Tra babà e saluto fascista, si sono incontrati i dirigenti nazionali di Fdi e gli ex militanti del Movimento Sociale italiano a Napoli.
L’avrete vista. Era su tutti i giornali. Ad alzare il braccio, gli ital-fratoidi di Napoli. Non gli umili militanti. I dirigenti locali del partito. In un’immagine che sembra uscire da una parodia. Da una comica riduzione dell’Italia al proprio peggio.
Forse quei camerati volevano salutare il 2022 e il centenario della marcia su Roma. Da celebrare, per loro. Da ricordare come una catastrofe per chi ama il nostro paese. L’Italietta sabauda, pur con mille problemi, aveva appena vinto la “sua” guerra. Era reduce da una vertiginosa crescita economica, e non solo, che l’aveva strappata dal Terzo Mondo per farne una grande potenza. La più piccola delle grandi potenze, ma uno dei pochi paesi che contassero. Un paese che il fascismo avrebbe distrutto. Molto prima dell’arrivo dei bombardieri americani. In un’orgia di corruzione e malgoverno. Inevitabile quando gli sfaccendati diventano classe dirigente.
Ai camerati piacciono le armi. Per capire cosa fu il fascismo, non si deve fare altro che confrontare quelle di cui disponeva il nostro esercito nel 1915 con quelle con cui entrammo in guerra nel 1940. I soldati italiani del 1915 erano armati esattamente come gli austriaci, erano ben vestiti, avevano scarponi di buona qualità e mangiavano bene. Meglio che a casa e molto meglio dei loro avversari. Nel 1940 le armi erano sempre le stesse, solo più vecchie, le uniformi cadevano a pezzi e le scarpe si sfasciavano. In mezzo c’era stato un ventennio di bustarelle. La vera ragione per cui costruivamo biplani con le ali in tela quando in cielo sfrecciavano già i primi jet. Poveri i nostri piloti. Più poveri tutti gli italiani, costretti a lavorare per stipendi reali che, durante quel ventennio, sono sempre e solo diminuiti.
Altro che i treni arrivavano in orario. Il prezzo da pagare alla cialtronaggine e all’incompetenza. Tutto quel che possono rimpiangere i figuri in quella foto. Gente che in realtà del fascismo non sa nulla. Solo che ha portato al potere chi era esattamente come loro. O come la loro capa. Mai un giorno di lavoro. In politica fin dall’infanzia. Sempre pronta a strillare contro tutto e tutti. Senza mai dire nulla di ragionevole o sensato. Capace, quello sì, di raccontare barzellette. L’ultima? Questa:
“Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste”.
Dopo quella foto, di che sbellicarsi dalle risate. Anzi, visti certi sondaggi, di che piangere.