La notizia arriva dalla Washington State University, è stato pubblicato su Journal of Ethnobiology uno studio sull’evoluzione del rapporto uomo cane.
Il dato forse più sorprendente scoperto dall’autore principale, il dottorando Jaime Chambers, insieme ai collaboratori è che c’è stata un’influenza di genere nel rinsaldarsi di questo rapporto, pare che il miglior amico dell’uomo diventasse veramente tale quando era miglior amico delle donne.
Come sempre cerco di essere il più schematico e chiaro possibile, innanzitutto di che tipo di studio si è trattato?
La premessa da fare è che il ruolo che il cane ha nella moderna civiltà occidentale è insignificantemente breve nel quadro della storia dell’umanità e del lungo rapporto col cane.
La storia della co-evoluzione di uomini e cani è la storia di un rapporto di vantaggi reciproci che si rinsaldava quando i vantaggi per gli uomini aumentavano.
Curiosamente non ci sono studi su questo argomento ma gli autori hanno trovato molte fonti a cui attingere per i dati, sono stati trovati dati raccolti da 844 etnografi sull’osservazione di 144 società tradizionali conducenti vite a livello di sussistenza utili per avere la percezione dell’evoluzione del rapporto uomo cane.
Riassumendo si è scoperto che il clima ha giocato un ruolo determinate in questo rapporto e che altrettanto hanno fatto le donne, così come l’attività della caccia (a differenza della pastorizia).
Andiamo per ordine:
_ clima: il cane è un animale energeticamente poco efficiente con un’alta temperatura corporea che al caldo si surriscalda facilmente, risultando quindi meno utile all’uomo che in climi più freddi;
_ donne: è stato osservato che laddove le donne erano più coinvolte coi cani la loro utilità all’uomo aumentava con quanto ne derivava, personalizzazione dell’animale, abitudine di dargli un nome, di trattarlo come “uno di famiglia”, fino a piangerne la perdita;
_ caccia: in quelle società dove la caccia è una importante attività di sussistenza è stato osservato lo stretto rapporto con i cani che seguivano l’uomo nella caccia;
_ pastorizia: si è notato invece che laddove con lo sviluppo di agricoltura e pastorizia la caccia perdeva di importanza i rapporti tra uomo e cane si raffreddavano. Sembrerebbe dunque smentita la convinzione che la pastorizia favorisse questo legame, probabilmente la spiegazione è che essenzialmente i cani pastori operano da soli, mentre il rapporto quotidiano tra uomo cacciatore e il suo compagno a quattro zampe è molto più stretto.
Un’altra cosa interessante affermata dai ricercatori è che uomo e cane si sono scelti a vicenda. Finora abbiamo parlato dell’utilità del cane per l’uomo, ma i benefici sono mutui, sarebbe errata la convinzione che tutto nasca esclusivamente dall’uomo che avrebbe preso dei cuccioli di lupo per allevarli per sua utilità. Sarebbero stati invece (anche) gli animali che cominciarono ad avvicinarsi all’uomo e a seguirlo dappertutto trovando benefici nel rapporto.
Roberto Todini