Fertility Day, il primo si celebrato il 22 settembre 2016 per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione.
“La sua Istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi: il pericolo della denatalità nel nostro Paese. La bellezza della maternità e paternità.” – Ministero della Salute.
Vi prego: ditemi che il Fertility Day è uno scherzo, mi va bene anche il sogno. Svegliatemi e fatemi ritrovare in un Paese che non guarda alla Donna, nella Donna, senza alcuna forma di delicatezza, di rispetto.
Quante notti insonni vi hanno suggerito questa idea? Quanto tempo vuoto hanno le vostre giornate, per permettervi la concentrazione e la fantasia sufficienti per decidere e pronunciare simili idiozie? Dove, come vivete? E dove guardate? E cosa vedete?
Il Fertility Day… da non crederci. L’avete detto sul serio. Ancora una volta avete messo le mani addosso al Corpo delle Donne, considerandolo semplice contenitore; ancora una volta avete strappato dalle loro mani quegli striscioni di protesta contro istituzioni cieche e sorde dinanzi alle loro richieste; ancora una volta avete violato l’essere Donna che non equivale all’essere Madre.
E ancora una volta, avete praticato l’incoerenza che vi caratterizza: parlate di sesso (già, per chi di voi non lo sapesse, esso è al principio di ogni fecondazione e di ogni nascita) e negate l’educazione sessuale a scuola; vi preoccupate del riempimento della Donna e non della devastazione della stessa, a causa della violenza che vi lascia indifferenti, per non parlare del vostro silenzio come risposta alla chiusura dei Centri Antiviolenza; celebrate e sollecitate alla procreazione e alla famiglia numerosa e non badate minimamente alla crisi, alle reali impossibilità che le coppie soffrono a motivo del lavoro che non c’è e dei diritti che voi per primi, voi per prime, negate.
Un’incoerenza, la vostra, che ogni volta delude e amareggia: quante settimane sono trascorse da quando, alle coppie omosessuali che rivendicavano il loro diritto ad essere riconosciute civilmente, rispondevate che quello non era un problema serio, che le questioni gravi ed importanti, erano altre.
Questo del, Fertility day, con tanto di campagna di sensibilizzazione (che non oso immaginare quanto ci è costata), vi sembra un dato importante su cui discutere e per cui scatenare rabbia e sgomento?
Il 22 settembre, dite la verità, era un giorno vuoto nella vostra agenda e andava riempito?
- Scenderete tutti, tutte in piazza, a urlare cosa?
- Quali saranno i vostri slogan e le vostre esortazioni?
- Saranno simili alle locandine che state facendo circolare e che sono di un offensivo e di un ridicolo indicibili?
Si può continuare : avete intenzione di diffonderle anche nei reparti di ginecologia degli ospedali, in cui tantissime Donne e tantissimi Uomini piangono la perdita di chi voi suggerite come rimedio alla denatalità?
Le farete affiggere anche negli studi di psicologi e psicologhe che chissà quante volte si ritrovano ad ascoltare e ad aiutare Donne stuprate che non ce l’hanno fatta ad affrontare la conseguente gravidanza?
Le distribuirete nelle scuole, trasmettendo ai Bambini e alle Bambine, ai Ragazzi e alle Ragazze un concetto di amore e di unione esclusivamente e tristemente funzionali? Per non parlare di quello che dite sul tempo che scorre… ecco, considerato il suo veloce scorrere, fate presto e ditelo subito che era uno scherzo. Non è la menopausa a dover spaventare bensì il vostro tentativo di frustrare e mortificare.
Il Fertility day… Che evento! Che campagna di essenziale sensibilizzazione per un paese piegato in due, in tre e in dieci. E che motivazione. Mi chiedo: se amate le manifestazioni, dove siete il 25 novembre di ogni anno quando in tutte le città italiane, Donne e Uomini scendono in piazza, a protestare contro la violenza sulle Donne?
Dove siete il 20 novembre, giorno in cui si celebrano i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza? E dove siete l’11 ottobre, quando si ricordano le Vittime sul luogo di lavoro? Dove siete ogni giorno, quando veramente dovreste esserci, quando realmente bisognerebbe progettare e fare qualcosa?
E poi, scusate il tono informale, io già vi ci vedo lì, in piazza. E penso di sapere quali categorie di pensiero sfileranno durante la “storica” (ridicoli voi, ironici noi) manifestazione: ne ho conosciuti alcuni, ne ho conosciute alcune di voi: siete quelli e quelle che, per far valere la vostra idea e per inculcarla nella mente di chi vi ascolta, cercano appiglio anche in argomenti che hanno a che fare con la fede.
Il senso di colpa, funziona sempre. A tal proposito, vi ricordo due punti: il primo, avete a cuore l’8 dicembre, vero? Bé, non dimenticate che la giovane ed impaurita ragazza di Nazareth, ebbe la possibilità di rispondere ascoltando il suo cuore e in pieno possesso delle sue facoltà: non mi risulta che l’Angelo giunse da Lei con in mano una locandina raffigurante una cicogna impaziente; il secondo: riponete la vostra fede nelle mani, nella voce, nelle parole del Papa, giusto? Vi sarà sfuggito il suo monito “Non fate figli come conigli!“.
A voi, le conclusioni.
Qui, da questa parte, si conclude con un tono amareggiato, con il quale però non rinunciamo a commentare in maniera semplice il vostro messaggio.
La cicogna! Che fantasia! La storia di questo uccello ficcanaso non mi ha mai convinta e ringrazio chi, precisando il non-calcolo ma la sorpresa della Vita che è arrivata in maniera imprevedibile (e che, proprio per questo, ha maggiormente sorpreso ed emozionato), mi ha detto la verità da subito. Una tra le più belle che si possano raccontare ad un Bambino, ad una Bambina.
Una verità tra quelle che rendono liberi e libere di vivere e di amare e di realizzarsi nel modo in cui si desidera.
Deborah Biasco