La scoperta annunciata dall’Università di Montreal della densità estremamente bassa dell’esopianeta WASP-107b ha conseguenze importanti per le nostre conoscenze sulla formazione dei giganti gassosi.
Conseguenze che vanno ben oltre il sistema planetario che si trova a 200 anni luce dalla Terra.
Secondo lo studio pubblicato su The Astronomical Journal il gigante gassoso che orbita piuttosto vicino alla sua stella ed ha le dimensioni di Giove ha però, sorprendentemente, una densità molto minore perché la sua massa è pari a un decimo di quella del gigante del Sistema Solare.
Quanto sopra vuol dire che WASP-107b ha il nocciolo interno più denso che ha una massa solo quattro volte più grande di quella terrestre.
Il punto è che noi (o meglio gli astronomi) eravamo convinti che la formazione dei giganti gassosi richiedesse nuclei molto più massicci.
Per fare un raffronto Nettuno, che ha massa simile, è molto più piccolo perché solo il 5-15% della sua massa è negli strati esterni meno densi contro l’85% di WASP-107b.
Domanda: come diavolo fa ad essersi formato e stabilizzato considerato che è pure molto vicino (circa un sedicesimo della distanza Sole-Terra) alla stella?
La prima autrice della ricerca, la studentessa di dottorato Caroline Piaulet che fa parte del team del professor Björn Benneke già conosciuto per precedenti importanti scoperte sugli esopianeti, spiega che studiando WASP-107b sono arrivati alla conclusione che si sia formato molto più distante dalla stella rispetto alla sua attuale orbita, laddove i gas del disco protoplanetario erano più freddi e sia poi migrato verso l’interno per interazione col disco stesso o con altri pianeti nel sistema.
Lo stesso team grazie a prolungate osservazioni dal Keck Observatory (Hawaii) ha in seguito scoperto l’esistenza di un altro pianeta, battezzato WASP-107c, che orbita molto più distante dalla stella su un’orbita insolitamente eccentrica.
Questa insolita eccentricità è il segno che questo pianeta ha “mantenuto memoria” del caotico passato del sistema planetario WASP-107 nella sua fase di formazione.
Un’altra particolarità di WASP-107b l’aveva rivelata il telescopio spaziale Hubble al tempo della sua scoperta: la sua atmosfera è povera di metano. che invece abbonda nei giganti gassosi del nostro sistema.
Ora il team spera di poter effettuare osservazioni con l’attesissimo James Webb Space Telescope che dovrebbe essere lanciato quest’anno, perché WASP-107b due cose ci dice: che abbiamo ancora da capire sulla formazione dei pianeti gassosi e che per farlo dobbiamo guardare agli esopianeti perché quello che c’è nel nostro Sistema Solare evidentemente non esaurisce tutte le tipologie possibili.
Roberto Todini