L’eccessivo febbraio caldo del 2024 è il nono record consecutivo

febbraio caldo da record

Il riscaldamento globale ha intensificato la sua presa sul nostro pianeta, con il mese di febbraio 2024 che segna un nuovo allarme climatico. Nel corso degli ultimi nove mesi, la Terra ha costantemente infranto record di temperature, rivelando una tendenza preoccupante. Il Copernicus Climate Change Service (C3S) dell’Unione Europea ha riferito che il mese scorso è stato registrato un febbraio caldo, mai sentito prima. Questa emergenza climatica sta continuando a sollevare serie preoccupazioni sulla direzione in cui si sta dirigendo il nostro clima.

Il febbraio caldo come preoccupante trend meteorologico

Il mese di febbraio del 2024 si è distinto come uno dei periodi più caldi mai registrati a livello mondiale, continuando una tendenza allarmante. Il servizio meteorologico dell’Unione Europea, Copernicus, ha reso noto che febbraio ha segnato il nono mese consecutivo di temperature record in tutto il mondo, con un significativo aumento anche delle temperature della superficie del mare.

L’istituto Copernicus ha sottolineato come questo febbraio caldo sia il nono mese consecutivo nel quale le temperature raggiungono un massimo in tutta la storia. La temperatura presa come caso di studio si riferisce anche a quella delle acque oceaniche: nel mese di febbraio hanno superato addirittura il record dello scorso agosto 2023. 

Dati climatici allarmanti

Con una temperatura media globale di 13,54 gradi, questo passato febbraio caldo ha superato di 1,77 gradi la media di febbraio nel periodo 1850-1900, considerato come il periodo preindustriale di riferimento. Le temperature giornaliere sono state eccezionalmente elevate nella prima metà del mese, superando di due gradi quelle dell’era preindustriale per quattro giorni consecutivi dall’8 all’11 febbraio.



Tutto questo è la chiara conseguenza di una minaccia che è sempre più vicina e reale, non frutto di ipotesi scientifiche né di invenzioni metereologiche. La presenza di inquinamento atmosferico e l’effetto serra è sempre più costante, anno dopo anno, proprio a causa delle gravi e inquinanti attività dell’uomo.

Si parla di massimi storici proprio perché il mese del febbraio caldo ha superato le temperature pre-industriali: la temperatura media globale, secondo l’istituto Copernicus, è stata infatti quella di circa +0,80 gradi centigradi.

Impatti regionali e globali: Europa sotto il caldo eccezionale

Mentre tutte le regioni dell’emisfero settentrionale hanno sperimentato temperature superiori alla media durante l’inverno meteorologico, l’Europa ha segnato un caldo eccezionale, superando di 3,30 gradi la media del periodo 1991-2020. Il riscaldamento senza precedenti degli oceani è motivo di crescente preoccupazione, poiché mette a rischio la vita marina e mina la capacità degli oceani di assorbire le emissioni di gas serra umane.

Urgenza di azioni concrete: affrontare le emissioni di gas serra

La situazione sottolinea l’urgenza di affrontare le emissioni di gas serra. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) sottolinea la necessità di ridurre le emissioni totali del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per evitare un aumento della temperatura media globale di 1,5 gradi, obiettivo stabilito dall’accordo di Parigi del 2015.

Il direttore di Copernicus ha sostenuto che il febbraio caldo del 2024 è in una lunga serie di record dello scorso anno, con un’eccessiva concentrazione di gas serra che non si riuscirà mai a eliminare né stabilizzare. La situazione descritta è infatti ormai irrecuperabile, bisognerà soltanto aspettare altre conseguenze. 

Tendenze allarmanti: aumento delle emissioni e impatti climatici

Le attuali tendenze sono quindi allarmanti. Nel 2023, le emissioni globali di anidride carbonica nel settore dell’energia hanno registrato un aumento dell’1,1%, stabilendo un nuovo record negativo. Questa crescente tendenza verso un clima sempre più caldo rappresenta una minaccia concreta che richiede un impegno immediato per ridurre le emissioni e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

La comunità internazionale mostra la propria preoccupazione, sopratutto in relazione al biennio del 2023 e 2024: il febbraio caldo ha seguito un gennaio, dicembre e novembre ancora più caldi. Non è un caso che infatti tanti sono stati i casi di scarsità delle piogge, siccità, inondazioni di città in poche ore. È il caso dell’emergenza in Catalogna, ma anche nella scarsità di acqua nella regione Sicilia. L’allarme comincia a essere sempre più evidente persino in Scandinavia e nelle parti più settentrionali della Russia.

Lucrezia Agliani

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