La moda ai tempi di Instagram, ovvero, quando basta un semplice scatto postato da una fashion blogger o da un’influencer a far desiderare un determinato capo d’abbigliamento o un certo accessorio. Ma i comuni mortali raramente possono permettersi di cambiare outfit più volte al giorno e di indossare capi sempre nuovi, solo per la durata di qualche Instagram stories. Non solo, anche potendosi permettere determinate spese, presto o tardi ci si ritroverebbe a far i conti con un armadio colmo di vestiti, di cui non si sa cosa farne. Servirebbe un guardaroba infinito, ma lo spazio a disposizione non lo è, come risolvere allora questo problema? Con il fashion renting e il fashion sharing.
Fashion renting e fashion sharing: le nuove ‘mode’ della moda
Sempre più spesso ci si ritrova a fare i conti con l’insufficienza di spazio nelle proprie abitazioni e sono sempre numerose le occasioni in cui bisogna ‘agghindarsi’ per fare bella figura, ma che senso ha comprare un vestito nuovo per ogni evento a cui si deve partecipare, sapendo ancor prima di acquistarlo che, nella migliore delle ipotesi, tale vestito sarà indossato due o tre volte, se non addirittura una volta sola? Per qualcuno potrebbe sembrare un sacrilegio, ma perché spendere centinaia (se non migliaia) di euro per un abito da cerimonia o per il proprio abito da sposa, quando sappiamo che poi verrà chiuso in una scatola e riposto su una mensola per decenni, senza mai rivedere la luce del sole? Ed ecco che, per ovviare a queste necessità e a simili interrogativi, da alcuni anni sono stati introdotti dei servizi di noleggio e condivisione di vestiti e accessori. Tali servizi portano il nome di Fashion Renting, nel caso di capi in affitto, e di Fashion Sharing, nel caso di capi prestati/presi in prestito. Come si accede a questi servizi? Semplice, tramite internet. Esistono diversi siti e piattaforme su cui è possibile consultare un catalogo di abiti, scarpe, borse e accessori per tutte le occasioni (cerimonia, cocktail, serate di gala, matrimonio, ecc.). Tali cataloghi prevedono la presenza di vestiti e scarpe disponibili in più taglie, per soddisfare le esigenze di un maggior numero di clienti. Inoltre si possono scegliere due taglie di uno stesso capo d’abbigliamento, qualora si avessero dei dubbi sulla taglia più adatta per sé. Come funziona il Fashion Renting? Dopo aver selezionato ciò che si desidera noleggiare o prendere in prestito, lo si prenota per i giorni in cui serve e tramite corriere arriva a casa nostra. E qui arriva la domanda delle domande: “Quanto costa noleggiare un abito firmato?” Meno di quanto si possa immaginare, generalmente il prezzo di noleggio si aggira intorno al 10/20% del prezzo di listino, ossia, se un abito costa 1200 €, per noleggiarlo serviranno 120 € circa. La cifra comprende anche i costi di manutenzione dell’abito, ovvero lavanderia e piccoli rammendi, in caso di inconvenevoli. La durata del noleggio varia dai 4 agli 8 giorni. E per quanto riguarda il Fashion Sharing? Tramite esso si può invece mettere a disposizione il proprio guardaroba, dando in prestito vestiti e accessori che si usano raramente; in questo modo piuttosto che lasciarli in un angolo dell’armadio a fare la muffa, li si può ‘monetizzare’, facendo vivere una seconda vita a qualcosa che avevamo magari dimenticato e guadagnando soldi attraverso ciò per cui un tempo li abbiamo spesi. E così, invece di perdere tempo nei negozi a scegliere vestiti che si indosseranno per un solo giorno o una sola sera, si può comodamente selezionare l’abito che più si preferisce tramite computer o smartphone, stando comodamente seduti a casa propria. È vero che non tutti sono disposti a mettersi addosso un abito indossato da una persona estranea, ma il Fashion Renting e il Fashion Sharing offrono capi puliti e stirati, come se fossero nuovi, quindi niente timore da questo punto di vista. I vestiti e gli accessori provengono dalle ultime collezioni presentate durante le settimane della moda, dunque sono al passo con le tendenze. Inoltre, alcuni offrono anche degli abbonamenti mensili, tramite i quali, pagando una quota fissa, si ha accesso ad un certo numero di capi o accessori al mese. I siti su cui poter noleggiare creazioni d’alta moda sono diversi, i più conosciuti sono: Rent The Runway (Stati Uniti); Chic By Choice (Europa); Girl Meets dress (Regno Unito); Drexcode, DressYouCan e Front Row Tribe (Italia). Invece, sul sito I Share My Bag è possibile condividere borse e accessori.
A proposito di uno di questi siti di Fashion Renting e Fashion Sharing, Caterina Maestro, founder & CEO di Dress You Can, ci ha gentilmente spiegato:
Il concetto base da cui parte DressYouCan è infatti proprio la condivisione di uno status quo della popolazione femminile: possedere più abiti di quelli che indossa (il cui acquisto non è mai stato del tutto ammortizzato), ma continuare ad avvertire l’irresistibile desiderio di possederne molti di più di quelli che potrà (e/o vorrà) mai indossare.
Le esigenze alla quali vogliamo rispondere sono quelle di:
1. Consentire ad ogni donna di permettersi il lusso di un look diverso ogni giorno senza i sensi di colpa e gli sprechi di denaro causati dall’acquisto d’impulso. DressYouCan va a intercettare l’esigenza insoddisfatta di un’utenza segnata dalla crisi da un lato e dall’accelerazione dei ritmi della moda dall’altro: l’esigenza di poter sfoggiare, a un prezzo totalmente compatibile con il proprio tenore di vita, un capo/un accessorio status symbol diverso e rimpiazzabile ogni giorno.
2. Rendere il settore della moda più sostenibile attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse grazie al noleggio, allo sharing e alla logica del pay-per-use/pay-as-you-go, che consentono un elevato grado di riduzione degli sprechi. Su DressYouCan l’utente ha infatti la possibilità sia di prendere a noleggio abiti, che di mettere a noleggio (e dunque monetizzare) il proprio guardaroba, contribuendo al costante incremento del catalogo, in un circolo virtuoso di oscillazione tra fornitore e fruitore, con grande vantaggio economico, ecologico e sociale.
3. Fornire a giovani designer emergenti una vetrina per promuovere le proprie creazioni senza dover pagare lo scotto di costi fissi insormontabili legati a logistica e distribuzione.
Chiaramente non solo nel nostro settore (il che dimostra l’esistenza di un mercato favorevole e speriamo sempre più pronto al noleggio), abbiamo degli aspetti di unicità che ci differenziano dai nostri competitor.
L’unico Armadio Infinito realmente in Sharing rimane infatti il nostro DressYouCan: il primo Airbnb dei guardaroba, accessibile da ogni punto di vista: economico, fisico e ideologico. Per ogni donna è finalmente possibile accedere ogni giorno ad un armadio infinito senza preoccupazioni di sorta (di tutta la logistica – tintoria, garanzia di qualità e originalità prodotti e spedizione – si occupa direttamente il nostro staff).
Con il plus di un magazzino, di oltre 1000 pezzi, composto da capi di alta moda di designer emergenti o affermati nuovi, o che tali sembrano, grazie al continuo aggiornamento del catalogo e al limite autoimposto di noleggi per capo.
Inoltre, nel nostro showroom fisico un servizio di styling personalizzato gratuito è a disposizione di ogni cliente, libera di provare tutti gli abiti a disposizione a magazzino.
La moda è in crisi
Il fast fashion ha rivoluzionato il concetto di moda e anche il modello di produzione, ma questo ha avuto e continua ad avere conseguenze catastrofiche a livello ambientale, in quanto la moda è il secondo settore più inquinante dopo quello legato al petrolio, ma anche a livello economico. Pare infatti che H&M, il colosso della moda svedese, abbia tonnellate di vestiti invenduti e ciò ha portato i dirigenti dell’azienda ad una seria riflessione sul proprio modello di produzione e distribuzione. Immettere sul mercato vestiti e accessori nuovi ogni settimana non è più un’idea così grandiosa, com’era sembrata all’inizio. Soprattutto i giovani, i Millennials, stanno prendendo coscienza di ciò che comprano e consumano e dell’impatto che ciò ha sull’ambiente. Per questo in molti preferiscono comprare poche cose, ma più durature, piuttosto che comprarne tante, per poi buttarle dopo uno o due utilizzi. Non solo, sempre di più, si sta diffondendo la cultura della sharing economy, ossia l’economia della condivisione, secondo il principio per cui è meglio usare che possedere, dunque è inutile pagare per avere, ma è meglio pagare per poter accedere ad un determinato bene o servizio. Da qui sono nate iniziative come il car sharing, Uber e Airbnb e da qui sono nati anche il Fashion Renting e il Fashion Sharing. Non solo, la presenza di Instagram e delle mise condivise a suon di hashtag quali #OOTD (ossia, Outfit of the day) ha reso molte persone desiderose di poter avere e indossare quanto messo in mostra dalle blogger da loro seguite. Ma dal momento che non tutti hanno i mezzi economici per poter emulare Chiara Ferragni & co. e dal momento che i trend nella moda cambiano velocemente, non ha senso comprare vestiti che nel giro di poche settimane saranno già fuori moda, perciò tanto vale noleggiarli, senza intasare i propri armadi con capi inutilizzati e senza svuotare il proprio portafogli, spendendo soldi per qualcosa che avrà una durata limitata e breve.
Un cambiamento culturale
A proposito di Instagram, vale la pena fare una riflessione: l’avvento dei social network ha rivoluzionato le vite di tutti: oggi, si fotografa, si filma e si condivide ogni momento della propria vita, ancor di più quando si partecipa a feste ed eventi si è soliti immortalare quel che si indossa e così, quando si prende parte agli eventi successivi, ci si pone il quesito (abbastanza frivolo, è doveroso notare): “Ma come faccio a mettere di nuovo quello che ho indossato la volta precedente? Tutti lo noteranno, ho postato le foto su Facebook/Instagram!” Ecco la trappola in cui cadono tutti, specialmente le donne e le ragazze, più propense a soffermarsi su simili ‘questioni estetiche’ (anche queste abbastanza frivole). Spesso ci si dimentica del fatto che le fashion blogger non hanno solamente una disponibilità economica fuori dalla norma, ma che i vestiti da loro sfoggiati sono per lo più prestati, giusto per il tempo necessario a fotografarli e condividerli con i propri follower. Quello che si ammira sui loro profili è finto, costruito e pianificato in ogni minimo dettaglio. La realtà è un’altra ed è ben diversa, la realtà è che non c’è nulla di male o di sbagliato nell’indossare più e più volte un abito, una borsa, un paio di scarpe e così via. Anna Wintour in persona afferma che lei stessa indossa per 20/30 volte i suoi abiti, prima di darli via, e questo dovrebbe essere lo spirito da adottare ogniqualvolta si decida di acquistare un nuovo capo: siamo sicuri di poterlo riutilizzare con frequenza , è solo per un’occasione particolare o per il semplice piacere di togliersi uno sfizio? Meglio puntare su indumenti che non passeranno mai di moda e con cui ci vestiremo quotidianamente e per quanto riguarda gli eventi speciali scegliamo il noleggio e il prestito. Così facendo risparmieremo tempo, fatica e soldi da poter investire e spendere in cose più importanti e inoltre daremo una mano all’ambiente, dal momento che, prendendo in affitto o in prestito, non andremo a comprare altri vestiti che darebbero vita ad altri rifiuti, incrementando l’inquinamento. Insomma, la prossima volta che vi invitano ad un evento, pensateci bene prima di partire in missione in negozi e boutique, il vestito perfetto per voi potrebbe essere alla portata di un click.
Carmen Morello