Al Festival dell’Eros e della Bellezza di Verona i relatori sono tutti uomini, o quasi. Le donne? Non pervenute.
“Il festival propone riflessioni di filosofia dell’arte sulla bellezza come espressione del pensiero di grandi artisti in scenari di grande pathos“, si legge sulla pagina Instagram del Festival dell’Eros e della Bellezza di Verona. Che meravigliosa descrizione. Un (lungo, lunghissimo) encomio alla bellezza, in cui saranno solo gli uomini a parlare. Sarà una sciorinata maschilista? Chi può dirlo. Il punto di vista femminile è stato completamente ignorato.
Il Festival (dal 28 al 31 agosto e dall’11 al 19 settembre) ha scatenato una vera e propria bufera social, proprio per la mancanza di donne al dibattito. Solamente Jasmine Trinca (che ha aperto il Festiva il 28 agosto) e Gloria Campaner (in coppia con Alessandro Baricco) hanno avuto l’onore di essere invitate. Il rapporto è di 21:2. Ma come?!
Gli organizzatori del Festival dell’Eros hanno tentato di dare una giustificazione in una nota che è quanto mai imbarazzante. Hanno avuto premura di sottolineare che “l’attuale programma non riflette quello originario” che avrebbe previsto la partecipazione di Charlotte Rampling, Ute Lemper, Jane Birkin e Patti Smith, “che sono state impossibilitate a partecipare per le problematiche relative al Covid”. Qualche piattaforma per le video-call no? Invitare artiste italiane sarebbe stato poco underground o non sono abbastanza preparate? No, giusto per capire.
Poi, hanno continuato dicendo che “molte figure femminili sono state invitate, ma non se la sono sentita d’intervenite in un periodo difficile in un contesto particolare come l’Arena di Verona”. Meno male, allora, che esistono gli uomini, così coraggiosi da affrontare il Covid. Eppure, basta aprire i social per leggervi l’indignazione di parecchie artiste e politiche italiane, che magari avrebbero partecipato.
La scrittrice Letizia Pezzali twitta: Il Festival della Bellezza si tiene in Arabia Saudita, presumo. #TuttiMaschi. O mi perdo qualcosa? Correggetemi se sbaglio. Comunque raghe perché non organizziamo un Festival della Bruttezza? Peraltro è un argomento meraviglioso.
Anche la politica Lia Quartapelle, esponente del PD, esprime il proprio sconcerto. Sempre su Twitter, commenta: Apparentemente non c’è una donna che abbia titoli per parlare di bellezza e eros. Per lo meno al Festival della Bellezza a Verona.
Non invitare le donne al Festival è una beffa
Il problema principale non è la scarsa presenza di “quote rosa” a un evento. Il problema è la negazione di parlare per se stesse. Gli argomenti che verranno trattati sono quanto mai interessanti, ma il punto di vista sarà monovalente e, di conseguenza, limitato.
Giusto per chiarire: gli uomini non sono adatti a parlare di Eros e di Bellezza, dando all’argomento un punto di vista femminile. Non possono saperlo, né immaginarlo. Come potrebbero, poi, se nessuna ha la possibilità di esprimere la propria opinione? Sarebbe stato estremamente istruttivo ascoltare ambo le parti. Dopotutto, un dibattito senza più punti di vista, diventa un monologo.
Avere la presunzione che un manipolo di maschi, per quanto illuminati e sensibili (alcuni), possano analizzare un argomento così complesso da più sfaccettature, bypassando le differenze di genere, è una vera e propria beffa. In questo modo la donna è posta nuovamente come oggetto passivo, non come soggetto in grado di dire la propria. Questo è un maledettissimo retaggio culturale, che rende la donna un burattino nella mani di coloro (uomini) che scelgono cosa sia qualificabile come “bello”.
Evidentemente, nell’ultimo periodo, gli organizzatori del Festival erano su un altro pianeta. E’ colpa del satellite se non sono venuti a conoscenza degli insulti ad Armine Harutyunyan e a Elly Schlein, proprio a causa della loro bellezza e della concezione distorta di alcuni esemplari maschili di homo non-erectus.
Il caso del Festival dell’Eros e della Bellezza è esemplare, poiché, soprattutto alla luce delle polemiche recentissime, non dare voce alle donne è discriminatorio oltremodo. Non sono gli uomini che devono scegliere e disquisire su cosa sia bello o erotico. Non sono gli uomini che possono decidere cosa sia bello o erotico per una donna. Era necessario che il dibattito fosse ambivalente, proprio per renderlo reale e non frutto di mascoline fantasie.
Cosa siamo, ai tempi della donna angelo di Petrarca?! Bella, immobile e, soprattutto, muta?! Evidentemente per gli organizzatori, nel ventunesimo secolo, le donne non sono in grado di esprimere il proprio giudizio sull’eros. Ancora peggio, non sono in grado di parlare di arte, di cultura, di filosofia. Evidentemente, c’è un unico genere che può cimentarsi in simili dimostrazione d’intelletto.
Tutta questa faccenda è davvero sconsolante. E’ bastata la pubblicazione di un programma per sputare sulle quotidiane battaglie per la parità. Le donne sempre al margine, costrette a subire per l’ennesima volta la concezione maschie di bellezza.
Una bambina in copertina per il Festival dell’Eros
Come se non bastasse, la ciliegina sulla torta è la copertina del Festival dell’Eros. Si tratta della Bambina vestita di api, dipinto di Maggie Taylor. Che lungimiranza. Gli organizzatori hanno scelto una bambina come immagine simbolo per rappresentare eros e bellezza. A tal proposito, le parole delle deputata veronese Alessia Rotta sono più che eloquenti: “Le donne, per gli organizzatori, non possono parlare di eros ma le ragazzine possono testimoniarlo benissimo”.
Questo Festival dell’Eros e della Bellezza ha fatto così tanto scalpore, che le notizie sono arrivate anche all’orecchio di Maggie Taylor. Risultato? Si è scoperto che il suo dipinto era usato senza consenso. Gli organizzatori hanno violato il copyright.
“Un fan del mio lavoro mi ha appena avvisato che un festival a Verona, in Italia, sta usando illegalmente molte delle mie immagini per i loro poster e sito web. È anche controverso: un festival su eros e bellezza e stanno usando la mia immagine ′′ Girl with ape dress ′′ di una minorenni. La maggior parte degli parlanti al festival sono maschi. […] Che schifo e una flagrante violazione del copyright! Si chiama Festival Bellezza e lo usano su Facebook e Instagram così come sul loro sito e prodotti!” – scrive Maggie Taylor su Facebook. Ma che becera figura.
In risposta a tale “incomprensione”, gli organizzatori sono stati costretti a cambiare copertina, dandone notizia, anche loro, con un post su Facebook: “Siamo dispiaciuti di dover modificare l’immagine del Festival a causa di un’incomprensione sull’utilizzo di quella che ci ha accompagnati per lungo tempo, con l’autorizzazione avuta dal rappresentante italiano dell’Artista.”
Sul palco restano gli uomini
I partecipanti al Festival rappresentano (alcuni) l’eccellenza culturale italiana: Alessandro Baricco, Edoardo Bennato, Mogol, Stefano Bollani, Morgan, Alessandro Piperno, Pupi Avati, Igor Sibaldi, Gianni Canova, Luca Barbareschi, Stefano Massini, Gianni Morandi, Vittorio Sgarbi (…), Federico Buffa, Alessio Boni, Michele Serra, Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Massimo Recalcati, Federico Buffa, Gioele Dix e Flavio Tranquillo.
Tutte personalità eterogenee del panorama artistico e culturale italiano. Tuttavia, nessuno di questi egregi signori ha speso una parola per la mancanza delle colleghe. Eccellenti relatori senza alcun dubbio, che non hanno avuto minimamente la curiosità di confrontarsi con le donne.
Evidentemente l’esempio di Giuseppe Provenzano, ministro del Sud, che non ha partecipato a un convegno senza le colleghe, senza donne al tavolo, era troppo complesso da emulare.
Tutta questa storia è di una tristezza infinita.
Antonia Galise