Facebook si trova nuovamente al centro di una bufera. Questa volta il social network di Mark Zuckerberg fa parlare di sé perché avrebbe lanciato un sondaggio in cui era presente una domanda decisamente controversa. Scopriamo insieme cosa è successo.
Il sondaggio e i pedofili
Sul news feed di un ristretto gruppo di utenti Facebook è apparso un messaggio che li invitava a partecipare a un sondaggio. Tra una risposta e l’altra, però, veniva chiesto agli utenti come avrebbero gestito un certo contenuto e se dovesse stare o meno sul social. Il contenuto è il seguente:
un messaggio privato in cui un uomo adulto chiede a una quattordicenne foto sessualmente esplicite.
A far notare questo contenuto increscioso è stato il giornalista del Guardian Jonathan Haynes, che ha pubblicato gli screenshot della domanda sul suo profilo Twitter, che alleghiamo qui di seguito.
And asked this … and I’m like, er wait it making it secret the best Facebook can offer here? Not, y’know, calling the police? pic.twitter.com/t2UZuKalfk
— Jonathan Haynes (@JonathanHaynes) 4 marzo 2018
Facebook: è stato un errore
Qualora sia il caso di specificarlo (e ci auguriamo che non sia così), dovrebbe essere chiaro che non dovrebbero essere gli utenti di Facebook a gestire situazioni simili perché dovrebbe essere scontato che dovrebbero essere comportamenti aspramente condannati e non concessi su nessun social. Dello stesso avviso sembra essere Guy Rosen, vice presidente della gestione del prodotto, che a proposito del quesito ha dichiarato:
Non avrebbe dovuto far parte di questo sondaggio. È stato un errore.
In ogni caso, sempre il Guardian riporta che il sondaggio è stato (giustamente) interrotto. La risposta di Rosen arriva dalla risposta al tweet di Haynes, che trovate qui sotto.
We run surveys to understand how the community thinks about how we set policies. But this kind of activity is and will always be completely unacceptable on FB. We regularly work with authorities if identified. It shouldn’t have been part of this survey. That was a mistake.
— Guy Rosen (@guyro) 4 marzo 2018
Quando l’autocritica non basta
Si sa che i social network vengono ormai (a torto o a ragione) accusati di essere la causa di molti mali della società contemporanea. Facebook sa di non essere perfetto e cerca di fare ciò che può per cercare di migliorarsi, facendo anche autocritica se necessario. È chiaro che Facebook può essere più difficile da gestire per via della sue dimensioni. È altrettanto ovvio che Facebook non appoggerebbe mai la pedofilia. Ciò non toglie che chi si è occupato di inserire la domanda si è limitato a eseguire gli ordini, senza dubbi o spirito critico. Voi che ne pensate di tutta questa faccenda? Fatecelo sapere con un commento.
Davide Camarda