Un mercato in fase di stabilizzazione
Dopo due anni di crescita straordinaria, il turismo in Italia segna una battuta d’arresto. Secondo il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, il periodo delle festività natalizie vedrà circa 16,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive italiane, un dato in calo dell’1,5% rispetto al 2023.
Questo rallentamento si deve sia a una riduzione dei turisti stranieri (-1%) sia di quelli italiani (-1,9%). L’indagine, condotta su un campione di 1.225 imprenditori del settore, evidenzia segnali di stabilizzazione del mercato, dopo il boom post-pandemia.
Le mete preferite: montagna e città d’arte
Nonostante la flessione, la montagna e le città d’arte restano le destinazioni preferite, attirando due turisti su tre. Le località sciistiche, grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli, registrano un lieve incremento di presenze (+0,3%).
Anche le città d’arte continuano a richiamare visitatori, con una quota significativa di turismo straniero che raggiunge il 52% del totale. Tuttavia, il trend è in calo rispetto all’anno precedente (-0,9%), con una flessione più marcata tra i turisti italiani (-1,7%) rispetto agli stranieri (-0,2%).
Le dinamiche del turismo internazionale
La composizione del turismo per le festività natalizie vede un 57% di italiani (9,3 milioni di presenze) e un 43% di stranieri (7 milioni). Tra i principali visitatori internazionali figurano tedeschi, svizzeri, britannici, francesi e americani. In crescita sono gli arrivi dagli Stati Uniti, dalla Corea del Sud e dai Paesi Scandinavi, mentre calano i flussi provenienti da Germania, Regno Unito, Belgio e Austria.
Diminuzioni significative invece si registrano anche dai mercati extraeuropei come Giappone, Cina, India e Russia, influenzati da tensioni geopolitiche e difficoltà economiche.
I fattori che influenzano la flessione
Tra le cause principali del rallentamento si trova il confronto con il 2023, anno che aveva segnato risultati eccezionali con oltre 16,5 milioni di presenze. Inoltre, pesano il livello ancora elevato dei prezzi, che limita la domanda italiana, e le incertezze internazionali.
Le tensioni geopolitiche, i conflitti e la debolezza economica di alcuni Paesi europei stanno infatti incidendo sulla scelta di viaggiare verso l’Italia, segnando per la prima volta una flessione nei flussi stranieri dopo anni di crescita continua.
Le differenze regionali
L’accoglienza turistica si sta preparando molto di più nelle regioni del Centro (-2%) e del Sud e Isole (-1,9%), che mostrano una contrazione maggiore rispetto al Nord-Est (-1,4%) e al Nord-Ovest (-1,1%). Un dato che conferma ulteriormente il forte incremento che il Centro e il Sud Italia hanno nel settore turistico, con lavori a bassa conoscenza e specializzazione, mentre le regioni del Nord Italia continuano ad accelerare sulle industrie e il settore secondario.
Le imprese del settore extralberghiero, come agriturismi e case vacanza, sono quelle che risentono maggiormente della situazione, con una diminuzione delle prenotazioni del 2,1%, rispetto a un calo più contenuto (-1,3%) per le strutture alberghiere.
L’opinione degli esperti
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, descrive il quadro come positivo ma prudente: “Il turismo italiano si appresta a vivere per le feste una buona stagione turistica, sebbene registri una lieve frenata.” Ha poi evidenziato la frenata del turismo internazionale, quindi straniero, proprio a causa delle turbolenze geopolitiche che non stanno sicuramente vedendo una luce fuori dal tunnel.
Messina ha continuato sostenendo quando sia necessario lavorare per “invertire la tendenza, anche con l’occasione del Giubileo”, un’occasione per rilanciare l’economia di tutto quanto il Paese. Gli imprenditori del turismo temono che le difficoltà attuali possano protrarsi fino alla prima parte del 2025, impattando ulteriormente su un comparto cruciale per l’economia italiana.
Un settore da monitorare e sostenere
Nonostante le sfide, il turismo, specialmente quello delle festività natalizie, continua a rappresentare un pilastro dell’economia italiana. Lavorare per migliorare la competitività del settore e invertire le tendenze negative sarà fondamentale. Eventi di rilevanza internazionale, come il Giubileo, potrebbero fungere da volano per attirare nuovi visitatori, non solo nella Capitale ma in tutto il Paese.