Cenerentola si colloca senz’altro nella rosa dei classici Disney più amati di tutto il mondo. Il castello dalle guglie azzurre, la carrozza e i sarti topolini sono figure ormai granitiche del nostro immaginario. Chi non ha mai perso una scarpetta durante un sabato sera di bagordi senza sentirsi un po’ principessa Disney ? E chi, in un momento di disperazione, non ha sognato la bacchetta della fata Smemorina?
Ma c’è una cosa che non tutti sanno: la fata Smemorina è esistita davvero.
La storia
C’era una volta una Walt Disney Company sull’orlo del baratro. Era il 1948 a Burbank, sobborgo di Los Angeles che brulicava di ex soldati, stelle del cinema, artisti Disney e camerieri in cerca di un provino. In mezzo a tanti brillava una donna qualunque , una madre di famiglia dal ciuffo imponente, forme rotondette e grandi occhi buoni.
Si chiamava Mary Alice O’Connor, ma era conosciuta come la fatina di Burbank per via del suo naturale talento nel coinvolgere tutta la comunità nella realizzazione di sogni impossibili. Sin da giovanissima si cimentò in un magico giardino ispirato a Shakespeare, grandiose feste per il sostegno alle famiglie bisognose e vari contributi all’Hollywood Canteen, il famoso locale in cui le star intrattenevano i soldati.
Suo marito Ken O’Connor era grafico e direttore artistico Disney. Poco dopo la fine della guerra, Walt Disney decise di prendere in mano il suo vecchio progetto e di iniziare finalmente a lavorare sulla fiaba di Perrault. Come sappiamo, timbro della casa del topo è quello di inserire nelle sue féerie personaggi buffi di grande carisma, ma nessuno fino a quel momento era stato capace di dare un volto alla fatina di Cenerentola.
La magia
O’Connor era un artista ironico e riservato e ad ogni occasione speciale si dilettava a creare buffi biglietti di auguri in cui raffigurava la moglie in modi sempre diversi. E fu così che, quando i grafici disperati si rivolsero a lui, disegnando la fata Smemorina si ritrovò quasi senza accorgersene ad ispirarsi all’amore della sua vita. Come sarebbe stata da anziana? Non ebbe alcun dubbio: una fata buona, forse ormai un po’ smemorata, ma sempre intrisa di generosità e magia.
Il successo del personaggio fu detonante. Con il suo Orso d’Oro a Berlino e tre nomination Oscar, Cenerentola nel 1950 riuscì a risollevare la Walt Disney Company dalla grave crisi economica in cui era scivolata. Cenerentola entrò nel firmamento delle principesse Disney, e il castello del principe diventò logo della casa di animazione e simbolo dei parchi a tema Disney World e Disneyland Paris.
Perché la fatina non strappa Cenerentola dal giogo della schiavitù?
Il messaggio Disney era chiaro: la vera magia non consisteva nel salvare Cenerentola, bensì nell’aiutarla a capire il proprio valore, nell’aiutarla ad alzarsi per trovare da sola il coraggio di realizzare i propri sogni. Mary Alice O’Connor ed il suo impegno sociale furono la giusta ispirazione.
Del tutto diversa la scelta per la versione di Cenerentola live action del 2015, dove la fatina venne impersonata da Helena Bonham Carter. I tempi erano ormai cambiati e serviva una magia completamente diversa: eccentrica, ammiccante e un po’ fuori controllo.
Quando Mary Alice O’Connor divenne anziana le venne dedicato il Mary Alice O’Connor Family Center. All’inaugurazione “la fata Smemorina di Burbank” era ormai canuta e del tutto simile a quella della fiaba e alla cerimonia vennero donati alla fondazione dei veri cimeli storici: gli schizzi originali della fatina di Cenerentola che spinse grandi e piccini a non perdere mai la speranza.