Farmaci contraffatti in Africa: un commercio che supera quello del Petrolio e della Cocaina

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Farmaci contraffatti in Africa stanno diventando sempre più comuni, al punto di diventare una minaccia economica e sanitaria preoccupante, registrando un mercato che supera il valore combinato del traffico di petrolio e cocaina. La diffusione di prodotti medici illeciti nel continente pone gravi sfide per la salute pubblica e richiede azioni immediate e concertate per contrastare questo fenomeno in rapida crescita.

Negli ultimi anni, il traffico di prodotti medici illeciti sta emergendo come una grave minaccia per la salute pubblica in Africa occidentale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), uno su dieci dei prodotti medici venduti nei paesi a basso e medio reddito non soddisfa gli standard richiesti o è addirittura falsificato. Ciò rappresenta una preoccupante sfida per l’accesso ai farmaci sicuri ed efficaci, e questa problematica sembra essere particolarmente critica in Africa, dove quasi il 50% dei prodotti contraffatti denunciati proviene da questa regione.

Un recente rapporto pubblicato dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO) ha gettato luce su questa crescente crisi. Secondo il rapporto, la vendita di farmaci contraffatti in Africa occidentale ha raggiunto cifre allarmanti, con un valore stimato di circa un miliardo di dollari. Questa cifra supera il valore del traffico di petrolio greggio e cocaina messi insieme, mettendo in evidenza l’entità del problema.

Il rapporto della CEDEAO, basato sui dati forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), rivela che i prodotti medici illeciti costituiscono ora una percentuale significativa del mercato ufficiale nella regione, rappresentando tra il 20% e il 60% dell’intero mercato in molti paesi. In alcuni paesi, come Guinea e Burkina Faso, questa percentuale sale addirittura all’80%.

Ci sono diversi fattori che contribuiscono a questa diffusa epidemia di prodotti medici illeciti in Africa occidentale. Tra questi, la corruzione e l’insicurezza giocano un ruolo significativo. La violenza e l’instabilità in Burkina Faso hanno favorito l’espansione del mercato illegale, mentre i confini porosi di questo paese e il porto marittimo di Conakry in Guinea sono diventati principali rotte per il contrabbando di prodotti medici contraffatti. Inoltre, la debolezza dei quadri normativi in questi paesi rende il settore estremamente vulnerabile alla corruzione, con alcune autorità statali e operatori sanitari che, in alcuni casi, facilitano direttamente il passaggio di prodotti contraffatti ai distributori e rivenditori.


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Uno dei settori più colpiti è quello degli antimalarici, con il 48% del mercato antimalarico nell’Africa occidentale che proviene da fonti illegali. Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che il tasso di malaria in questa regione è il più alto del continente. Altri prodotti comuni oggetto di contraffazione includono antibiotici e antiretrovirali per il trattamento dell’HIV/AIDS.

L’India e la Cina sono stati identificati come i principali paesi di origine sia dei prodotti medici leciti che di quelli illeciti che entrano nell’Africa occidentale. Secondo il rapporto della CEDEAO, il mercato dei prodotti medici illeciti è noto per adattarsi flessibilmente alla domanda, con reti criminali che massimizzano i profitti in base alle esigenze stagionali, come ad esempio il picco della domanda di clorochina durante la pandemia di COVID-19.

Sebbene siano stati compiuti sforzi a livello nazionale, regionale e continentale per affrontare questo problema, il rapporto della CEDEAO sottolinea che questi sforzi sono stati finora insufficienti. È evidente l’urgente necessità di azioni più concertate da parte delle autorità nazionali e regionali, oltre alla partecipazione della società civile, per affrontare questa crescente minaccia per la salute pubblica in Africa occidentale. Le iniziative, come la ratifica della Convenzione Medicrime in Guinea e la creazione di brigate di intervento, sono passi nella giusta direzione, ma molto resta da fare per proteggere i cittadini dalla pericolosa proliferazione di prodotti medici illeciti.

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