Mohammed Zubair, fact-checker indiano musulmano, è stato arrestato con l’accusa di aver mancato di rispetto alla religione. Secondo i critici, si tratta di una minaccia alla libertà d’informazione e di espressione.
Mohammed Zubair: chi è il fact-checker indiano arrestato
Mohammed Zubair è un giornalista e fact-checker, cofondatore del sito d’informazione Alt News.
La sua attività si è concentrata sulla critica al governo di Narendra Modi e sulla marginalizzazione della comunità musulmana da parte della maggioranza induista.
L’arresto è dovuto a un tweet postato nel 2018.
Nel post, Zubair ha postato una clip del classico indiano Kiss Se Na Kehna, del 1983.
Nell’immagine si vede la facciata di un hotel, che recita il nome “Hunamun Hotel” (Hunamun è il nome di una divinità induista).
Ma osservando i segni della vernice, pare che il nome precedente dell’hotel fosse “Honeymoon Hotel“.
L’immagine è accompagnata dalla didascalia: “Prima del 2014: Honeymoon Hotel. Dopo il 2014: Hunamun Hotel”
Il significato del tweet è che l’elezione al governo di Modi ha portato a una radicalizzazione dell’induismo. Infatti, Modi è membro del Bharatiya Janata Party, partito induista e nazionalista di destra.
“Ha offeso la religione induista”, processo al fact-checker indiano
Secondo la Polizia di Delhi, un utente avrebbe segnalato alle autorità il tweet per aver offeso la religione induista.
Il suddetto post di Mohammed Zubair, contenente immagini e parole contro una particolare comunità religiosa, è altamente provocatorio e sufficiente per incitare all’odio tra le persone. Può essere dannoso per il mantenimento della tranquillità pubblica
In particolare, le autorità hanno arrestato il fact-checker ai sensi delle sezioni 153A (promozione dell’inimicizia tra diversi gruppi per motivi di religione, razza, luogo di nascita, residenza, lingua) e 295A (Atti deliberati e malevoli, intesi a oltraggiare i sentimenti religiosi di qualsiasi classe insultando la sua religione o le sue convinzioni religiose) del codice penale indiano (IPC).
In seguito all’arresto, Zubair sarebbe dovuto rimanere in custodia per una settimana. Tuttavia, il processo contro di lui è iniziato dopo un solo giorno.
Durante l’udienza, la Polizia di Delhi ha dichiarato che:
- Zubair è un fact-checker che, per diventare famoso, ha più volte offeso la religione nei suoi social media
- Non ha collaborato, ma ha cancellato tutti i social sul suo telefono, compreso Twitter
- Ci sono molti reclami contro di lui, in merito ai suoi post offensivi verso la religione
- L’immagine contenuta nel tweet è stata editata appositamente per offendere la religione induista
Dall’altro lato, i legali di Zubair hanno sostenuto che:
- Il dovere morale di un giornalista è rivolgersi contro il potere
- In una democrazia è permesso esprimersi liberamente, anche contro il potere
- Vogliono perquisire il computer di Zubair, nonostante lui abbia dichiarato che utilizza Twitter solo sul cellulare. Non hanno diritto d’accesso al pc
- Essendo giornalista, il computer di Zubair contiene informazioni sensibili
- I fatti risalgono al 2018, ma la Polizia sta indagando solo ora, nel 2022. Perchè?
- L’immagine del tweet non è stata editata, ma proviene da un celebre film indiano
In seguito all’udienza, la Corte ha deciso di tenere in custodia Zubair per altri 5 giorni.
Gli attivisti denunciano: libertà di stampa in declino in India
L’arresto del fact-checker arriva in un momento storico per l’India.
Lunedì scorso, infatti, il Primo Ministro indiano ha partecipato al summit del G7 in Germania e ha firmato il “2022 Resilient Democracies Statement“.
In questo documento di 4 pagine, ogni Paese si impegna a “salvaguardare la libertà, l’indipendenza e la diversità degli attori della società civile” e a “proteggere la libertà di espressione e di opinione online e offline“.
L’obiettivo principale è quello di rinforzare la resilienza delle democrazie.
Nonostante ciò, sono in molti a vedere nella vicenda di Zubair il tentativo politico di silenziare un giornalista.
Rana Ayyub, giornalista indiana e musulmana del Washington Post, ha commentato:
Il giornalista Mohammed Zubair, che smentisce quotidianamente fake news e che ha esposto una fabbrica dell’odio in India, è stato arrestato.
Il Paese sta punendo quelli che riportano e documentano il declino dell’India
Allo stesso modo DIGIPUB, il consorzio dei media d’informazione in India, ha dichiarato:
È ingiustificabile che leggi così severe vengano usate come strumenti contro i giornalisti, a cui è stato concesso il ruolo di cane da guardia contro l’uso improprio delle istituzioni dello Stato
Infine, il leader dell’opposizione Rahul Gandhi si è schierato contro la decisione del Primo Ministro Modi.
Ogni persona che espone l’odio, il bigottismo e le bugie del Bharatiya Janata Party è considerato da loro una minaccia.
Arrestare una voce della verità ne farà solo spuntare altre mille
Sono molti gli attivisti che hanno denunciato un grande crollo della libertà di espressione dall’inizio del governo di Modi.
Reporters Whithout Borders, nell’annuale report sulla libertà di stampa nel mondo, ha riportato che l’India è passata dal 142esimo posto al 150esimo nel 2022.
La violenza contro i giornalisti, i media sempre più politicamente schierati e controllati, rappresentano la crisi della libertà di stampa nella democrazia più estesa del mondo
Giulia Calvani