Le fallacie sono degli errori di ragionamento su cui si costruiscono argomentazioni ingannevoli. La pubblicità e la politica utilizzano diverse forme di fallacie per raggiungere i loro scopi.
Le fallacie sono delle argomentazioni che estremizzano certi elementi dal punto di vista logico, emotivo ed informativo. La pubblicità e la politica ne fanno uso per convincere e manipolare l’interlocutore.
Fallacia deriva infatti dal verbo latino fallere, che significa ingannare, far cadere.
Quali sono le forme di fallacie
Le fallacie sono dei modi di ragionare errati perché presentano premesse false. Si basano sulla formulazione di deduzioni scorrette quando si presenta una tesi che ha argomenti irrilevanti dal punto di vista razionale. Si fa quindi leva sulle emozioni e spesso si ricorre all’inganno.
Ci sono tante e diverse forme di fallacie. Un esempio sono le fallacie deduttive. Questo tipo proviene da una violazione di una regola logica. Per esempio, nella frase: “Tutti coloro che hanno mangiato al ristorante si sono sentiti male. Il ristoratore ha servito cibo avariato”. Questi sono argomenti deduttivi e un argomento deduttivo è un buon argomento quando, a patto che le sue premesse siano vere, non è possibile che la sua conclusione sia falsa. Si parla più generalmente anche di “errori di definizione”, cioè fallacie create da una definizione inesatta di termini utilizzati nel ragionamento, che produce poi l’errore nella conclusione.
Esistono anche le fallacie di rilevanza. Queste prevedono che in un ragionamento le premesse non abbiano una relazione con la conclusione, cioè che la conclusione non consegue dalle premesse. Questo tipo di fallacia si suddivide in diverse categorie, come la variante “tu quoque” che può essere sintetizzata dall’esempio in cui Tizio accusa Caio che sia un traditore quando lui stesso lo è, oppure la fallacia “ad hominem”, cioè si dibatte non facendo riferimento all’argomento in sé, ma a chi lo discute: è una forma di personalizzazione dell’argomentazione. Un esempio è “Mario dice che Luigi ha picchiato sua moglie”, ma Mario è un poco di buono, un ubriacone e odia Luigi e dunque non è una persona attendibile.
Forme di fallacie nelle pubblicità
In un’epoca come la nostra, che è definita “della comunicazione”, le fallacie sono molto frequenti ma talvolta dannose. Vengono utilizzate nelle pubblicità e in politica.
Le pubblicità hanno lo scopo di convincerci su qualcosa evitando il punto principale dell’argomentazione. Si fa ad esempio leva sulla fallacia del testimonial oppure sul pathos. La fallacia del testimonial è molto spesso utilizzata nelle pubblicità. Si tratta di elogiare le qualità di un prodotto appellandosi ad un personaggio famoso e non ad un esperto in materia.
Un esempio è la pubblicità sull’automobile tedesca, dove si ha una fallacia di falsa analogia poiché è implicito che se la macchina è tedesca allora essa è una buona macchina.
Opel, infatti, dal 2014 ha lanciato una serie di spot con la modella tedesca Claudia Schiffer come testimonial, la quale puntualmente esalta l’auto esclamando: “È una tedesca!”. In questo caso l’informazione è implicita, cioè si dà per scontato che i prodotti tedeschi siano una garanzia sul mercato.
Persuasione e deresponsabilizzazione
Quando comunichiamo non usiamo sempre un linguaggio esplicito ma riusciamo a comunicare anche in modo implicito. La pubblicità utilizza un linguaggio esclusivamente implicito in modo da comunicare i messaggi in maniera strategica. I principali espedienti utilizzati sono la persuasione e la deresponsabilizzazione.
Un messaggio esplicito viene compreso facilmente, mentre un messaggio implicito richiede che i destinatari partecipino attivamente alla comprensione. Grazie al meccanismo della persuasione, i riceventi hanno la necessità di ricostruire il contenuto del messaggio basandosi su congetture e supposizioni. In questo modo lo spot risulta più persuasivo e facile da ricordare.
La deresponsabilizzazione consiste nel permettere di far passare implicitamente delle informazioni. Di norma, chi comunica qualcosa in modo esplicito deve assumersi la responsabilità delle sue parole, anche se compromettenti. Nella comunicazione esplicita, infatti, è necessario esporre le proprie idee alla critica del pubblico. Al contrario, un messaggio nascosto è difficilmente oppugnabile.
Le pubblicità fino agli anni 50 mostravano le caratteristiche del prodotto e i vantaggi del comprarlo. Negli anni più recenti hanno cominciato a sfruttare principalmente ethos e pathos, facendo leva più sul destinatario che sul prodotto.
In altre parole, la potenza persuasiva di questo tipo di argomentazioni è costruita tramite una forma di inganno: dare qualcosa per congetturato, comunicandolo di nascosto, significa sottrarlo alla discussione e renderlo più facilmente accettabile anche se falso.
Fallacie in politica
La pubblicità e la politica utilizzano questo tipo di fallacie in modo da condizionare o manipolare il cittadino o i consumatori.
Nella politica, per esempio, si fa uso di “dialoghi” che in realtà altro non sono che “dispute”. Nel dialogo, infatti, gli interlocutori sono aperti alle ragioni degli altri mentre nella disputa ognuno difende fermamente le proprie opinioni. Lo scopo in questo caso è convincere una terza persona con qualsiasi mezzo, ad esempio togliendo la parola all’interlocutore o sviando gli argomenti. Nelle dispute si usano spesso le fallacie ad personam, che mirano a demonizzare l’avversario. Non riportano, cioè, con sincerità tutti i dati ma solo quelli che fanno comodo al parlante.
In America, per esempio, viene utilizzata molto la tecnica dello Spaventapasseri: consiste in una forma di fallacia che deforma e critica le posizioni dell’interlocutore per riuscire a screditarlo. A quel punto lui è costretto giustificare i suoi argomenti e non ha più spazio per discutere quelli dell’interlocutore.
Esistono moltissime forme di fallacie, alcune sono semplici e facilmente individuabili, altre invece sono più difficili da smascherare, per cui bisogna essere sempre attenti nell’esaminare per bene ogni forma di comunicazione.