È stata trovata stamattina a Raqqa la quattordicesima fossa comune, riesumati tra i 600 e gli 800 corpi.
Raqqa, per 3 anni e fino al 2017, è stata la capitale siriana del sedicente Stato islamico. L’Isis ha lasciato detro di sè circa 14 fosse comuni in questa zona.
“Sono ancora in corso le operazioni di recupero delle salme dalla fossa scoperta nel villaggio di Fakhiha, a sud di Raqqa”, ha spiegato il direttore delle squadre di pronto intervento, Yasser al Khamis. Negli ultimi giorni sono stati recuperati nella provincia 3.310 corpi, di cui 550 sono stati identificati.
Intanto, continuano a morire persone in Siria
Un gruppo di civili è stato ucciso, nei giorni scorsi, durante i raid aerei attribuiti alla Coalizione anti-Isis a guida Usa. Almeno venti vittime, tra cui donne e bambini, nella Siria sud-orientale. Lo riferiscono fonti sul terreno a conferma di quanto riportato dall’agenzia governativa siriana Sana.
La Sana e le fonti sul terreno affermano che le vittime erano civili in fuga. Scappavano dall’ultima zona ancora in mano all’Isis, il territorio tra l’Eufrate e il confine iracheno . Secondo le prime ricostruzioni, i bombardamenti aerei hanno colpito un convoglio di mezzi sui quali viaggiavano le famiglie provenienti dalla zona di Baghuz, dove sono in corso scontri tra Isis e forze curdo-siriane appoggiate dalla Coalizione a guida Americana.
Difficile dire quanti siano stati i morti in questi sette anni. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), parla di almeno 350mila vittime. Ancora, qualche anno anni fa l’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura aveva fornito una cifra intorno alle 400mila persone uccise. Circa undici milioni di persone circa sono sfollate (5,5 milioni di profughi fuori dal Paese e 6,5 all’interno) e l’economia è distrutta.
I bombardamenti e l’ uso indiscriminato di armi esplosive in centri densamente popolati hanno provocato un enorme numero di vittime fra bambini e adolescenti, che oggi contano per un quarto delle vittime civili totali.