Ed Winters, anche conosciuto come Earthling Ed sui social, attivista ed educatore vegano, durante l’intervista “Earthling Ed: The end of veganism?”, riflette sul suo percorso nell’attivismo vegano che l’ha portato da scettico ad appassionato sostenitore del veganismo. Durante l’intervista Ed mette in luce l’importanza di fare attivismo vegano attraverso una comunicazione efficace. Dichiara: “Più sono vegano, più capisco perché le persone non lo sono”. Inizialmente può sembrare contraddittorio che proseguendo nel proprio percorso del veganismo si acquisisca una maggiore comprensione delle motivazioni di chi, al contrario, non abbraccia questo stile di vita. Tuttavia, dietro quest’affermazione si nasconde una profonda comprensione della complessità delle influenze sociali, culturali ed emotive che contribuiscono a plasmare le scelte personali.
Crescita personale e attivismo vegano
Il percorso di Ed nell’attivismo vegano è segnato da cambiamenti di prospettiva. La sua osservazione suggerisce che con il tempo, la frustrazione che può derivare dalla non condivisione della scelta vegana lascia spazio a una comprensione e consapevolezza profonda di ciò che impedisce ad altre persone di portare avanti i principi morali del veganismo. È importante notare che questa crescente comprensione non implica un abbandono dei principi vegani o una riduzione della passione per la causa. Al contrario, rappresenta per gli attivisti un’opportunità di adottare un approccio più inclusivo nel loro impegno nel promuovere il cambiamento.
Empatia nell’attivismo vegano
Attraverso le sue esperienze nell’attivismo vegano, Ed ha avuto l’opportunità di discutere ampiamente sul veganismo con tante persone diverse: da lavoratori di macello a persone che chiedono “Allora perché Dio ha reso gli animali così buoni?”, da cacciatori a persone che affermano “Non voglio rinunciare al mio pollo” e, così facendo, di testare vari tipi di comunicazione. Nonostante davanti ad alcune affermazioni potrebbe venir naturale scoraggiarsi, rimane di vitale importanza costruire ponti di empatia e comprensione, piuttosto che allontanare il proprio interlocutore con giudizi o condanne. Per fare ciò, è fondamentale realizzare che bisogna ascoltare e non solo essere ascoltati. Invitare gli interlocutori a esporre il più possibile le loro credenze, attraverso domande che li portano a ragionare sulle proprie idee e comportamenti, è il primo passo per rendersi conto che spesso c’è un conflitto tra i valori che sosteniamo di avere e le nostre azioni. Questo comportamento è noto come dissonanza cognitiva. Attraverso la comunicazione e il confronto con l’altro può essere più semplice e immediato notare tale dissonanza.
La verità dietro la falsa narrazione
Incoraggiare l’altro alla comunicazione, al confronto e ai ragionamenti che potrebbero derivarne è utile anche per combattere la disinformazione che ruota attorno allo stile di vita vegano. Per evitare di cadere nella trappola della disinformazione è importante educare il pubblico e sfatare i miti che circondano il veganismo. Uno dei miti più diffusi è quello che mangiare vegano sia pericoloso per la salute. Contrariamente a quanto si possa pensare, molte alternative vegane sono più salutari della carne, ma questa informazione viene spesso distorta per mantenere ciò che è considerato status quo. Per promuovere una conversazione equilibrata sul veganismo, è fondamentale essere critici nei confronti delle narrazioni preconfezionate e basare il nostro discorso sui fatti. Come sostiene Ed durante l’intervista, nonostante i social possano essere un’arma a doppio taglio, in quanto potrebbero favorire rapidamente la diffusione di false informazioni, è anche vero che proprio grazie a essi si ha la possibilità di seguire i profili di professionisti che possono mostrarci la verità dietro la falsa narrazione.
L’opportunità che offre l’attivismo vegano
L’opportunità che offre l’attivismo vegano si estende oltre la mera promozione di uno stile di vita privo di prodotti animali. Una volta compresa l’importanza della comunicazione efficace e dell’empatia nel promuovere il veganismo, è cruciale esaminare il ruolo delle emozioni nel processo decisionale e nella formazione delle credenze. La società moderna è caratterizzata da una diffusa dissociazione tra gli alimenti consumati e gli animali da cui provengono, una realtà che spesso viene ignorata o minimizzata. Tuttavia, aumentare la consapevolezza di questa connessione può influenzare le scelte alimentari in modi significativi. L’attivismo vegano offre un’opportunità unica per sfidare l’inerzia emotiva che ci spinge a difendere le nostre credenze esistenti senza metterle in discussione. Attraverso la sensibilizzazione e la connessione con le implicazioni delle nostre scelte alimentari, possiamo intraprendere un percorso verso una maggiore consapevolezza e responsabilità.
Quale primo passo si potrebbe compiere per comprendere meglio le connessioni tra ciò che mangiamo e le implicazioni dietro quel cibo? Una risposta potrebbe consistere nell’educare se stessi e gli altri sulle pratiche dell’industria alimentare e sulle implicazioni etiche e ambientali della produzione di carne e altri prodotti animali. Ciò potrebbe includere la ricerca di informazioni su come gli animali vengono trattati negli allevamenti intensivi, l’impatto ambientale della produzione di carne e l’importanza di una dieta equilibrata e sostenibile. Inoltre, si potrebbe considerare l’adozione di piccoli cambiamenti nelle proprie abitudini alimentari, come incorporare più pasti a base vegetale nella propria dieta o sperimentare con ricette vegane. Ogni piccolo passo verso una maggiore consapevolezza alimentare e un consumo più responsabile può contribuire a una trasformazione più ampia nella nostra società. Inoltre, è importante ricordare che non esiste un unico percorso giusto verso la consapevolezza alimentare e il veganismo.
Ognuno di noi può trovare il proprio modo unico di contribuire al cambiamento, che si tratti di fare scelte alimentari più consapevoli, partecipare all’attivismo vegano o semplicemente condividere informazioni e ispirare gli altri, partecipare a petizioni, manifestazioni e campagne per incentivare il sostegno governativo alle pratiche agricole etiche e alla produzione alimentare responsabile. Ciò può avere un impatto significativo sulle politiche pubbliche e sul benessere degli animali.
Ciò che è fondamentale è mantenere un atteggiamento aperto e flessibile nel nostro percorso verso una maggiore consapevolezza alimentare e un’impronta ecologica ridotta. Ognuno di noi può fare la differenza con le proprie azioni quotidiane e il nostro impegno collettivo può portare a un cambiamento positivo su scala globale.
Elena Caccioppoli