Una nuova visione dell’evoluzione dalle scimmie è stata proposta da scienziati dell’Università del Missouri grazie allo studio di un osso del bacino di una scimmia vissuta dieci milioni di anni fa.
La ricerca pubblicata su Journal of Human Evolution è stata effettuata sui resti di una scimmia appartenente al genere Rudapithecus, la specie in questione è conosciuta come Rudapithecus Hungaricus perché il fossile è stato trovato vicino Rudabánya una cittadina in Ungheria.
L’osso del bacino è uno degli ossi più informativi dell’intero scheletro, purtroppo è anche di quelli che meno facilmente si conservano, si tratta quindi di un fossile molto raro.
Ma cosa ha rivelato lo studio del bacino del Rudapithecus? Che questa grande scimmia, a differenza delle moderne grandi scimmie africane, possedeva una parte inferiore della schiena lunga e flessibile, questa caratteristica che lo accomuna a noi umani gli avrebbe potuto permettere quando scendeva a terra di alzarsi e stare in equilibrio con una certa facilità su due zampe.
Allora ricapitoliamo: il Rudapithecus malgrado sia stato trovato in Europa era una scimmia imparentata con le scimmie africane, ce lo dicono altri ritrovamenti di denti e altre parti dello scheletro, viveva prevalentemente sugli alberi spostandosi da ramo a ramo come le scimmie africane, ma il suo bacino ci dice che è probabile che scendendo a terra potesse alzarsi in posizione eretta, invece le scimmie africane odierne a causa del corpo massiccio hanno un bacino lungo e una parte bassa della schiena corta e non flessibile e questo le porta a stare a quattro zampe.
Il Rudapithecus (ricordiamo che stiamo parlando di ben 10 milioni di anni fa, molto prima dell’Austrolopiteco africano) è un antenato comune sia nostro che delle scimmie moderne, finora noi avevamo un’idea dell’evoluzione umana in cui a un certo punto un ominide ha conquistato la posizione eretta (come nella foto), ma se la posizione eretta fosse stata (seppur non per tutto il tempo) una caratteristica già presente nelle scimmie da cui ci siamo evoluti forse la domanda che si dovrebbero porre i paleontologi non è perché i nostri antenati a un certo punto si alzarono su due zampe, ma perché avessero smesso di scendere su quattro.
Dal punto di vista puramente tecnico riguardante lo scheletro questa evoluzione da scimmie con un bacino e una parte bassa dalla schiena molto diversa da quella delle moderne scimmie africane è molto più lineare, richiede una trasformazione meno radicale.
Roberto Todini