Lo studio pubblicato ieri su Nature retrocede di circa centomila anni, portandola a trecentomila anni fa la comparsa dell’homo sapiens moderno, ma non è il cambio di data in se che rende le conclusioni del breve articolo una rivoluzione nello studio dell’evoluzione umana.
Nota a margine: per brevità spesso viene abbreviato in homo sapiens, ma potreste trovare anche la nomenclatura homo sapiens sapiens parlando della nostra specie, considerando l’uomo anatomicamente moderno una sottospecie dell’homo sapiens, precisazione ormai poco interessante perchè le altre sottospecie di sapiens sono estinte e non hanno dato origine ad altre specie, ma ho voluto precisare perchè da qualche parte potreste trovare scritto che l’homo sapiens si è evoluto a partire da date anche anteriori, dipende da quanto allargate la definizione di homo sapiens, ma su questo tornerò tra poco.
I fossili trovati nel sito archeologico di Jebel Irhoud (una caverna vicino Sidi Moktar, 100 km ad ovest di Marrakesh in Marocco) , conosciuto fin dal 1960, retrodatano la nascita dell’uomo moderno, ma non è l’unica informazione interessante che ci danno su di lui.
Evoluzione umana: l’origine panafricana dell’homo sapiens
I resti più antichi di homo sapiens (o sapiens sapiens) conosciuti prima di questi di Jebel Irhoud risalgono a 195 mila anni fa e sono stati trovati nel sito di Omo Kibish, vicino il fiume Omo, in Etiopia. Dunque i resti di Jebel Irhoud che per la precisione sono stati datati (col metodo della termoluminiscenza) a 315 mila anni fa (±34 mila), non solo retrodatano la comparsa dell’uomo moderno, ma dimostrano che già nelle prime fasi della sua evoluzione non possiamo indicarne un solo punto di origine in Africa, notizia non meno significativa della data, tanto che il titolo scelto dagli autori della lettera è “New fossils from Jebel Irhoud, Morocco and the pan-African origin of Homo sapiens” .
Lettera vuol dire che si tratta di un articolo scientifico breve, che richiede un numero limitato di parole, di fonti citate e una sola immagine o grafico.
Evoluzione umana: la dieta dell’homo sapiens
Altre importanti informazioni sui nostri progenitori che ci vengono da Jebel Irhoud riguardano la dieta, sono state ritrovate grandi quantità di ossa di gazzelle, pare che ne facessero scorpacciate, ma anche ossa di zebre, bufali, resti di molluschi ed ostriche. Tutto questo con buona pace dei nazivegani che vorrebbero l’uomo primitivo vegetariano.
In realtà l’uomo consuma la carne come preziosa fonte di proteine da prima che imparasse a cuocerla, anche se con difficoltà a digerirne alcune parti, non appena abbiamo imparato a cuocerla per renderla più digeribile il consumo di carne è aumentato e parallelamente aumentò la salute e la longevità degli uomini primitivi. Occorre ricordare che anche specie umane precedenti all’homo sapiens sapevano usare il fuoco?
Evoluzione umana: cosa davvero ci dicono i resti di Jebel Irhoud
Torniamo indietro, fate tesoro delle informazioni che vi ho dato ma cancellate la frase “primi homo sapiens”, o meglio mettiamola in prospettiva. I teschi di Jebel Irhoud sono davvero identici a quelli di un uomo moderno? No ci sono delle piccole differenze, in aree chiave della scatola cranica, che suggeriscono avessero un cervello più piccolo. In realtà se riuniste i maggiori studiosi mondiali di evoluzione umana non avreste una risposta univoca su cosa è homo sapiens e cosa no a proposito di molti resti fossili, perchè l’evoluzione è un processo graduale e neanche lineare visto che esistono i rami morti.
Quindi il significato della ricerca non è che abbiamo scoperto che l’homo sapiens è emerso 300 mila anni fa in Africa nord occidentale invece che 200 mila anni fa in quella centro-orientale, il significato è che la favoletta di individuare una culla, un giardino dell’eden limitato geograficamente è appunto una favoletta, se c’è un giardino dell’eden della razza umana è tutta l’Africa e vuol dire pure che diventa ancora più difficile individuare una unica specie homo che sia nella scala evolutiva il gradino immediatamente precedente da cui il sapiens si sarebbe sviluppato.
Roberto Todini