Flussi migratori nel Mediterraneo: Frontex segnala 89mila arrivi in 7 mesi

Flussi migratori nel Mediterraneo soluzione greca

fonte: pixabay.com

Flussi migratori nel Mediterraneo raggiungono livelli senza precedenti, con un totale di 89mila arrivi segnalati in soli sette mesi, secondo il rapporto di Frontex.

Il Mediterraneo centrale rimane la via più frequentata verso l’Unione Europea per i migranti nel corso di quest’anno, con oltre 89.000 individui registrati dalle autorità nazionali nei primi sette mesi del 2023. Questo rappresenta il numero più elevato di rilevamenti su questa rotta per lo stesso periodo dal 2017 ad oggi. L’Agenzia dell’Unione Europea per il controllo delle frontiere, Frontex, ha divulgato questi dati nel suo rapporto riguardante il periodo gennaio-luglio 2023.

La pressione migratoria su questa rotta potrebbe mantenersi stabile nei prossimi mesi, con i trafficanti che offrono tariffe più basse per i migranti provenienti dalla Libia e dalla Tunisia, mentre si assiste a una competizione accanita tra gruppi criminali, afferma l’agenzia. Nel frattempo, gli arrivi tramite tutte le altre rotte migratorie hanno subito una diminuzione rispetto all’anno precedente, che varia dal 2% sul Mediterraneo occidentale al 29% sulla rotta del Mediterraneo orientale.

Nel periodo tra gennaio e luglio, la rotta dei Balcani occidentali, considerata la seconda via più attiva con oltre 52.200 individui rilevati, ha segnato un calo del 26%. Questa diminuzione è principalmente attribuita a politiche più rigide in merito ai visti. Nel frattempo, il numero di attraversamenti irregolari attraverso il Canale della Manica verso il Regno Unito è stato di quasi 5.500 a luglio, portando il totale dei primi sette mesi del 2023 a circa 27.300, una cifra in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Tuttavia, è fondamentale riconoscere che le traversate marittime continuano a rappresentare un rischio estremo. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), da gennaio a luglio, oltre 2.060 persone sono scomparse nel Mediterraneo, soprattutto lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Queste circostanze richiamano l’attenzione sulla persistente sfida che le autorità e le organizzazioni internazionali devono affrontare per proteggere la vita dei migranti e gestire in modo umano e sicuro i flussi migratori.

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