Ferdinando Imposimato è morto oggi a Roma. Il giudice era stato ricoverato il 31 dicembre presso il reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli. E, dopo neanche due giorni, se n’è andato. Aveva 81 anni. Era noto al grande pubblico anche per aver preso parte ad alcune edizioni del programma televisivo Forum.
La vita e la carriera giuridica
Era nato il 9 aprile 1936 a Maddaloni, in provincia di Caserta. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli nel 1959, è stato per qualche anno vicecommissario della polizia di stato. Nel 1964 divenne magistrato, dando inizio ad una lunga carriera. In qualità di giudice istruttore, ha curato i processi di alcuni dei casi più rilevanti della storia italiana. Tra questi vi sono il processo per il rapimento di Aldo Moro del 1978 e l’attentato a Papa Giovanni Paolo II del 1981. Inoltre, si è occupato dell‘omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
La lotta al terrorismo e alla mafia
Nel 1981 ha istruito il processo contro la banda della Magliana. Fu in prima linea nella lotta al terrorismo e fu tra i primi ad ipotizzare un collegamento tra le stragi ed i servizi segreti internazionali. Non solo, ha combattuto anche la mafia e la camorra. Ha infatti avviato il processo contro Michele Sindona, il cosiddetto ‘banchiere della mafia’. Ma questa battaglia gli è costata molto cara. L’11 ottobre 1983 suo fratello Franco è stato ucciso in un agguato. L’uomo aveva appena terminato il turno presso la fabbrica in cui lavorava. All’improvviso, mentre era in macchina con la moglie e il cane, si è avvicinata a loro una Ritmo 105. Tre uomini hanno aperto il fuoco sulla coppia, Franco Imposimato è stato colpito da 11 proiettili. Tuttavia la moglie, seppur ferita da due proiettili, è sopravvissuta ed ha poi riconosciuto uno dei killer, Antonio Abbate.
I numerosi incarichi e le onorificenze
Nel 1984 ha ricevuto il premio dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa, per non essersi fermato davanti alle minacce e alla morte del fratello, nelle sue indagini contro la mafia. Nel 1986 divenne consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga. Ruolo che lo ha portato diverse volte in America Latina, dietro incarico dell’ONU. Per ben tre legislature ha fatto parte della Commissione Antimafia. È stato nominato Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione. Inoltre, il 2 giugno 1999 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
L’impegno in politica
Non è stato molto attivo solo nella difesa della giustizia e dei diritti. Ferdinando Imposimato ha anche preso parte alla vita politica dell’Italia. Nel 1987 viene eletto come indipendente nelle liste del PCI al Senato della repubblica e nel 1992 alla Camera dei deputati. Due anni dopo, nel 1994, è stato nuovamente eletto al Senato. In anni più recenti, è stato inserito dal M5S nella lista dei possibili candidati alla carica di Presidente della Repubblica, sia nel 2013 che nel 2015. Proprio il segretario del M5S, Luigi Di Maio, ha espresso il suo cordoglio per la dipartita di Imposimato: “Grande tristezza per la sua scomparsa, magistrato simbolo della lotta alle mafie e alla corruzione, uomo che ha sempre combattuto per la giustizia. Ci mancherà tanto“.
Le sue ultime parole
Ferdinando Imposimato ci ha dunque lasciati per sempre. Eppure, prima di andare via, ha dichiarato nell’ultimo video postato sul suo profilo Facebook il suo testamento politico. Ecco le sue ultime parole:
“Gli obiettivi che un Paese civile deve perseguire sono l’eguaglianza dei diritti sociali e la solidarietà, compito non solo della Repubblica ma di tutti i cittadini verso i più bisognosi. Tutti devono poter accedere ai principali diritti sociali, fra questi il diritto a fare politica, ad accedere al Parlamento come avveniva in passato quando i vari Di Vittorio e Lama portavano avanti la politica di riscatto dei lavoratori“.
Con lui se ne va un pezzo di storia giuridica e giudiziaria italiana, forse uno degli ultimi della generazione passata. Esempio di coraggio, impegno e professionalità difficile da eguagliare. Addio Giudice.
Carmen Morello