La foto dei migranti salvadoregni ricorda immagini già viste: Alan Kurdi (conosciuto come Aylan) oggi avrebbe sette anni. Ha perso la vita quando ne aveva solo tre, nel settembre del 2015, ed è diventato il simbolo delle morti nel Mediterraneo.
Tutti noi speravamo che il suo sacrificio e lo sdegno provocato dalla visione di quelle immagini forti potesse tramutarsi in qualcosa di vero, in azioni politiche, in aiuti concreti. Ma nulla di tutto questo è accaduto, e il numero di profughi, che muoiono nel tentativo di scappare dalle loro terre, è ancora troppo alto. La foto dei migranti salvadoregni è l’ennesima prova di questa sconfitta.
Oscar Alberto Martinez Ramirez, 25 anni, e la sua figlioletta Angie Valeria sono i protagonisti di quella che si presta a diventare la nuova immagine simbolo del fenomeno migratorio che va dal Messico agli Stati Uniti. Sono a faccia in giù. La bambina ha ancora le scarpette ai piedi, la tutina rossa. Dello stesso colore era la maglietta di Aylan: una macchia di vita, in mezzo a questo buio.
La storia della foto dei migranti salvadoregni
Secondo i media locali, la famigliola, composta da Oscar, sua moglie Tania Vanessa e lo loro piccola di 23 mesi, era arrivata una settimana fa a Tapachula, nello Stato del Chiapas, nel tentativo di ottenere un permesso di soggiorno.
Prima vivevano a El Salvador, Oscar era un cuoco. Non sappiamo esattamente cosa li abbia spinti in Messico al confine con il Texas, ma in quelle aree dell’America centrale c’è un forte tasso di criminalità.
L’attesa per la richiesta d’asilo è stata struggente, e davanti ai continui dinieghi domenica sera hanno cercato di tentare il tutto per tutto, attraversando il fiume Rio Grande.
Ramirez era andato avanti insieme a Angie Valeria ed era riuscito a raggiungere la sponda opposta. Ma sua moglie non ce la faceva a vincere la potenza della corrente, e per paura è tornata indietro. Evidentemente iniziare una nuova vita senza di lei per Oscar doveva essere qualcosa di inimmaginabile e allora ha deciso di ributtarsi, non pensando che la figlioletta potesse seguirlo.
Il resto della storia è facile immaginarlo dalla foto dei migranti salvadoregni senza vita, con il volto immerso nel fango del Rio Grande. Angie Valeria ha ancora il braccio stretto intorno al collo del suo papà, che cercava probabilmente di tenerla a sé, aiutandosi con la maglietta.
I corpi senza vita sono stati trovati lunedì, ma prima che venissero portati via, Julia Le Duc, reporter de la Journada, ha deciso di fissare il momento nella speranza che potesse comunicare qualcosa.
Nonostante la foto dei migranti salvadoregni, il Muro si farà
Che il presidente Donald Trump avesse il cuore di pietra ormai si sapeva: non l’avevano fatto desistere le urla dei bambini separati dai genitori e non gli faranno cambiare idea due morti in più sulla coscienza. Nel 2018 nel tentativo di passare la frontiera hanno perso la vita 283 persone. Fino ad ora 500mila migranti sono stati fermati mentre cercavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti.
L’Associated Press ha riportato la notizia del ritrovamento di altri quattro cadaveri proprio vicino al Rio Grande. Sono di una donna, appena ventenne, e dei suoi tre figli. Sarebbero morti per il caldo torrido, anche loro nel tentativo di iniziare una nuova vita.
Ma tutto questo al Presidente Trump non importa, ha fatto delle “promesse” al “suo” popolo e intende mantenerle.
“I democratici vogliono frontiere aperte, che equivalgono a criminalità violenta, droga e traffico di esseri umani. Vogliono anche tasse molto alte, come il 90%. I repubblicani vogliono ciò che è buono per l’America: l’esatto contrario!”, ha scritto in un post su Twitter.
Che l’umanità sia l’ultima a morire
La foto dei migranti salvadoregni ha smosso qualche coscienza. I media di tutto il mondo la trasmettono continuamente.
Il New York Times nel suo editoriale ha scritto: “I bambini non dovrebbero morire al confine”.
Anche Papa Francesco è stato colto da improvviso dolore dalla notizia di questa terribile tragedia.
“Il Santo Padre ha visto, con immensa tristezza, l’immagine del papà e della sua bambina morti annegati nel Rio Grande, mentre cercavano di passare il confine tra Messico e Stati Uniti. Il Papa è profondamente addolorato per la loro morte, prega per loro e per tutti i migranti che hanno perso la vita cercando di sfuggire alla guerra e alla miseria”, ha riferito il portavoce del Vaticano Alessandro Gisotti.
È vero, la preghiera non ha mai riportato in vita nessuno. Ma finché c’è qualcuno che pensa che nel mondo non esistano immigrati di serie A e B, gli italiani e poi gli stranieri, ma che creda fortemente che ci siano solo uomini, donne e bambini, a prescindere da dove siano nati e dal perché vogliano “cambiare” casa, forse qualche speranza c’è.
Marina Lanzone