Fabio Volo attacca Ariana Grande: “se ti vesti in quel modo è normale che poi ti vogliono solo sdraiare”

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Ieri Fabio Volo, come tutte le mattine, si è trovato ai microfoni di Radio Deejay a condurre il suo programma intitolato “il volo del mattino” ma questa volta, uscito dallo studio, è stato travolto da una bufera mediatica. Durante la trasmissione infatti lo scrittore ci ha tenuto a spendere due parole sul videoclip dell’ultimo singolo di Ariana Grande.

“Ero in palestra, sul tapis roulant, e c’erano dei televisori con questi canali musicali. Ad un certo punto c’è una che si chiama Ariana Grande, bellissima ragazzina… mora… sembra che ha 15 anni. Mentre io corro lei sta a quattro zampe, muove il culo e dice “lo voglio, lo prendo”. Tutto il videoclip era un richiamo sessuale.”




Ariana Grande è una popstar di fama internazionale, ventiduenne, ormai in cima alle classifiche mondiali da diversi anni. Potrebbe essere considerata come la Madonna dei millennials e non solo per il fatto che alcuni dettagli del suo stile, basti pensare all’acconciatura, siano diffusissimi tra le adolescenti ma soprattutto per una certa visione di emancipazione femminile.

Madonna cantava like a virgin negli anni 80 e portava nei televisori delle ragazze di tutto il mondo le immagini di una donna provocante ma anche potente. La popstar si svestiva ed esponeva il suo corpo come merce ma, a differenza di quanto avvenisse nelle immagini pornografiche del tempo, Madonna faceva inginocchiare gli uomini davanti a lei. Da lì in poi tantissime star del pop hanno perseguito la stessa strategia e hanno voluto urlare “sto esponendo il mio corpo perché lo voglio fare io”.

Il messaggio è chiaro: non arrendersi al fatto che il corpo nudo di una donna debba essere fragile, consentendo a chiunque l’accesso, ma fargli piuttosto recuperare la forza. In molti casi quest’esposizione tra l’altro non raggiunge il gusto degli uomini: viene giudicata eccessiva o peggio ancora il corpo della cantante non viene ritenuto all’altezza.

Eppure Fabio Volo sembrerebbe non aver inteso la storia del pop in questo senso. Si è scagliato contro Ariana Grande giustificando il suo maschilismo come “giudizio da papà”. Ai microfoni di Radio Deejay ha criticato soprattutto l’effetto che la cantante potrebbe avere sulle ragazze che la seguono, riportando il tutto alle sue figlie.

“Pensa io padre di due femminucce, invece che di due maschi, che vado a lavoro e faccio le mie cose mentre questa società mi imputtan* la figlia! Le ragazzine fanno i video su Tik Tok e a 9/10 anni muovono la spalla e fanno lo sguardo sexy. Tu sei lì e dici: ma sei scema?”

Stando alle parole che lo scrittore ha pronunciato, sembrerebbe piuttosto preoccupato dal pericolo che performance come quelle di Ariana Grande possano essere imitate da ragazze giovani. A turbare Fabio Volo è il fatto che la nuova generazione possa superare quei limiti di pudore che i 47enni come lui ritengono essenziali per la convivenza sociale. 

“Ma io mi chiedo come possa essere legale che una per cantare una canzone si metta a quattro zampe e dica “lo voglio, lo prendo”.”

Subito dopo la trasmissione, Fabio Volo ha iniziato a subire gli attacchi non solo delle fan di Ariana Grande ma più in generale di molte donne, specialmente giovani. Mentre lui stamane si è limitato a trattare le polemiche come il risultato dell’attaccamento ossessivo di alcune ragazze nei confronti dei propri idoli musicali, il web è esploso.

Anche perché lo scrittore non si è limitato ad insultare la popstar ma ha esteso il suo discorso a tutto l’universo femminile: “Le donne sono come i fiori, in base ai colori e ai profumi attirano un certo tipo di uomo. Se tu hai paura perché sei insicura e quindi esageri con la sessualità attirerai solo gente che ti vuole sdraiare”.

Ciò che si rivendica nella protesta social è la libertà di poter scegliere come mostrare il proprio corpo e quindi quale prima impressione dare al mondo. Forse questo è proprio quello che padri e madri dovrebbero insegnare ai loro figli, ai maschietti al pari delle femminucce di Fabio Volo: esporsi e lottare affinché la libertà dei corpi smetta di essere vittima di certi giudizi.

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