Federico Gervasoni: un giovane giornalista costretto a vivere sotto scorta per i neofascisti

Sembra Harry Potter, ma è un giornalista di Brescia che vive sotto scorta. Si chiama Federico Gervasoni, è un ragazzo, di quelli pagati una miseria a pezzo, sfruttato come tanti, che non ha un ufficio dove lavorare né una redazione che lo protegga.

Sotto scorta??!!
Si, perché ha scritto un’inchiesta sulle organizzazioni neofasciste e poi un libro, Il cuore nero della città, che gli ha attirato minacce di morte.

Io sento dire che questo non è il problema, che il fascismo in Italia non ritorna, che sono quattro gatti. Ma allora perché se ne parli, se racconti quello che fanno, ti capita il peggio? Quanto successo a Federico Gervasoni, riguarda anche Paolo Berizzi, che di questi scrive su Repubblica, è costretto a vivere sotto scorta. Se non contano un cippo perché non se ne riesce a parlare senza pagare pegno (nel mio caso è stato economico, otto cause per Nazirock, una ancora in sospeso, che ti massacrano perché devi pagarti le spese legali anche quando vinci, e se perdi ti pignorano tutto).


Poi attenzione, fossero anche quattro fanatici che non contano niente, dovete chiedervi, perché li lasciano fare? Berlusconi ne ha sdoganati alcuni, Salvini mantiene con altri buoni rapporti.
La ragione secondo me è simbolica, si tratta di un segnale: se loro vanno bene, se sono accettabili, vuol dire che cade un discrimine e che altre forme di autoritarismo, apparentemente diverse e scollegate dal fascismo storico, possono fare gradualmente il loro ingresso sulla scena politica, senza che nessuno si scandalizzi troppo. Insomma per abituarci al fascismo che verrà ci rifilano quello vecchio, a piccole dosi.

 

Claudio Lazzaro

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