono infatti quasi invisibili i simboli della Federazione calcistica  danese e della multinazionale d’abbigliamento Hummel, sponsor tecnico della Danimarca.

I due loghi sono ovviamente presenti alle estremità del petto, ma sono quasi impercettibili a causa del loro colore, identico a quello della divisa da gioco. Ma perché?

La scelta risale a ben prima della gara inaugurale in Qatar. La Federcalcio danese annunciò che sulle maglie da allenamento sarebbe stata presente la scritta ‘Diritti umani per tutti’ . Chiaro, a questo punto, il riferimento agli operai deceduti tra il 2010 e il 2020 per la costruzione degli stadi. Maglie successivamente proibite dalla Fifa, la quale minacciava sanzioni severe nei confronti dei piani alti del calcio danese per “esposizioni di carattere politico”.

La Danimarca, quindi, ha trovato un modo alternativo di farsi sentire, presentando insieme ad Hummel, tre divise da gioco; la maglia Home di colore rosso, la maglia Away  bianca e la terza maglia di colore nero in segno di lutto, tutte e tre caratterizzate dalla quasi trasparenza dei due loghi.

Nei post di presentazione pubblicati sui vari social, Hummel ha dichiarato:

Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Sosteniamo la Danimarca fino alla fine, ma non sosteniamo il Qatar come nazione ospitante.

La divisa della nazionale biancorossa, non manda quindi solo un messaggio d’identità ai proprio avversari, ma in modo elegante mostra anche tutta la disapprovazione per questo mondiale volto esclusivamente al guadagno, lontano da ogni valore sportivo.

L’attenzione su un tema così delicato in un palcoscenico così seguito però, potrebbe  rappresentare un punto di svolta per i lavoratori di tutto il mondo. E, se così dovesse essere, dovremmo ringraziare anche la Danske Dynamite, per essersi presa la responsabilità di diffondere un messaggio di tale portata in un contesto così difficile.

Filippo Ruffolo

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