E se Cenerentola con comode sneakers avesse offerto da bere al principe, invece che farsi cercare per il reame da un mancato commesso di Primadonna? Se la sirenetta fosse una Federica Pellegrini provvista di coda con una passione da medaglia olimpica? Le principesse Disney da Biancaneve a Merida e l’evoluzione del ruolo delle donne attraverso la lente del ventunesimo secolo.
Una vita da favola
E vissero per sempre felici e contenti. Quante volte sarà capitato di sentire da bambini questa frase come atto finale dei cartoni più amati? Uno stato di beatitudine generale e perenne, sicuramente invidiabile ma poco corrispondente alla realtà. Se si va a vedere come raggiungere questa terra promessa la trama è ricorrente e l’evoluzione del ruolo delle donne protagoniste standard. In tutte le favole tradizionali (messe in scena dalla cara vecchia Disney) l’unica felicità possibile, il solo obiettivo per dare un senso alla propria esistenza, sembra per le figure femminili il matrimonio.
Stilizzazione del ruolo delle donne
Il momento centrale del cortometraggio è l’arrivo dell’uomo in calzamaglia sul suo cavallo bianco, il quale risolve tutti i problemi alla ragazza sprovveduta e ristabilisce l’ordine delle cose. Che la protagonista sia una principessa, una contadina o una creatura mitologica marina viene rappresentata sempre sciocca e poco perspicace, incapace di affrontare le difficoltà senza l’intervento salvifico del maschio alfa di turno. Insomma una donna immagine in versione cartone animato, perfettamente rispondente al prototipo di bella e aggraziata ma stupida e incompleta.
Evoluzione del ruolo della donna in Italia
Grazie all’evoluzione del ruolo delle donne, le critiche che oggi possono essere sollevate a questi personaggi sono tante; il punto di vista cambia se si guarda al periodo in cui sono nati. Per citare alcuni tra gli esempi più celebri: Biancaneve, che con la capostipite Eva condivide il frutto proibito, risale al 1937, Cenerentola al 1950 mentre la Bella Addormentata nel bosco al 1959. La condizione della donna dello scorso secolo rispecchia l’immagine evocata dalla Disney. Per quanto profondamente evoluta rispetto all’800, almeno fino alla metà del 900 tante erano ancora le disparità esistenti tra i due sessi. Dipendenti economicamente dal nucleo originario senza alcuna possibilità di emanciparsi, conducevano una vita finalizzata all’accasamento. La figura femminile era sintesi di moglie e madre, votata alla casa e alla vita famigliare. I ruoli erano nettamente separati anche nelle scuole. Molte materie non erano considerate roba adatta al genere femminile ed erano sostituite dall’apprendimento di altre abilità, più utili al ruolo di signora della casa.
Considerate predisposte alle lingue, alla moda e al turismo interi settori erano preclusi al così detto “gentil sesso”. Docili e mansuete si riteneva mancassero del carisma necessario per molte professioni in primis scientifiche, inadatte a una mente vista come irrazionale e fragile, ma non solo.
E in America?
La realtà femminile del ventesimo secolo non era molto diversa in America, Paese natale delle celebri principesse, da quella del Bel Paese. Basti pensare che prima degli anni ’70 le donne non potevano avere un autonomo conto in banca. Dovevano fare esclusivo affidamento su quello del marito o di altro parente di sesso maschile per ogni operazione economica. Erano escluse dalla carriera forense e dai corpi militari non consoni evidentemente al ruolo a cui venivano destinate. Negli Stati Uniti D’America era molto sentito (e per certi versi lo è ancora oggi) il concetto di famiglia con un ruolo di assoluta centralità della madre, al quale quest’ultima doveva votarsi integralmente.
Sovrane non attuali ma coerenti
Le storiche principesse animate rappresentano proprio questa visione ideale. Magre, bellissime con una voce angelica e grandi occhi da cerbiatto perfette come statue del Canova. Immagini stilnovistiche di donne inesistenti plasmate esclusivamente da uomini. Evidente è infatti l’assoluta mancanza di esponenti femminili tra i nomi degli autori e registi che collaborarono alla creazione di questi cult dell’intrattenimento infantile. Gli studi di produzione non erano il luogo “naturale” per le donne. Si trattava proprio di una di quelle professioni considerate di alto profilo di esclusivo dominio maschile.
La civiltà e il progresso, una conquista alla volta con piccoli e grandi traguardi per la storia del mondo, hanno portato un’evoluzione del ruolo delle donne significativo anche se non totale. Il divario è ancora marcato ma, ricordando il punto di partenza, si consolida la speranza che la strada per l’uguaglianza possa essere percorsa con successo.
Le nuove principesse figlie della modernità
Guardando alle nuove pellicole per ragazzi si percepisce subito la differenza tra vecchie e nuove generazioni. Le nuove protagoniste dei piccoli e grandi schermi hanno ereditato ben poco dalle loro note antenate. In barba alla principessa del mare che rinuncia alla sua bella coda verde a causa un’infatuazione per il giovane e sconosciuto Eric, entra in scena Merida. Futura regina di Scozia che con la sirena più famosa di tutti i tempi condivide solo la folta chioma rossa e gli occhi color del cielo. Manca un uomo al suo fianco, Merida non lo cerca anzi lo sfugge. Dice nel film “lotterò per la mia stessa mano”, contrastando la volontà del padre che vorrebbe trovarle a tutti i costi un buon partito. Assenti quasi completamente figure maschili importanti, analizzate solo di profilo. Si da spazio al mondo femminile. Forte e coraggiosa combattente per indole assomiglia di più a Moana, principessa polinesiana.
Anche in Oceania manca non solo un marito ma anche qualsiasi riferimento alla vita di coppia. Moana combatte e salva il suo popolo, della calzamaglia del principe non sa proprio cosa farsene.
Nella lista è giusto includere anche Rapunzel. Qui è presente la storia d’amore ma i ruoli si invertono, la ragazza trova un compagno ma sarà lei a salvare entrambi.
Come dimenticare poi Elsa regina del ghiaccio? Questa donna affronta insidie di vario genere ma non per sposare il principe e fuggire dalla malvagia matrigna. Il viaggio è fisico ma anche interiore, al termine del quale non avrà conquistato il cuore di un uomo ma il proprio accettando se stessa.
Al passo con i tempi
Il nuovo secolo lascia il segno anche nel panorama destinato ai più piccoli, l’evoluzione del ruolo delle donne si coglie dalla caratterizzazione delle protagoniste di nuovi mondi animati. Non solo grazia e bellezza ma coraggio e forza sono le parole chiavi. Non è escluso che anche per le nuove nate arrivi l’amore ma questo non le definisce o completa. Merida, Vaiana, Rapunzel ed Elsa sono eroine di se stesse e uniche protagoniste della loro storia.
Sofia Margiotta