Jole Santelli sacrifica i calabresi ammiccando a Matteo Salvini che ben volentieri accetta il sacrificio per alimentare le sue mire.
La cosa che fa più – diciamolo – pena?
Che questa persona stia mettendo a rischio la vita di tantissimi cittadini neanche per un “principio”. Ma perché obbedisce alla strategia della Lega e del suo capo, del suo boss, del suo “capitano”. Che ha annusato l’aria, ha capito che una parte d’Italia vuole riaprire, e ha dato l’ordine ai suoi: andate contro il governo. Mettiamoli in difficoltà.
E chi ha scelto come avanguardia, come agnello sacrificale per il battesimo del fuoco? La Calabria. Mica una delle regioni governate da qualcuno della Lega. Ma la Calabria. Governata da una persona, Jole Santelli, che quando si candidò non aveva neanche la residenza lì. E che dato che Forza Italia futuro non ne ha, inizia ad ammiccare al “capitano”. Che ben volentieri sacrifica i calabresi per le sue mire. E che quando la Santelli ha annunciato di non voler ritirare la sua folle ordinanza, le ha mandato un bel messaggio in diretta tv:
“Sono d’accordo con le decisioni da Jole Santelli…”, ha detto sogghignando.
Perché è contento che tutto proceda come vuole lui. È contento che la soldatessa Santelli stia discretamente portando avanti gli ordini senza fare retromarcia. E se questo costerà la vita, la salute di tanti calabresi, poco importa. Tanto la Lega lì ha già perso voti.
E perché in fondo, non scordiamo, la Lega non è sempre stata solo Lega. C’era un’altra parolina lì prima. Che non era Calabria, Campania, Puglia o Sicilia. Ma “Nord”.
E sarebbe quindi ora che i calabresi, e tutti i meridionali che hanno votato Lega e amici, se ne ricordassero. Perché a questo giro, la pelle su cui questi due stanno giocando è la loro.