Film Horror: quando il cinema stimola il nostro cervello primordiale

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Fin dal XVIII secolo il genere horror suscitò grande interesse da parte del pubblico.

La storia del cinema  testimonia la presenza di questa categoria cinematografica addirittura in alcuni cortometraggi muti: da Le manoir du diable del 1896(classificato come primo film horror della storia),fino ai giorni nostri.

Ovviamente le tecniche utilizzate dai registi per incutere timore e ribrezzo nello spettatore si sono notevolmente evolute e questo perché la nostra percezione della paura è cambiata.

Negli anni ’40 la potenza espressiva si concentrava soltanto sulle immagini, visto che l’audio era assente. Per questo motivo vennero elaborate una serie di inquadrature che potessero generare nel pubblico una reazione.

Spuntarono i primi mostri: lupi mannari,vampiri, streghe e tutte le creature inventate dalla letteratura gotica.

Ora, cosa susciterebbe in uno spettatore di oggi la visione di due note pellicole del 1931, Dracula e Frankenstein?
Ecco , sicuramente curiosità, ma non di certo paura e la spiegazione a questo fenomeno risiede proprio nel cervello.

Negli anni ’60, con l’avvento delle pellicole “Psycho”  di Alfred Hitchcock, la tecnica cinematografica horror prese un’altra direzione: dalla “sorpresa” alla “suspense”.

Se vediamo un uomo con una mazza sopraggiungere alle spalle di una persona innocente, sappiamo qualcosa che quella persona non sa, e così si crea la suspense.

Hitchcock divenne il maestro di questo nuovo metodo raffinato, ma efficace. Una visione moderna della paura, totalmente differente dall’effetto “sorpresa” utilizzato fino a quel momento.

Grazie alla suspense lo spettatore può presagire quello che accadrà nelle scene successive, mentre il protagonista del film ne è ignaro. Le due tecniche mescolate insieme creano un intreccio davvero significativo ed il pubblico rimane coinvolto fino alla fine della scena.

Ma per quale motivo dovremmo desiderare di provare paura? Perché siamo attratti da qualcosa che ci spaventa da morire?

Alla domanda: “Qual è il tuo film preferito?”

La maggior parte di noi inizierebbe a fare un elenco di film famosi dal genere più disparato, ma a quasi nessuno verrebbe in mente di citare un film horror. Eppure, questa categoria cinematografica è sempre stata segretamente molto apprezzata ed il pubblico continua ad andare al cinema a vedere film dell’orrore.

Una possibile spiegazione a tutto questo possiamo ricercarla nelle nostre emozioni recondite: vi sembrerà strano ma il nostro cervello ha bisogno di provare paura.

Essa è nascosta nella parte più primordiale del nostro sistema nervoso, l’amigdala, legata all’istinto ed ai bisogni primari.

Quando andiamo a vedere un film horror, nonostante sappiamo che quello che stiamo guardando non è reale, rimaniamo con il fiato sospeso e non riusciamo a distogliere l’attenzione da esso, anche se ne siamo completamente intimoriti.

Il battito del nostro cuore accelera, iniziamo a sudare ed i nostri muscoli si contraggono.

Tutto questo avviene, però, in totale sicurezza. Siamo consci del fatto che, una volta terminato il film, niente di tutto quello che è stato proiettato qualche istante prima potrà farci del male. Visto che nella realtà non vogliamo assolutamente provare quella sensazione di terrore e panico la ricerchiamo nei film, che ci danno la possibilità di stimolarla senza farci del male.

La scienza definita Neurocinema studia proprio le reazioni sensoriali e cognitive degli spettatori scatenate dalle scene dei film.

Essa misura gli effetti delle scene violente sul cervello umano e questo consente agli scienziati di stabilire quale relazione ci sia tra film e psiche. Gli studi hanno dimostrato che scene diverse stimolano differenti parti del cervello in modi diversi. Acquisire queste conoscenze non è vantaggioso solo a livello di neuroscientifico, ma anche per i cineasti, al fine di comprendere come meglio influenzare la mente subcosciente del pubblico.

Ovviamente non è possibile dare un’unica spiegazione a questo fenomeno inconscio, ma possiamo affermare che esiste una connessione.

Sono sicura che almeno una volta nella vita vi sia capitato di dover guardare forzatamente un film dell’orrore al cinema o a casa di amici. Beh, ricordate cosa è successo? Durante la scena più violenta (quella in cui avete portato le mani davanti agli occhi), una parte di voi ha sbirciato. Quella parte è la più profonda e curiosa,  quella che segue il nostro istinto primordiale di innescare la paura per reagire ed  esorcizzarla.

 

Silvia Morreale

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