Festival della complessità: in che mondo viviamo?

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Maurits Cornelis Escher, Giorno e notte, 1938

L’evento di inaugurazione a Tarquinia
Festival della Complessità

Torna il Festival della Complessità, giunto alla sua ottava edizione, con tantissime novità in diverse città.  Inizierà a Tarquinia, nel centro storico, con  un evento di apertura dal 5 al 7 Maggio 2017. Diffuso e a km zero, continuerà durante l’estate con decine di altri eventi. Eventi decentrati e realizzati in molte città grazie all’iniziativa di Partner Promotori partecipi delle realtà e della cultura locali in cui vivono. Come le precedenti, anche questa ottava edizione del Festival della Complessità vuole proporre nuove risposte a domande di oggi e di sempre. È autofinanziato e non ha scopi di lucro. Assunto di quest’anno: In che mondo viviamo? Parliamone.

Perché un Festival della Complessità?

È la prima e unica manifestazione nazionale dedicata a porre in evidenza la complessità e il pensiero sistemico nel dibattito culturale e scientifico del nostro paese. Nasce nella convinzione che i concetti di complessità e di sistema stiano aprendo la strada a nuove concezioni della vita e della realtà. Il Festival della complessità diffuso e a Km zero, intende  essere un’occasione per alimentare in più punti della società il pensiero sistemico. Per diffonderlo e mantenerlo vivo, in altrettanti incubatori, in una nuova chiave interpretativa della realtà. Capace di confrontarsi con la complessità e l’incertezza  dell’epoca in cui viviamo. Esprime l’idea che sia possibile generare localmente e capillarmente nuove idee e nuove visioni.

E’ un festival libero. Vuole infrangere il monopolio della cultura di massa alimentato dai grandi mezzi di comunicazione. Vuole  mobilitare e valorizzare quel patrimonio di creatività e di  risorse civili, scientifiche e culturali locali così capillarmente diffuso nel nostro paese.  

Propone eventi che suggeriscono come comprendere la nostra realtà, come vivere e agire.

Propone di riflettere su come orientarci in questa nostra epoca di globalizzazione in cui tutto sembra tradirci. Sistemi complicati e complessi. Nel linguaggio comune l’idea di “sistema” rimanda a un’entità costituita da più elementi diversi e distinti. Tra loro complementari, che, collegandosi e integrandosi, danno luogo a un tutto organico, a una nuova entità. La scienza, il progresso, il benessere che abbiamo conquistato appaiono come rivoltarsi contro di noi. Generando inquinamento, conflitti, crisi economica, corruzione, solitudine, malattie, iniquità. E non ci sono ricette magiche o soluzioni semplici. Le variabili in gioco sono troppe per esser messe sotto controllo. Eppure, molti pensano che il futuro dipenda soprattutto dall’avere un programma preciso. Che lo sviluppo risponda sostanzialmente a una programmazione dettagliata.

Non è così, e il pensiero sistemico non è una filosofia esoterica. Prima che una nuova disciplina, è comprendere la complessità del vivere e agire nella nostra vita, nel mondo e nel tempo a noi assegnati. Tutte le cose sono causanti e causate.

Nel lontano XVII secolo, Pascal affermava: ”Essendo tutte le cose causanti e causate, aiutate e adiuvanti, mediate e immediate, e tutte essendo legate da un vincolo naturale e insensibile che unisce le più lontane e le più disparate. Ritengo sia impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto. Così come è impossibile conoscere il tutto senza conoscere particolarmente le parti”.

Complessità e futuro

Oggi il nostro futuro è affidato a una rivoluzione cognitiva, pubblica e dei singoli. Che emerge dalla consapevolezza di quanto siano collegati i comportamenti e i destini di stati, comunità e individui lontani nello spazio. Viviamo in un mondo che è sempre più un unico contesto condiviso dall’intera umanità. È difficile comprendere che le nostre vicende dipendono sempre meno solo da noi.

Così, come suggerisce l’approccio sistemico, per comprendere ciò che ci accade, per dargli un senso’, è bene guardare non solo e non tanto a quanto accade intorno a noi. Nella nostra comunità e nella nostra nazione ma, soprattutto, a quanto avviene altrove, in altri continenti e in altri paesi.  Alla configurazione che sta assumendo il nostro pianeta, alle reti di relazioni che si vanno stabilendo tra continenti, regioni, stati con i quali condividiamo un destino di co-evoluzione e la responsabilità di uno sviluppo sostenibile.

Chiesa di San Pancrazio, Tarquinia.
Invadi Tarquinia

#InvadiTarquinia una nuova avventura per il Festival della Complessità. Quest’anno partecipa a Invasioni Digitali iniziativa nazionale di promozione collettiva del patrimonio culturale: “Invadere un museo, un sito archeologico, un centro storico. Condividendo l’esperienza attraverso i social network; uno urban game utile a fornire una visione differente e collettivamente costruita dei luoghi della cultura, regalando loro nuova vita”

L’ottava edizione del Festival della Complessità, diffuso e a Km zero, rivolge l’invito a quanti vorranno partecipare agli eventi che verranno proposti in decine di città. Tra maggio e luglio di questo 2017. Organizzati da una pluralità di soggetti con orizzonti culturali e scientifici assai diversificati. Tutti attenti alla crescente complessità dei tempi che viviamo e al futuro che ci aspetta. Eventi che vogliono essere parte di quella rete invisibile di manifestazioni e iniziative che nascono dalla creatività culturale del nostro paese.

Consulta Programma.

Felicia Bruscino

 

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