Se già la pandemia aveva generato una profonda crisi sul nostro Paese, il caro bollette ha messo ancora più a dura prova gli italiani. Proprio per questo prosegue la pioggia di bonus avviata dal governo Draghi. E tra gli aiuti messi in campo dal governo Meloni spunta il ‘bonus’ di 3.000 euro in busta paga.
C’è chi ritiene che un aiuto di questo tipo non rappresenti un reale sostegno e che servirebbero interventi più mirati e continuativi, con la previsione di un aumento concreto e stabile dello stipendio nel contratto.
In ogni caso, come spesso capita quando si parla di sostegni ed incentivi, il bonus non sarà rivolto a tutti, e occorrerà rispettare alcuni requisiti per poterlo ottenere.
Misure urgenti per fronteggiare il caro benzina e il caro bollette
Il Decreto Aiuti Quater, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 novembre su proposta del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, contiene una serie di misure urgenti in materia di energia elettrica, gas e carburante. Lo stanziamento sarà pari a 9,1 miliardi di euro.
Il provvedimento contiene, tra le novità, la proroga del taglio delle accise sul carburante fino a fine anno, l’innalzamento del tetto del contante da 1.000 euro a 5.000 euro, rateizzazione delle bollette per le imprese per un massimo di 36 rate mensili, un contributo pari a 50 euro per gli esercenti che acquistano un registratore telematico, un’anticipazione della rimodulazione del Superbonus al 90% a partire dal 1° gennaio 2023 e l’esenzione dal pagamento del saldo IMU sugli immobili del settore spettacolo (cinema, teatri e sale per concerti), purchè i proprietari siano anche i gestori delle attività.
Ma tra gli interventi spicca anche l’innalzamento dell’esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali fino a 3.000 euro. Ed è proprio in questo contesto che si parla di ‘bonus’ fino a 3.000 euro in busta paga.
Cosa sono i fringe benefit aziendali
Quando si parla di ‘fringe benefit aziendali’, giuridicamente si fa riferimento a ‘prestazioni in natura’, sotto forma di benefici e vantaggi aggiuntivi per i dipendenti.
L’impresa ha la facoltà di inserire questi ‘benefit’ nel proprio piano di welfare aziendale e solitamente consistono in auto aziendali, buoni acquisto ma anche in alloggi, prestiti, assistenza sanitaria e polizze assicurative.
All’interno dei fringe benefit è stata inserita la possibilità per le imprese di corrispondere ai propri dipendenti in busta paga un bonus fino a 3.000 euro per fronteggiare le spese delle bollette di energia elettrica e gas. Un incremento dello stipendio che quindi funge da rimborso delle utenze domestiche, e che passa dal tetto di 600 euro previsto dal precedente decreto aiuti bis a 3.000 euro.
Questo incentivo va a sommarsi ai buoni carburante del valore di 200 euro, che gli stessi datori di lavoro possono corrispondere fino a gennaio 2023.
‘Bonus’ 3000 euro: beneficiari e modalità di corresponsione
Viene chiamato ‘bonus’ ma in realtà, come abbiamo detto, consiste in un aumento in busta paga, che non forma reddito, non è tassabile e sull’importo non verrà pagato alcun contributo. I vantaggi sembrerebbero dunque essere sia per i dipendenti che per le imprese.
I beneficiari saranno solo i dipendenti del settore privato e assimilati (come i collaboratori), compresi anche i lavoratori autonomi senza partita Iva. Va però precisato che la misura verrà corrisposta solo facoltativamente dalle imprese, previa valutazione aziendale.
Come poi precisa la Circolare n. 35/E del 4 novembre 2022 dell’Agenzia delle Entrate, le spese che possono essere rimborsate sono solo quelle attinenti le bollette del servizio idrico integrato, energia elettrica e gas.
Come fare domanda
La corresponsione del ‘bonus’ sarà automatica. Il lavoratore interessato non dovrà quindi presentare alcuna domanda.
Sarà l’impresa che vorrà concedere questo ‘premio’ a dover predisporre un’apposita piattaforma telematica come per gli altri fringe benefit oppure prevedere ul rimborso direttamente nello stipendio. Occorre però che il dipendente o un suo familiare sia l’intestatario delle bollette.
Per quanto riguarda poi gli affittuari basterà solo dimostrare che, nonostante le utenze siano intestate al proprietario dell’immobile, siano loro stessi a dover pagare le bollette.
Chi non si vedrà la busta paga più ricca
Ma chi non beneficerà del bonus fino a 3.000 euro?
Il bonus di cui stiamo parlando non sarà rivolto a tutti. Gli esclusi saranno infatti gli autonomi in possesso di partita IVA e i lavoratori del settore pubblico, incluso il personale scolastico, oltre ai pensionati.
Solo uno specchio per le allodole?
La platea dei beneficiari sarà davvero così vasta come appare?
In realtà sembrerebbe che a goderne, a prescindere dagli esclusi succitati, sarà solo una piccola percentuale di lavoratori. Allo stato attuale è solo il settore dei metalmeccanici ad aver previsto i fringe benefit nel contratto nazionale. Quindi stiamo parlando di circa un milione e mezzo di lavoratori.
Inoltre le tempistiche per poter concedere il beneficio sono piuttosto ristrette. Ci sarà tempo infatti solo fino al 31 dicembre 2022. Questo significa che potrebbe essere più difficoltoso per le aziende di altri settori, che non hanno ancora predisposto le apposite piattaforme telematiche, crearle ex novo entro la scadenza dei termini.
Insomma, nonostante lo sbandieramento ai quattro venti potrebbe rivelarsi un regalo di Natale solo per pochi.
Sabrina Maestri