Direttamente dalla commissione del Bilancio del Senato, a proposito della manovra per il 2018, arriva il fondo per il sostegno ai “Caregivers familiari”.
Con voto unanime da parte della commissione del Bilancio del Senato, è stato dato il via all’emendamento che permetterà una stanzazione di 20 milioni di euro per gli anni dal 2018 al 2020 per coloro che si occupano di assistenza domiciliare. Si tratta di un sostegno per le persone che si prendono cura del proprio coniuge. Indipendentemente da che l’unione sia “di fatto” o tra persone dello stesso sesso o che il familiare non sia di primo grado.
Sostegno volto a dare una maggiore possibilità di supporto a coloro che non sono autosufficienti, invalidi o con indennità di accompagnamento. Un individuo dichiarato invalido al cento per cento che necessità di assistenza globale per almeno 200 ore mensili compresa la vigilanza notturna. ( ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 194) Una delle prime firme imposte sul fondo per i caregiver familiari è stata quella di Laura Bignami. La senatrice ha dimostrato il suo impegno durante la legislatura nel promuovere agevolazioni in favore di chi presta assistenza a disabili ed anziani.
Si è giunti dunque all’approvazione di una “copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare”.
L’emendamento è sicuramente un punto di svolta nell’ambito della cura del paziente. Spesso non riceve le cure adeguate, in particolare se si tratta di un individuo con malattie terminali o degenerative (Sla, Alzheimer). Sarà il ministero della Salute, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, a stabilire le modalità di attuazione e le misure di sostegno.
Una delle prime dichiarazioni è arrivata da Maurizio Sacconi. Il presidente della Commissione Lavoro al senato, ha descritto questo fondo come:
“Una risposta alla domanda di tutela che sale dai molti invisibili che donano se stessi, ogni giorno, alla cura di un familiare gravemente disabile”.
Un piccolo passo verso una legge che prende in considerazione quella fetta della società che si occupa della guarigione, se non fisica almeno psicologica, di coloro che vengono ritenuti disabili. Sarà importante però compiere ulteriori step affinchè i caregiver vengano inseriti in una rete sociale di benefici che non siano tutti uguali ma che si possano rapportare alla gravità della malattia.
Il lavoro da fare sarà estremo in quanto, come dichiarato da Maria S. Bellini, presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili “ Il rischio è che non arrivino sostegni reali, perché il numero delle persone è talmente ampio” ed ogni situazione familiare differisce in modo diversi dalle altre presenti.
Rosiello Silvia