Di necessità virtù: la formazione a distanza è stato il “regalo” del Lockdown
Il lockdown ha messo alla prova tutte le persone coinvolte dal tema didattica e formazione: sia docenti che discenti.
L’impossibilità di poter imparare in presenza ha costretto insegnanti e studenti a ripensare il proprio modo di insegnare e di imparare.
Non è solo una questione di strumenti: è anche una questione di aver dovuto acquisire una nuova forma mentis. Infatti, gli strumenti che avrebbero permesso la formazione a distanza e la didattica in remoto esistono da molti anni, ma finora sono stati destinati ad un pubblico di nicchia.
Lezioni in sincrono ed asincrono: il supporto di strumenti di approfondimento
La prima sfida riguarda docenti, formatori, insegnanti, tutor, non solo quelli impiegati nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, ma anche tutte le figure impegnate nel tutoraggio, nella formazione pomeridiana e serale, nella formazione per adulti.
La formazione a distanza può avvenire in due modi: in sincrono (si fruisce della risorsa da dove si vuole) e in asincrono (non solo da dove si vuole, ma anche quando si vuole).
In entrambi i casi, la modalità si discosta dalla lezione frontale, e intervengono molti elementi, supporti, e materiale che il docente deve elaborare prima della lezione, che ha lo scopo di tenere viva l’attenzione e arricchire l’offerta formativa.
Google Drive e le sue potenzialità per la formazione a distanza
Uno degli strumenti più importanti, efficaci e rivalutati è stato Google Drive: contiene al suo interno dei software che non hanno niente da invidiare al pacchetto Office o alle ormai note alternative Open Source che si sono diffuse negli Anni Zero (Libre Office, Open Office).
Vi sono programmi che permettono di creare presentazioni efficaci potendo, se lo si vuole, usufruire di alcuni template di partenza da personalizzare, permettendo di fare un buon lavoro anche a chi non ha grandi competenze in comunicazione visiva.
Non solo didattica in remoto: lavorare ad un file ovunque e con chiunque
Un enorme vantaggio dei programmi di Google Drive è che permettono di lavorare ad un file a quattro, sei, otto, infinite mani contemporaneamente, revisionare dei testi in tempo reale insieme all’autore, organizzare il lavoro tramite fogli di calcolo e altro ancora. Questo è utilissimo nella didattica one to one ma anche in quella rivolta alle classi.
Il docente può abilitare la lettura o la modifica di cartelle allo studente o a gruppi di studenti, anche sbloccandole pian piano che si prosegue con le lezioni.
Inoltre, i files si salvano in tempo reale, e sono accessibili da qualsiasi dispositivo, evitando spiacevoli situazioni di perdita del lavoro.
Dall’ardesia alla lavagna virtuale, dal gesso alla penna del tablet
Non va dimenticata la JamBoard, una lavagna che permette di sostituire l’iconica lavagna in ardesia, permettendo l’uso di più pennini e colori, di attivare diversi stili di pagina (righe, quadretti…), e di arrivare fino a 20 schermate, dopo le quali, prima di cancellare, lo studente potrà fare un backup in pdf.
Il docente potrà anche lui salvare le sue lavagne ed usarle come presentazioni “home-made” scritte a mano ed usarle in seguito, con altri studenti o classi.
Lezioni in asincrono, come realizzare video delle proprie lezioni
Uno strumento utilissimo per le lezioni in asincrono, o per produrre materiale aggiuntivo, è OBS Studio, un programma che permette di registrare il proprio schermo durante lo svolgimento di una lezione. Basta inquadrare, ad esempio, la lavagna in cui si sta “disegnando” una spiegazione (di disegno tecnico, artistico, di matematica o fisica, o di qualsiasi cos’altro), e registrare. E’ possibile anche postprodurre con programmi open source come Avidemux, e sono tante le piattaforme, non solo Youtube, che permettono la condivisione di queste videolezioni.
Condivisione schermo: piattaforme free per la formazione a distanza
Per le lezioni in sincrono, le scelte più amate sono Meet e Skype, ma si difendono anche piattaforme non propriamente free come Teams o Zoom. A volte è sono necessari programmi che vadano oltre la condivisione dello schermo o la videochiamata: a volte è necessario che il docente possa lavorare in remoto “sul” dispositivo dello studente, per insegnare, ad esempio, dei comandi di un software di grafica. In quel caso, un’alternativa validissima è Anydesk, uno dei pochi programmi che tutela davvero la privacy.
L’era del digitale è l’era dell’attenzione: studiare comunicazione digitale per farsi notare
Oltre ad essere cambiati gli strumenti “per” insegnare, sono anche cambiati gli strumenti “da” insegnare. I giovani si sono stancati di costosi programmi che prevendono licenze, più adatte ad uno studio professionale che ha dei profitti che ad universitari o neolaureati.
Molti giovani e giovanissimi hanno l’esigenza di farsi conoscere nel mondo del lavoro, e ciò avviene sempre più “in remoto”, in una modalità digitale dove attirare l’attenzione è difficile, e studiare grafica e comunicazione è l’unico modo per imparare a rendere interessante un curriculum, un book o un portfolio.
Comunicazione e grafica: formazione a distanza con software open source
Chi insegna comunicazione in remoto, grazie all’open source, può indicare al discente come e dove scaricare gratuitamente il software nella sua versione più recente ed avvalersi, come supporto all’insegnamento, di tanti strumenti online, manuali e tutorial, che possono essere forniti allo studente per arricchire la sua formazione.
Programmi come Gimp (fotoritocco, grafica raster), Blender (modellazione, rendering, animazione), Inkscape (grafica vettoriale e logo design), Scribus (impaginazione e grafica da stampa), fortemente connotati da una mentalità “open source”, oltre ad avere il codice “libero”, hanno delle comunità molto attive nello sviluppo e nella produzione di materiale didattico a fruizione libera.
Entrare in una comunità in cui non c’è una netta separazione tra docenti e discenti
Quando si insegnano software open source, il formatore diventa quasi una figura di transizione, che incoraggia il discente a “passare” all’open source, vincendo le resistenze del “vecchio mondo”, fatto di installazioni, aggiornamenti e licenze, per poi lasciare che sviluppi le sue competenze con questo vasto materiale online.
A volte, un neofita, col tempo, può diventare a sua volta creatore di contenuti didattici o di tutorial, o un docente può chiedere aiuto su un forum di utenti, per avere un’informazione specifica o avanzata: i confini tra insegnante e studente sono maggiormente fluidi rispetto alla didattica relativa a software tradizionali.
Un nuovo mondo post pandemia che valorizza la formazione a distanza.
La formazione del mondo post-covid, quindi, sarà diversa sia per docenti, che per discenti, ricca di strumenti multimediali, protesa a stimolare l’attenzione visiva e uditiva, e supportata da tanti tool e possibilità di approfondire.
Se il mondo della formazione non farà l’errore di tornare indietro, come purtroppo sta accadendo già nel mondo del lavoro, con riduzioni drastiche della possibilità di lavorare in modalità smart working, può esserci una grande opportunità di rivoluzionare il modo di imparare e di insegnare.