La notizia arriva dall’Università di Exeter, mentre la ricerca è stata pubblicata su Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry, il team di scienziati è in parte canadese e in parte britannico, infatti oltre che dalla suddetta università del Regno Unito gli scienziati provengono dalle canadesi Dalhousie University e Nova Scotia Health. Il primo autore è il dr. David Ward che lavora nel reparto geriatria della Dalhousie. La notizia è che fragilità e demenza sono profondamente legate, gli anziani più fragili sono a maggior rischio di demenza indipendentemente dalle predisposizioni genetiche.
Questa è in realtà un’ottima notizia perché certamente è più facile prevenire la fragilità tramite lo stile di vita che lottare contro la predisposizione genetica.
Ward e collaboratori hanno verificato su un campione di 1762 pazienti affetti da demenza che in quelli che non presentavano particolari fragilità legate all’età lo sviluppo della demenza era indissolubilmente legato a fattori genetici, invece tra i pazienti fragili c’era un’incidenza di demenza che era quasi indipendente dai fattori genetici.
E viceversa hanno notato che anche laddove c’era la predisposizione genetica una buona salute generale, adottare uno stile di vita sano, tenersi in forma insomma, conferiva qualche grado di protezione o più probabilmente non si andava ad aggiungere fattore di rischio a fattore di rischio.
Ma parliamo di cifre, forse se non siete già dei salutisti vi chiederete: sì ma di quanto aumenta il rischio?
Se purtroppo per voi avete tutti gli indicatori genetici che predispongono alla demenza e avete pure una cattiva salute generale allora avete fatto Bingo al contrario, avete un rischio di sviluppare una demenza che è sei volte più alto di chi non è predisposto geneticamente e gode di buona salute e di uno stile di vita sano.
Ma forse più interessante è il rapporto tra fragilità e demenza negli altri casi, cioè quando non c’è differenza nella predisposizione genetica, in quel caso il fattore è 2,5, quello che è particolarmente interessante è che questo vale in tutti i casi, cioè se c’è la predisposizione genetica e c’è la fragilità (che ripetiamo in gran parte può essere prevenuta) si ha un rischio 2,5 volte più alto di chi ha la stessa predisposizione genetica ma migliori condizioni fisiche generali.
Roberto Todini