Filippine: il presidente Duterte vuole reintrodurre la pena capitale per combattere la criminalità e il traffico di stupefacenti.
La pena capitale viene ancora oggi utilizzata in moltissimi Paesi come strumento di punizione pienamente legale (Stati Uniti, Afghanistan, Cina, Iran, Giappone, India e molti altri ancora). In altri ancora, essa rimane una punizione inutilizzata da anni, ma ancora prevista per determinati reati.
Nonostante le continue denunce e gli appelli delle maggiori ONG, la pana capitale sembra essere comunque preferita ad altri metodi più umani.
Le Filippine abolirono la pena di morte già nel 1987 tramite la Costituzione attualmente in vigore. Essa però venne reintrodotta appena sei anni dopo, come “controllo del crimine”, e di nuovo abolita nel 2006. Oggi però questa pena rischia di essere nuovamente reintrodotta e il suo primo promotore è proprio il presidente delle Filippine: Rodrigo Duterte.
Duterte, eletto nel maggio 2016, aveva presentato un programma molto severo per combattere la criminalità, tramite il quale prometteva “l’inferno ai criminali”.
Nel tentativo di combattere i crimini legati alla droga e gli omicidi, il presidente filippino ha proposto di reintrodurre la pena di morte per impiccagione. L’impiccagione sembra essere un metodo più umano, secondo Duterte, rispetto all’impiego di un plotone di esecuzione, nonché più economico.
Combattere il crimine tramite la pena capitale si è mostrato assolutamente inefficace, e gli studi lo dimostrano. I dati mostrano chiaramente che i crimini punti con la condanna a morte non hanno subito alcun calo. Anzi, spesso si è riscontrato un aumento.
Uno studio condotto in California ha dimostrato che nei 15 anni in cui questo Stato eseguiva condanne a morte molto frequentemente, il numero di omicidi è aumentato di circa il 10% ogni anno.
Oltretutto è stato dimostrato che la pena capitale ha un effetto brutalizzante sulla popolazione e sulla società in generale. Un omicidio autorizzato e attuato dallo stesso Stato è un contraddizione dei principi su cui spesso questi stati si fondando.
Il diritto alla vita viene letteralmente violato, e non da qualche squilibrato o un feroce assassino, ma dallo Stato che dovrebbe essere il maggiore protettore della vita di ogni essere umano.