Ennesima storia di violenze domestiche, ennesimo stupro avvenuto tra le mura di casa, ennesimo caso di genitori colpevoli di abusi sessuali nei confronti della figlia. Circa dieci giorni fa, una storia aveva sconvolto l’Italia: l’agghiacciante confessione di una quattrodicenne, avvenuta attraverso un tema scolastico. Tema in cui raccontava gli orrori che il padre la costringeva a subire; il finale era stato ancora più tragico dal momento che il genitore si era tolto la vita, non sopportando il peso delle proprie colpe. Ed oggi è venuta alla luce una storia (se possibile) peggiore di quella.
Genitori-mostri
Ci troviamo in Sicilia, ad Alcamo in provincia di Trapani. Una ragazzina di quattrodici anni ha raccontato agli inquirenti di essere vittima di abusi sessuali, ma ad essere colpevole non sarebbe solo il padre, bensì anche la madre. L’incubo era iniziato nell’estate dello scorso anno, quando aveva tredici anni. Da lì, era scaturita una serie di violenze, vessazioni e minacce: la ragazzina era stata obbligata al silenzio dal padre. Ma la madre in questa vicenda che ruolo ha avuto? Ella è accusata non solo di complicità, ma anche di concorso nel delitto: anche lei prendeva parte agli abusi sessuali a cui il marito costringeva la figlia. Insomma, la definizione vivente di “genitori-modello”.
La denuncia della figlia
La ragazzina ha sopportato per mesi le violenze, ma poi non ce l’ha fatta più e, una sera, ha confessato il tutto a parenti ed amici di famiglia. Il padre sarebbe stato da loro costretto a presentarsi in commissariato, pena la rivelazione della notizia al di fuori del nucleo familiare. La minore è stata ascoltata dal Pubblico Ministero in presenza di uno psicologo e ha confermato quanto riportato dal padre. La Procura della Repubblica di Trapani ha interrogato anche gli altri due figli della coppia, per avere ulteriori conferme. I due genitori-mostri sono stati denunciati per abusi sessuali e rinchiusi in carcere: l’uomo è nel Carcere San Giuliano di Trapani e la donna al Pagliarelli di Palermo.
Il tentativo di difesa del padre
“I rapporti erano consenzienti”.
Questa è la scioccante frase con cui l’uomo ha cercato, inutilmente, di difendersi. Come se un rapporto consenziente con la propria figlia fosse la cosa più normale del mondo. Figlia minorenne, tra l’altro, come se non fosse già abbastanza grave l’idea che un padre possa anche solo pensare di avere rapporti sessuali con sua figlia. Ma questa è solo l’ultima di una lunga serie di storie di violenza fisica e psicologica che avvengono nel luogo da molti reputato il più sicuro al mondo: la famiglia. Sì, perché la famiglia è sì un’istituzione, ma è anche un luogo: un luogo dell’anima, il luogo a cui apparteniamo sin dalla nascita. Ma, se è la tua stessa famiglia ad abusare di te, dove troverà rifugio la tua anima?
Carmen Morello