Come fare soldi da una fake news e vivere di complotti
Partiamo da una delle più recenti. La storia dei Terrapiattisti in Italia assume carattere straordinario quando un uomo vestito come V- vendetta in una intervista alle Iene, si presenta come il capo di una setta. Ma in onda si manda una falsa intervista ad un falso capo di una setta inesistente, che sproloquia su mille complotti. Lo scopo è quello di fare click sulle condivisioni, nulla importa dell’argomento. E’ una fake news della fake news stessa.
Il 2 novembre 2018 il Post ha denunciato un video taroccato sulla Pagina ufficiale di Facebook del gruppo Europeo del M5S. (pagina ufficiale di un gruppo politico il cui capo siede al ministero dell’economia). Pubblicano una video intervista doppiata (male) dell’ex presidente dell’euro gruppo Joroen Dijsselbloem, che invita a speculare sui Titoli di Stato Italiani. Il contenuto dell’intervista originale diceva tutt’altro, che l’italia avrebbe avuto bisogno di sostegno. Ci sono state in poche ore 220.000 visualizzazioni e 10 mila condivisioni di follower (che non parlano l’inglese, presumo) ma che si sono bevuti la storiella e gridato al complotto.
Proseguo, e su Facebook trovo un fantomatico uomo dal gilet giallo italiano, un certo Carlo Cozzi, combatte a fianco dei cugini francesi per l’accisa sulla benzina. E’ un’ altra fake news .
La migliore è più imbarazzante di tutte le Fake news italiche ? Rimane quella agghiacciante e improponibile (ribattuta anche dal ministro dell’Interno) riguardante le “unghie curate” di una sventurata migrante salvata da un naufragio a largo di Lampedusa.
Perchè nasce una Fake News ?
Non sono una novità, esistono da sempre. Basta pensare all’ annunciato miracolo della Madonna lacrimante di Civitavecchia, o alle leggende Metropolitane varie nei secoli, a “mio cugino ha visto” e altre banalità simili. Perché giustificano le nostre più becere inclinazioni, l’odio, il razzismo, il qualunquismo. E perché portano soldi e fanno guadagnare i potenti.
Durante le elezioni presidenziali americane del 2016, i giornalisti hanno iniziato a notare una serie di storie inventate, diventate virali su Facebook. Stranamente, molte sembravano essere pubblicate da persone provenienti dai Balcani e, dopo che BuzzFeed ha riferito su un insolito gruppo di pagine, i giornalisti si sono radunati in una piccola città chiamata Veles, in Macedonia.
“Gli americani amavano le nostre storie e noi ricaviamo denaro da loro”, ha detto alla BBC un dei Faker “A chi importa se sono vere o false?” Le storie erano, nel complesso, presentate ai sostenitori di Donald Trump. Includevano voci su problemi di salute e rapporti illegali di Hillary Clinton, storie di luminari come Papa Francesco in fila dietro il candidato repubblicano, e altre notizie false per assicurarsi o rallegrare i sostenitori di Trump.
Nel dicembre dello stesso anno, Hillary Clinton ha tenuto un discorso in cui ha criticato “l’epidemia di notizie false e falsi propagandistici” che avevano inondato i social media. ” E’ chiaro che le cosiddette notizie false possono avere conseguenze reali”, ricordò.
Da allora, le “Fake news ” sono state argomento di ossessione e dibattito mainstream
Non è un problema solo italiano, tant’è che se l’è chiesto anche la BBC e in particolare Anisa Subedar che ha intervistato due personaggi chiave delle elezioni americane, il Padrino dei Faker e il suo antagonista. Qui riporto una sintesi.
Anisa racconta che ha conosciuto il “padrino dei Faker” , Christopher Blair, nel suo ufficio di casa, a 45 minuti da Portland, Stati Uniti. Accede a uno dei suoi numerosi siti web. Inizia scegliendo un argomento. Quale politico sarà il fortunato? O forse il soggetto sarà il controllo delle armi? La brutalità della polizia? Femminismo?
Qualsiasi cosa che spinga la gente a fare click sui pulsanti. E a condividere. Inventerà un episodio controverso. Una nuova legge o un emendamento costituzionale. Dice Blair che “cambiare la costituzione degli Stati Uniti è particolarmente divertente – ho già scritto più di 30 emendamenti falsi”. Si appoggia allo schienale della sedia e si concentra sullo schermo. Si sporge in avanti, mette le mani sulla tastiera e inizia nello stesso modo in cui fa ogni volta. Breaking news: “La nave della Fondazione Clinton è stata sequestrata nel Porto di Baltimora portando droghe, pistole e schiave del sesso” Le sue dita toccano ritmicamente i tasti producendo parole. Non gli ci vuole molto tempo per scriverle. E pubblicarle. Blair si appoggia alla sedia e osserva le condivisioni che arrivano a raffica.
Vicino a Bruxelles, in un’ altra casa, Maarten Schenk percorre la ripida scalinata che porta al suo ufficio sotterraneo. C’è una scrivania a forma di L in un angolo – nell’altro, un frigorifero è pieno di bottiglie di tè freddo al gusto di pesca. Tre monitor di computer, con i dischi rigidi della macchina nascosti sotto. Improvvisamente nota molta attività negli Stati Uniti: dei numeri su una pagina catturano l’attenzione di Schenk. Guarda come una particolare storia sta prendendo slancio e viene rapidamente condivisa su Facebook e altri social network. Accede al proprio sito Web e inizia a digitare. Il suo compito è quello di dire al mondo che quello che sta vedendo – la storia virale su una nave della Clinton Foundation, che presumibilmente sta trasportando droga, pistole e schiave del sesso – è una completa invenzione. È una Fake News (una notizia falsa).
Christopher Blair è cresciuto nel Massachusetts, ha lavorato per 20 anni come operaio. Nel 2008, il suo settore crollò, si mise a cercare un’altra fonte di reddito, avviò un blog politico liberale. Amava scrivere, scoprì che aveva un talento. Lo trovò liberatorio potendo dire quello che voleva della politica americana. Ma i blog non pagano. Ha iniziato a scrivere racconti inventati che sembravano notizie reali. Ha visto i risultati online, centinaia e migliaia di “Mi piace” e condivisioni dei suoi post.
Una volta che le sue false notizie hanno iniziato a ricevere clic, è stato in grado di utilizzare la piattaforma pubblicitaria di Google per convertire le visualizzazioni di pagina in denaro. Il successo dei falsi ha portato Blair a creare una pagina Facebook chiamata “l’ Ultima linea di difesa americana”, dedicato a fake news rivolte a repubblicani, sostenitori del presidente Donald Trump. Blair descrive i suoi lettori come “razzisti, idioti e bigotti”. Ma i contenuti diventati virali, quelle azioni hanno cambiato il voto in America e si sono trasformate in clic, e tanto denaro.
Il programmatore Maarten Schenk ha creato un software in grado di rilevare le storie inverosimili su Facebook. L’ha chiamato Trendolizer. Ha lanciato il suo blog “Lead Stories”, con lo slogan: “Solo perché è condiviso o Trendy (di tendenza), non significa che sia vero”. Dopo il discorso di Hilary Clinton il traffico del suo sito è aumentato. Non stava facendo tanti soldi quanto Blair, ma abbastanza da permettergli di concentrarsi e smascherare notizie false.
Cosi Schenk inizia a raccogliere informazioni sui siti Web di notizie false e sulle persone dietro di loro. Il suo database gli ha permesso di rintracciare i falsari su Internet, anche se i loro siti Web e le pagine di Facebook sono state rimosse. Ha scoperto che sempre più siti stavano rubando contenuti, copia e incolla da altri siti di notizie false. In effetti, molti stavano rubando contenuti da una sola fonte, Christopher Blair.
I produttori di Fake news trovavano modi sempre più creativi e subdoli per catturare un pubblico inconsapevole, ed è necessario sviluppare nuovi sistemi per migliorarne l’identificazione . Si stima che ci siano circa 200 organizzazioni dedicate al controllo delle fake in tutto il mondo, ma non sono abbastanza. Dice“Finché c’è un potenziale di profitto, le persone continueranno a provare, creeremo nuovi filtri e poi troveranno altri modi per aggirarli”.
E a tutto questo, come ha risposto Facebook?
Mark Zuckerberg ha dichiarato che il suo obbiettivo per il 2018 è stato quello di “sistemare” il social network e di combattere “l’odio e gli abusi”. Lo scorso Aprile e’ stato chiamato al Congresso per rispondere a domande riguardanti la sempre maggiore diffusione delle fake news sulla sua piattaforma. E anche sull’uso piuttosto noncurante dei dati personali degli utenti. Di conseguenza, a Luglio, Facebook ha annunciato modifiche dell’algoritmo progettato per il controllo delle notizie tendenziose. L’azienda, rendendosi conto di avere un problema di immagine, ha lanciato una campagna pubblicitaria per rassicurare gli utenti su “spam, clickbait, e fake news e uso improprio dei dati”.
Le fake news sono riuscite a far crescere la parte più oscura e ignorante dell’uomo. Hanno dato sfogo a istinti brutali. Hanno permesso la calunnia e la diffamazione gratuita. Hanno condizionato le scelte di voto. Non sono uno scherzo per “Idiot” , sono stati un vero attentato alla ragione.
Nel 1948 c’era un manifesto che scriveva: “ i comunisti mangiano I bambini”. Pertanto nulla è cambiato solo il metodo.