Fontana lancia un’altra bufala: “anche a Roma pazienti Covid nelle case di riposo”

Stamattina, intervistato da Radio Padania Libera, Fontana ha cercato di difendersi dalle accuse delle ultime settimane rispetto ai focolai di contagio scoppiati nelle case di riposo in Lombardia. Al centro della questione c’è una delibera regionale, risalente all’8 marzo 2020, in cui si legge chiaramente “A fronte della necessità di liberare rapidamente posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva  degli ospedali, occorre mettere a disposizione del Sistema Regionale i posti letto delle “Cure extra ospedaliere” (subacuti, postacuti, riabilitazione specialistica sanitaria, cure intermedieintensive e estensive, posti letto in RSA) “.




Davanti all’evidenza negare è difficile, quindi Fontana lancia un’altra bufala: “anche a Roma positivi nelle case di riposo”.

Il governatore lombardo si è definito vittima di un attacco politico in quanto, stando alle sue dichiarazioni, Zingaretti avrebbe approvato un provvedimento analogo senza trovarsi al centro di polemiche. Si tratta di una tesi che Fontana ha detto essere stata diffusa da svariati giornali, ma in realtà non è così. Gli articoli che il governatore ha citato sono riferiti ad un’ordinanza della Regione Lazio che mira a prevenire eventuali focolai nelle RSA.

Esattamente al contrario di quanto predisposto in Lombardia infatti, nel Lazio si è cercato di isolare gli ospiti anziani delle RSA rispetto ai contagiati. A partire dall’esperienza dei focolai nelle case di riposo del Nord Italia, la regione ha chiesto a strutture residenziali per persone non autosufficienti di convertirsi in centri Covid.

In questo caso quindi non possiamo parlare di un’invasione delle case di riposo. Il provvedimento invita semplicemente queste strutture a convertirsi totalmente, o comunque ad adibire una parte isolata del proprio spazio, per ospitare una determinata tipologia di contagiati. Possono infatti accogliere solo coloro che, sebbene non si trovino in condizioni da ricovero ospedaliero, non dimostrano di essere autosufficienti e quindi di poter restare in isolamento domiciliare.

Al contrario invece la Lombardia ha incluso le RSA in un piano finalizzato a sgomberare i reparti sovraccarichi. A dimostrare la differenza di strategie, e la particolare drammaticità delle conseguenze prodotte dalla delibera di Fontana, sono i rapporti sulle RSA dell’Istituto Superiore di Sanità. Sebbene infatti i dati raccolti dipingano una situazione allarmante in tutta Italia per quanto riguarda i decessi nelle strutture per anziani, i numeri lombardi sono incredibilmente tragici. Nella regione il 53.4% dei decessi nelle case di riposo, dal 1 febbraio al 14 aprile, è imputabile al coronavirus. Nel Lazio il dato scende al 17.7%.

Davanti a questi numeri  il governatore aveva già cercato di incolpare le Ats, alle quali la delibera regionale ha affidato la valutazione delle varie strutture. Ora Fontana lancia un’altra bufala: “anche a Roma positivi nelle case di riposo”. La verità però è che nel Lazio si è riusciti ad evitare quanto successo in Lombardia in parte proprio grazie al documento che il governatore ha citato

Marika Moreschi

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