Facebook e i gradi di separazione. Il mondo è veramente piccolo

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I gradi di separazione sono letteralmente “l’unità che indica il numero di passi minimi che in media si devono fare per raggiungere un nodo qualsiasi di una rete (informatica o sociale) partendo da un qualunque altro nodo.(http://www.treccani.it/enciclopedia/grado-di-separazione_(Lessico-del-XXI-Secolo)/

L’idea dei sei gradi di separazione fu proposta per la prima volta nel 1929 in un racconto dall’ungherese Frigyes Karinthy, i primi esperimenti, invece, non iniziarono che negli anni ‘60 ad opera di Stanley Milgram. Condusse il suo primo esperimento nel 1967. La logica dell’esperimento era piuttosto semplice, ma il risultato che ottenne fu stupefacente. Il punto di partenza era la teoria del mondo piccolo, ovvero una teoria che sostiene che tutte le reti complesse presenti in natura sono tali che due qualunque nodi possono essere collegati da un percorso costituito da un numero relativamente piccolo di collegamenti.

Milgram selezionò, in modo casuale, 296 volontari del Midwest e chiese loro di spedire un messaggio ad una persona specifica, un azionista che viveva a Boston, Massachusetts. Ai volontari non era permesso spedire la lettera direttamente al destinatario, salvo che lo conoscessero in prima persona. Dovevano, invece, inviarla ad una persona di loro conoscenza che pensavano potesse conoscere il destinatario finale. L’operazione avrebbe dovuto essere ripetuta fino a giungere nella buca delle lettere dell’azionista di Boston.

Il risultato di questo esperimento fu stupefacente, soprattutto se si considerano i mezzi a disposizione dei partecipanti dell’epoca. Milgram stesso si aspettava almeno un centinaio di intermediari. Ne servirono, in media, tra i cinque e i sette passaggi. L’esperimento di Milgram fu pubblicato in Psychology Today e dall’articolo nacque l’espressione “sei gradi di separazione“.

In un mondo come il nostro, sempre più connesso, il numero di intermediari diminuisce?

È la domanda che si sono posti i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, prendendo come riferimento Facebook. Facebook non è solo l’app che usiamo tutti i giorni. È una piattaforma con 721 milioni di utenti attivi, più del 10% della popolazione mondiale.

Questo significa che i ricercatori sono stati in grado di studiare la questione dei gradi di separazione in una scala nettamente maggiore a quella di Milgram. Una scala globale, si potrebbe dire.

Usando un algoritmo sviluppato dal Laboratory for Web Algorithmics dell’ Università degli Studi di Milano, i ricercatori sono quindi stati in grado di determinare il numero di passaggi necessario per connettere un qualsiasi utente Facebook con un qualsiasi altro utente Facebook.

Considerata la crescita annua di Facebook la distanza media tra due utenti è passata da 5,28 nel 2008 a 4,74 nel 2013. Questo a livello globale. Se invece si considera il livello nazionale, allora, la distanza media scende a 3.

https://www.facebook.com/notes/facebook-data-team/anatomy-of-facebook/10150388519243859

Ma non è questa l’unica cosa interessante emersa dalla ricerca. I dati raccolti mostrano che, in media, l’84% delle connessioni è tra utenti dello stesso stato. È stato inoltre evidenziato che gli utenti tendono ad avere un numero di amici pari al numero di persone del proprio vicinato. Della stessa età, per altro.

Il risultato di questa ricerca è quindi quasi ossimorico. Dimostra che Facebook è in grado di connettere persone che abitano ai poli opposti del mondo, ma, allo stesso tempo mostra una tendenza all’aggregazione tipica delle piccole comunità.

Link alla ricerca :

J. Ugander, B. Karrer, L. Backstrom, C. Marlow, The Anatomy of the Facebook Social Graph, http://arxiv.org/abs/1111.4503

 L. Backstrom, P. Boldi, M. Rosa, J. Ugander, S. Vigna, Four Degrees of Separation, http://arxiv.org/abs/1111.4570

 

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