Facebook acquista start up la Ctrl-Labs, un’azienda che lavora su dispositivi in grado di funzionare tramite gli impulsi del cervello. Si parla di un acquisto che oscilla tra i 500 milioni e il miliardo di dollari
Con cifre da capogiro, ora nel gruppo ricercatori di Facebook, ci sarà una società che realizza dispositivi in grado di effettuare azioni semplicemente con “il proposito”. È così che il social più famoso del mondo, attraverso Mark Zuckerberg, Facebook acquista start up, l’azienda Ctrl-Labs, società che sviluppa sistemi capaci di comandare apparecchiature con il pensiero. La spesa totale non è ancora stata resa nota, ma secondo una fonte di “Cnbc”, l’acquisto vacillerebbe dai 500 milioni, al miliardo di dollari. Un portavoce di Menlo Park, ha comunque parlato di una cifra minore del miliardo. In ogni caso, dopo Instagram e WhatsApp, l’acquisto è stato il più sentito dal 2014, ma secondo rispetto la compravendita di Oculus VR, società specializzata in dispositivi di realtà virtuale. L’azienda va così ad unirsi al team di ricerca Facebook, che dà largo spazio alle possibili innovazioni che il social potrebbe apporre nei prossimi anni.
Cos’è Ctrl-Labs (e cosa realizza)
I promotori dell’azienda, Thomas Reardon e Patrick Kaifosh, hanno fondato il Labs nel 2015, in seguito ad un dottorato in neuroscienze alla Columbia University. Tuttavia, in questi anni, sono in realtà già stati notati da altri, dall’azienda di Alphabet, società che gestisce diversi aspetti tecnologici anche per Google, e ditta simile, la Founders Fund, tra cui Alexa, il veicolo di Amazon. In ogni caso nomi di aziende in cui girano parecchi soldi e sono sempre alla ricerca di novità hardware. Soprattutto a riguardo del bracciale da loro creato che risponde agli impulsi del cervello. Al bracciale non servono supporti ingombranti, né telecamere ma funziona tramite le intenzioni. Piuttosto va a leggere i movimenti e li trasferisce al pc o allo smartphone, senza alcun contatto.
Ma fa di più: può riuscire anche a controllare gli impulsi della mano che possono non avvenire. Sarà il caso di arti superiori bloccati, dove però sussiste l’impulso, senza muovere i muscoli. Il bracciale, come spiegato in breve da Bosworth, vicepresidente responsabile di realtà virtuale e aumentata, registrerà “I neuroni inviano segnali elettrici ai muscoli della mano, ordinando di muoversi in modi specifici per cliccare sul mouse o premere un pulsante. Il braccialetto decodificherà quei segnali e li tradurrà in un segnale digitale che il tuo dispositivo può capire. Cattura le tue intenzioni in modo da poter condividere una foto con un amico usando un movimento impercettibile o anche soltanto con l’intenzione di farlo”.
Sarà stato proprio tramite quest’ultimo che il Ceo di Facebook ha deciso di acquistare la società. La sfida però, non è esattamente quella di veicolare gli impulsi del cervello, bensì trasformare i gesti, come quelli della mano, in un’immagine sullo schermo.
Come verrà utilizzato il bracciale da Facebook?
Ma come potrebbe, Zuckerberg, sfruttare questa caratteristica per il social? Semplicemente, potrebbe perfezionare ed alleggerirne il funzionamento e l’utilizzo. Ad esempio, potrebbe integrare la tecnologia Ctrl (adesso Facebook) con Oculus, magari con mani che diventano controller. Oppure farla combaciare con i software di Oculus degli occhiali intelligenti (che sembrano essere una delle invenzioni su cui il team di ricercatori Fb sia a lavoro). Insomma, con un bracciale e due lenti, si diventerebbe più di un computer, capace di avere una linea più diretta con i social media per chattare, navigare, guardare solo con il pensiero.
Già un paio d’anni fa alcuni ricercatori avevano rivelato come stessero sviluppando e studiando un sistema che permetta alle persone di scrivere col pensiero. Una ricerca che, con questa nuova uscita, potrebbe andare avanti più spedita. Dunque Facebook sta inviando messaggi ultra chiari, vuole investire nella tecnologia, e in tutto quello che concerne (come la Libra) in modo anche da dare l’illusione che la tecnologia non esista. Vuole farlo senza preoccuparsi di distruggere i mercati, come ha sempre fatto. Inoltre, se Mark Zuckerberg ha speso quasi un miliardo, vuol dire che la soluzione è fattibile.
Anna Porcari