Dopo la sanzione da 550mila euro per aver venduto falso olio extra vergine di oliva, le aziende multate dall’Antitrust si oppongo e fanno ricorso
L’indagine era stata sollevata lo scorso anno dal mensile ‘Test Salvagente’, che aveva analizzato l’olio extra vergine d’oliva di ben 20 marchi. L’analisi degli oli aveva poi evidenziato la presenza di sostanze come muffe e altri segnali indicanti scarsa qualità, come rancido e umidità.
Le criticità solevate dall’indagine erano state poi confermate anche dai NAS, che avevano confermato irregolarità dell’olio dei marchi Carapelli, Bertolli, Sasso, Primadonna (LIDL), Coricelli, Santa Sabina e Antica Badia. Dopo la prima condanna si attendono ora nuovi sviluppi per quanto riguarda le altre marche coinvolte.
Che sia stata quest’ultima inchiesta ad evidenziare la necessità di regolamentare ulteriormente la situazione, ma dallo scorso luglio, col decreto 103/2016 del Ministero delle politiche agricole, è divenuto illegale inserire simboli di “italianità”, come immagini fuorvianti, sugli oli che non siano stati realizzati con olive coltivate in Italia.
L’ultimo aggiornamento in merito alla vicenda riguarda il ricorso al TAR annunciato da LIDL e Coricelli contro le sanzioni dell’Antitrust, rispettivamente di 550mila euro e di 100mila euro, in merito al falso olio extra vergine di oliva. In risposta a tale atteggiamento delle due aziende, la Rete Consumatori Lazio si è costituita Parte Civile nel procedimento, a sostegno dell’Ente posto a tutela del mercato e della concorrenza.
Come riportato sul sito di Konsumer – Associazione Consumatori, la stessa Rete Consumatori Lazio ha evidenziato:
“Ora queste aziende tentano attraverso cavilli di sottrarsi al pagamento delle sanzioni ricorrendo al Tar del Lazio. Mentre apprezziamo il comportamento di altre imprese che, seppur sanzionate, hanno immediatamente corretto i comportamenti ritenuti scorretti e posto in essere ulteriori cautele affinché ciò non si ripeta, non possiamo che dolerci di chi cercherà di averla vinta ricorrendo ad artifici giuridici, pur leciti”.
Annachiara Cagnazzo
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