La ricerca dei fiori per dichiararsi può essere un labirinto: in questo articolo ve ne raccontiamo tre in alternativa alla rosa.
Spettatrici di Pretty Woman, alzi la mano chi non vorrebbe vedere l’uomo dei sogni saltar giù con un mazzo di rose da una limousine! Ridimensionando il sogno, andrebbe bene anche che non fosse Richard Gere. E che scendesse da una bicicletta, da un tram. Il mazzo di fiori, però, per le irriducibili romantiche è d’obbligo. L’immaginario associato al mazzo di rose, tuttavia – contrariamente alla voce “costo rose rosse” – è inflazionato. Dunque, a quali fiori per dichiararsi possono rivolgersi i meno danarosi e gli avversari del mainstream? Botanica e letteratura dispongono di una buona scorta di risposte: eccone tre validissime.
Viola tricolor: da Demetra a Ofelia
Tra i fiori per dichiararsi, la viola tricolor – comunemente nota come “viola del pensiero” – è una scelta sinonimo di devozione profonda. Questa pianta, di origine europea ma diffusa dall’uomo in Asia e America, ha fatto nascere numerose leggende. In Francia, ad esempio, si credeva che nelle sfumature dei cinque petali – i cui colori oggi derivano da ibridazione – si mostrasse la persona amata. Gli antichi greci, invece, pensavano che questi fiori fossero nati dalla gioia di una madre, la dea Demetra, per il temporaneo ritorno della figlia Persefone. La ragazza, rapita e sposata dal dio dell’oltretomba Ade, per decreto di Zeus avrebbe trascorso sei mesi l’anno tra i vivi con la madre. Lei l’avrebbe festeggiata facendo sbocciare questi fiori, così belli da aver ispirato persino Shakespeare. Secondo il quale la povera Ofelia proprio con essi si era votata ad Amleto.
Il tulipano: rosso in Persia, nero in Dumas
Naturalizzato olandese, il tulipano viene dalla Persia. Infatti, deve il suo nome al turco tullaband, il turbante che il fiore ricorda. Persiana è anche l’usanza per gli innamorati di scegliere tulipani rossi, simbolo di passione eterna, come fiori per dichiararsi. Essa deriva da una leggenda. Tulipani rossi sarebbero nati dal sangue versato dal capomastro Farhad, suicidatosi credendo che la sua amata Shirin, regina armena, fosse morta. Nero, invece, il tulipano intitola un romanzo del 1850 di Dumas padre, diventando simbolo dell’amore autentico e della lotta alla tirannia. In esso, infatti, la coltivazione dei tulipani fa da sfondo a una storia d’amore e a una vicenda di spionaggio industriale. Infine, il tulipano compare nel titolo dell’acclamato film Pane e Tulipani, che narra il riscatto esistenziale e sentimentale di una casalinga. Il fiore ideale, insomma, per promettere un amore che difficilmente annoierà.
La camelia di Marguerite e Gabrielle
La camelia, proveniente dalla Cina, promette un amore più forte delle avversità. La simmetria dei petali è pura bellezza, ma il fiore presenta una caratteristica più particolare. La corolla, simbolo della donna, si distacca insieme al calice che la sorregge, simbolo dell’uomo, alla morte del fiore. In Occidente, nel 1848 la camelia, insieme a un amore infelice, fece nascere dalla penna di Dumas figlio il romanzo La signora delle camelie. La protagonista, Marguerite Gautier, ama le camelie e un giovane borghese che non potrà sposare: la morte del fiore, dunque, è la loro sconfitta. Ma la camelia è anche simbolo di seduzione vittoriosa, da Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel in poi. La camelia bianca, infatti, fu il fiore donato alla stilista dall’amante Arthur Edward Capel, primo finanziatore della maison. Che della camelia, con la doppia C rovesciata, ha fatto un simbolo universale di eleganza.
Un ultimo consiglio
Qualunque dei fiori per dichiararsi scegliate, cari corteggiatori, vi sconsigliamo questa frase (e messaggi affini):
Cogli la rosa, o ninfa, or che è il bel tempo.
Lorenzo De’ Medici ci scusi: poche ninfe gradiscono il sottinteso.
Siete avvisati.
Valeria Meazza