Fast food, due semplici parole che non hanno bisogno di traduzione. Ma qual è la loro origine?
Fast food: invenzione americana?
Ebbene no, i fast food più famosi si trovano a Pompei. Sono stati infatti i romani a capire la comodità di consumare un pasto veloce e caldo.
Mangiare per strada, per gli antichi romani, non era una cosa rara. La maggior parte delle abitazioni, infatti, era sprovvista di cucine e sale da pranzo. Per questo motivo erano molte le persone che si riversavano in strada per alimentarsi.
Ma non basta perché oltre al cibo, alcuni fast food offrivano sei veri e propri spettacoli di intrattenimento.
Fast food più famosi a Pompei
Per verificare con i propri occhi la presenza di fast food in Italia basta andare a Pompei. È proprio qui, infatti, che si trovano i take away più affascinanti.
La spiegazione della presenza di questi posti è semplice. Intorno al III e II secolo, infatti, la città viveva il suo massimo periodo di espansione culturale ed economica. Questo portava la città a essere meta di parecchi viaggiatori che passavano per la città e avevano bisogno di mangiare velocemente.
Il nome utilizzato all’epoca non era ovviamente fast food ma thermopolia. Questo vocabolo di origine greca, richiama l’idea di un posto ove venivano forniti cibi caldi.
Il thermopolium più famoso è quello di Lucius Vetutius Placidus visibile anche oggi perché conservato molto bene. Diretto concorrente di questo locale c’era quello di Asellina. Quest’ultimo offriva, oltre che cibo, anche intrattenimento con ragazze, auspicabile dalla presenza di stanze situate al piano superiore dello stabile.
Arredamento dei thermopolium
L’arredamento dei locali take away era la perfetta fotocopia di quelli odierni. Si possono infatti vedere banconi dotati di dolie, ossia vasi di terracotta ove venivano conservati cibi e bevande.
L’assenza di tavoli fa dedurre che il pasto dovesse essere consumato in piedi.
Oltre ai banconi è possibile trovare delle mensole utilizzate per riporre vettovaglie ma anche cibi.
Non mancavano in questi luoghi anche delle casse per i pagamenti. Sono state infatti rinvenute dagli archeologi più di mille monete che oggi sono conservate presso il Museo Archeologico di Napoli.
Elena Carletti