Fabio Panetta: il nuovo timoniere della Banca d’Italia e i suoi predecessori

Fabio Panetta

Da poco è iniziata una nuova era presso la Banca d’Italia, con l’arrivo di Fabio Panetta come governatore. Nel sottile gioco delle successioni e delle carriere nella sfera finanziaria e politica, il suo ingresso richiede un’approfondita riflessione, affacciandoci su un panorama di predecessori che hanno segnato il destino economico del paese.


Lo scorso primo novembre ha segnato un nuovo inizio per la Banca d’Italia, con l’entrata in carica del suo nuovo governatore, Fabio Panetta. Questo avvicendamento avviene dopo un lungo mandato di Ignazio Visco, che ha guidato l’istituzione nel corso degli ultimi anni. Nonostante l’istituzione della Banca Centrale Europea (BCE), la Banca d’Italia rimane una delle istituzioni finanziarie più importanti del paese, e l’ascesa di Panetta richiede una riflessione sulla sua figura alla luce dei suoi predecessori.

La carriera di Panetta presso la Banca d’Italia ha radici profonde, iniziando nel lontano 1985. Nel corso degli anni, ha assunto ruoli di crescente responsabilità, guidando la direzione monetaria e finanziaria e successivamente ricoprendo altre posizioni dirigenziali. Nel 2011, è stato nominato direttore centrale, assumendo l’importante compito di coordinare le attività della Banca d’Italia all’interno dell’eurosistema. L’anno successivo, è diventato uno dei tre vicedirettori che, insieme al direttore generale e al governatore, costituiscono il direttorio di Palazzo Koch.

Panetta ha anche svolto un ruolo di rilievo in organismi economici internazionali e nel 2019 è diventato direttore generale dell’istituto. Tuttavia, dopo meno di un anno, ha abbandonato questa posizione per unirsi al comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, una posizione di estrema importanza data la ristretta composizione dell’organo decisionale.

La sua nomina a governatore della Banca d’Italia è giunta nel luglio dello scorso anno, su proposta della presidente del consiglio Giorgia Meloni e con il successivo decreto del capo dello stato. Questo incarico, come stabilito dalla legge 262/2005, articolo 19 comma 8, ha ufficialmente inizio il primo novembre 2023.

La storia della Banca d’Italia è intrisa di nomi importanti e figure chiave che hanno influenzato la direzione finanziaria del paese. Fin dalla nascita della Repubblica, ci sono stati nove governatori, con una durata media in carica di circa 10 anni. Tuttavia, nel corso degli anni, le norme relative alla durata e al numero massimo di mandati per il governatore sono cambiate. Attualmente, il mandato dura 6 anni ed è rinnovabile una sola volta.

Come Panetta, la maggior parte dei suoi predecessori ha intrapreso una carriera all’interno della Banca d’Italia prima di diventare governatori. Solo due governatori, dal 1945 a oggi, non hanno avuto esperienza come direttori generali o vicedirettori generali a Palazzo Koch. Uno di loro è stato Luigi Einaudi, il primo governatore dopo la caduta del fascismo, mentre l’altro è stato Mario Draghi, che prima di essere nominato governatore era direttore generale del Tesoro presso il Ministero dell’Economia. Tuttavia, il governo Berlusconi preferì Draghi a Vincenzo Desario, che all’epoca era direttore generale della Banca d’Italia.

Il governatore attuale, Ignazio Visco, e il suo predecessore, Antonio Fazio, provengono entrambi dall’alto vertice di Palazzo Koch, sebbene abbiano ricoperto ruoli di vice direttori generali. Questa scelta è stata dettata da diverse ragioni politiche nei rispettivi periodi di nomina.

Nonostante ciò, il governo Meloni non ha scelto il direttore generale in carica, Luigi Federico Signorini, come nuovo governatore. Tuttavia, Panetta non può essere considerato come un “superamento” di Signorini, in quanto ha già ricoperto lo stesso incarico e ha svolto un ruolo di primo piano nel consiglio direttivo della BCE.

Allo stesso modo, solo un altro governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha ricoperto un ruolo nel comitato esecutivo della BCE. Tuttavia, la sua ascesa a presidente della BCE è avvenuta dopo il suo mandato come governatore della Banca d’Italia, a differenza di Panetta.

Nonostante la Banca d’Italia sia considerata un’istituzione indipendente, i suoi legami con il mondo politico sono sempre stati inevitabilmente stretti. Nel corso degli anni, vari governatori hanno assunto incarichi politici, solitamente dopo aver guidato l’istituzione, sfruttando il prestigio acquisito nella loro carriera. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola.

Luigi Einaudi, ad esempio, è stato membro dell’Assemblea Costituente prima di diventare governatore. Guido Carli ha svolto il ruolo di ministro del Commercio Estero nel governo Zoli tra il 1947 e il 1948. Entrambi, dopo il loro mandato alla Banca d’Italia, sono stati eletti senatori della Repubblica. Questi sono stati ruoli di rappresentanza politica, piuttosto che posizioni tecniche o istituzionali.

Va notato che questi casi sono unici, e dopo Einaudi e Carli, nessun altro governatore ha intrapreso carriere politiche simili. È diventata una consuetudine che i governatori rimangano nel loro ruolo tecnico senza affacciarsi alla politica.

I casi di Carlo Azeglio Ciampi e Mario Draghi rappresentano eccezioni notevoli. Entrambi sono diventati presidenti del Consiglio in momenti critici, anche se le circostanze erano diverse. Ciampi, dopo il suo mandato, ha ricoperto la carica di ministro in due governi politici, ma rimanendo nell’ambito del Ministero del Tesoro e del Bilancio. Questa esperienza ha contribuito alla sua nomina come Presidente della Repubblica. Draghi, invece, è stato recentemente coinvolto in politica, ma in una capacità diversa da quella dei suoi predecessori, assumendo il ruolo di Primo Ministro.

Questi precedenti non implicano che Panetta debba necessariamente intraprendere una carriera politica. Tuttavia, quando si assume la carica di governatore della Banca d’Italia, si accetta implicitamente di essere una sorta di “riserva della Repubblica.”

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