Famiglie in povertà: Operazione Pane lancia l’allarme

Operazione Pane a1

L’ordine Francescato Secolare d’Italia pubblica i dati di Operazione Pane che ogni giorno si occupa di distribuire pasti ai più poveri. La situazione è allarmante: le famiglie in povertà che hanno chiesto aiuto sono il 135% in più rispetto al 2019.

I dati di Operazione Pane

Nel 2022 le 18 strutture di Operazione Pane hanno distribuito 4.400 ceste alimentari al mese, mediamente 143 al giorno. E non sono solo i senza fissa dimora a rivolgersi alle strutture. Sono sempre di più le famiglie che hanno bisogno di aiuto per arrivare a fine mese. Lo dimostra l’incremento di richieste del 135% rispetto al 2019.

Le ripercussioni economiche della pandemia e degli avvenimenti internazionali continuano a farsi sentire, soprattutto su chi parte da una situazione già fragile, e che oggi colpiscono in modo allarmante le famiglie

Frate Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano.

Nel 2022 sono stati distribuiti 468.000 pasti, mediamente 39.000 pasti caldi al mese, riuscendo a raggiungere circa 7.000 persone e il dato è aumentato del 10% rispetto al 2021.

Le famiglie si rivolgono a Operazione Pane soprattutto per ottenere un aiuto alimentare ma sempre più spesso chiedono anche un sostegno economico per riuscire a far fronte a tutte le spese. Infatti, soprattutto se ci sono dei figli da mantenere, riuscire a pagare le bollette, i materiali scolastici e le spese mediche è per molti estremamente complicato. Nel 2022, 1.400 famiglie hanno ricevuto supporto da Operazione Pane di cui 800 mamme, 700 papà e 1.500 bambini.

Come al solito, le ripercussioni peggiori le subiscono i proprio loro. Secondo i dati forniti dall’Unicef, in Italia quasi il 30% dei minori è a rischio povertà e, per loro, vivere in povertà significa non riuscire ad accedere a cure mediche adeguate e a mantenere un buon andamento scolastico. Questo ha delle inevitabili ripercussioni sul loro futuro poiché, senza un grado di istruzione adeguato, diventa estremamente complicato accedere al mondo del lavoro. Dove per lavoro si intendono lavori legalmente contrattualizzati, retribuiti dignitosamente e tutelati in caso di malattia, infortunio, genitorialità…

Non solo famiglie in povertà: gli adulti soli

Anche per un adulto solo, oggigiorno, arrivare a fine mese può essere difficile. Infatti c’è stato un aumento del 6% delle persone che hanno chiesto aiuto.

E dobbiamo toglierci dalla tasta l’immagine un po’ stereotipata del classico clochard che va a mangiare in mensa dai frati. A rivolgersi a noi sono persone sole che spesso hanno un lavoro precario non sufficientemente retribuito per far fronte a tutte le necessità.

Cos’è Operazione Pane

Operazione Pane è la campagna di Antoniano che sostiene le mense francescane in tutta Italia e offre accoglienza e sostegno a chi ne ha bisogno. Da un anno, poi, si sta impegnando a estendere la rete solidale all’Ucraina e agli sfollati ucraini in Italia.

Dell’associazione è ben noto il Piccolo Coro che dalla sua nascita è partner e sostenitore del progetto.

Lo Zecchino d’Oro nasce per portare con la musica una speranza a chi, durante la guerra, aveva conosciuto la fame. Oggi come allora, allo Zecchino d’Oro i bimbi del coro cantano per Operazione Pane, per sostenere le mense francescane e ridare una speranza a tante mamme, papà e bimbi che chiedono aiuto.

La Giornata internazionale delle famiglie

I dati di Operazione Pane sono stati pubblicati in vista della Giornata internazionale delle famiglie, lunedì 15 maggio. La giornata è stata istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di

Diffondere una maggior consapevolezza sui processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo.

Per creare una famiglia, infatti, non basta mettere al mondo dei figli, come sembrano sostenere alcuni politici di oggi. Per crescere una famiglia non basta l’amore, non bastano i sorrisi, non bastano le belle parole. Per mantenere una famiglia, meno poeticamente, ci vuole una casa in cui stare e un lavoro per poterla mantenere. Bisogna poter pagare le bollette, trovare una scuola a eventuali figli, mettere la cena in tavola tutte le sere, poter otturare una carie e comprare un paio di occhiali da vista. E tutto questo, senza un lavoro degno di tale nome, non è possibile.

La povertà in Italia

Nel nostro Paese sono sempre più ampie le disuguaglianze sociali ed economiche: il 5% più ricco detiene una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Stando ai dati Oxfam, tra il 2005 e il 2023 il numero di famiglie in povertà assoluta è più che raddoppiata arrivando a quasi 2 milioni. L’inflazione è alle stelle, il potere d’acquisto è sempre più basso e i poveri sono sempre di più.

Le misure di sostegno alle famiglie devono proseguire ed essere indirizzate meglio verso le famiglie in condizioni di maggior bisogno. È inoltre indispensabile stimolare nuovi accordi tra le parti sociali volti a ridefinire celermente sistemi più efficaci di indicizzazione dei salari, per fornire protezione adeguata ai gruppi sociali meno abbienti e alle forme di lavoro meno tutelate in settori a bassa retribuzione.

Così Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia che continua:

Se il dilagare del lavoro povero rappresenta una caratteristica strutturale del mercato italiano, destano preoccupazione le iniziative già messe in campo e le intenzioni del nuovo Governo che, piuttosto che disincentivare il ricorso a forme di lavoro atipico che intrappolano nella precarietà milioni di lavoratori, allarga le maglie per il lavoro discontinuo e invoca ulteriori interventi di flessibilizzazione. La previsione di un salario minimo non è all’ordine del giorno e gli incentivi all’occupazione – all’insegna del “più assumi, meno paghi” – non sono valutati sotto la lente della qualità e sostenibilità dell’occupazione promossa, lasciando il ruolo per lo sviluppo di una buona occupazione alle convenienze economiche e fiscali delle imprese.

Arianna Ferioli

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