Evan Gershkovich è libero: giornalista scomodo o pedina geopolitica?

Evan Gershkovich è libero

Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal accusato di spionaggio e imprigionato in Russia, è stato liberato in uno scambio di prigionieri.
Ora, vuole denunciare pubblicamente ciò che ha vissuto

Il reporter Evan Gershkovich è libero, insieme ad altri detenuti a Mosca – tra cui l’ex marine Paul Whelan e il giornalista Alsu Kurmasheva –, grazie a quello che sembra essere il più grande scambio di prigionieri tra USA e Russia dai tempi della Guerra Fredda.

Il 30 marzo 2023, a Ekaterinburg, le forze dell’ordine russe prelevarono Gershkovich da un bistrot locale, e lo arrestarono con l’accusa di essere una spia reclutata dalla CIA.
Per la Russia, si tratta del primo giornalista ad essere arrestato e accusato di spionaggio dai tempi della guerra fredda.

Dopo un’odissea geopolitica di quasi 500 giorni, Evan Gershkovich è libero. Ma non è mai stato chiarito il vero motivo dietro il suo arresto.
Un reportage scomodo sulle armi e sulla guerra in Russia? Le sue indagini sul gruppo Wagner e sulle difficoltà economiche dovute alle sanzioni? Oppure, è stato usato come pedina in gioco geopolitico molto più grande?

Il caso “top secret” del giornalista che voleva raccontare la Russia

Evan Gershkovich, 32enne statunitense, lavora come corrispondente per il Wall Street Journal.
Figlio di esuli ebrei scappati dall’URSS, nasce e cresce nel New Jersey.

Nonostante ciò, non abbandona mai le sue radici russe. Ha una grande passione per la lingua (che parla fluentemente), la cultura e gli usi e costumi del Paese.
Dopo aver lavorato alcuni mesi al New York Times, decide di utilizzare la sua conoscenza della Russia per raccontare uno dei Paesi più difficili al mondo per il giornalismo.
Viene quindi assunto al Moscow Times, ricevendo persino diversi premi.

Scrive di problemi ambientali, come gli incendi boschivi che devastarono la regione della Yakutia. Di minoranze linguistiche, reparti Covid.
Alla fine del 2021, fa domanda di assunzione al Wall Street Journal, per il quale comincia a lavorare come corrispondente estero. accreditato presso il ministero degli Esteri russo.

A quel punto, però, la Russia è sul punto di invadere l’Ucraina.
Gershkovich è il primo giornalista americano a posizionarsi al confine tra Russia e Bielorussia, documentando i primi feriti della guerra. Nel frattempo, però, le condizioni geopolitiche stavano diventando molto sfavorevoli per la posizione di un giornalista statunitense in Russia.
La sua identità diventa sospetta, mentre descrive la città di Mosca  come “caotica e in preda alla criminalità“. Comincia a essere seguito e filmato durante i suoi reportage da agenti di sicurezza russi, e le sue fonti vengono minacciate.

Il 29 marzo 2023, Evan Gershkovich entra in uno steakhouse a Ekaterinburg (200 km da Mosca). Poche ore dopo, i suoi colleghi cercano di mettersi in contatto con lui, ma il giornalista risulta scomparso.




Secondo un vago post su Telegram, degli agenti di sicurezza avevano prelevato da un bistrot di Ekaterinburg un commensale con il cappuccio alzato.
La mattina dopo, un articolo dell’agenzia di stampa statale russa dichiara che Gershkovich è stato arrestato e accusato di spionaggio dal Servizio di Sicurezza Federale, l’FSB (ex KGB). In particolare, alcuni agenti in borghese lo hanno prelevato dal locale coprendogli il volto con un maglione, per poi caricarlo su un van.
Secondo le accuse, il giornalista stava lavorando per conto della CIA, raccogliendo informazioni sull’attività di una delle più grandi aziende produttrici di carri armati, la Uràlvagonzavod.

Trattandosi di informazioni che riguardano segreti di Stato, il caso del giornalista statunitense viene definito “top secret” e il processo si tiene a porte chiuse.
Gershkovich, appoggiato dalla sua redazione e dal governo USA, nega le accuse. Secondo l’amministrazione Biden, il giornalista è “un ostaggio” e “una pedina in un gioco geopolitico più ampio“.
Secondo alcuni siti di notizie indipendenti, il giornalista stava lavorando a un articolo sul Gruppo Wagner e sul rallentamento dell’economia russa a causa delle sanzioni occidentali. Nel frattempo, girava di città in città per comprendere l’atteggiamento della popolazione civile verso la guerra, le sanzioni e il Gruppo Wagner.

Pur in assenza di prove concrete, Gershkovich viene condannato a 16 anni di carcere duro nella prigione zarista di Lefortovo. Qui, trascorreva 23 ore al giorno in una cella di 3 metri per 4 che condivideva con un altro prigioniero, con a disposizione solo un’ora di camminata in uno dei cortili delle dimensioni di una cella.

Il suo arresto, la cui notizia fece il giro del mondo, ha contribuito a rimettere in dubbio la possibilità, per giornalisti e studiosi, di raccontare la Russia dall’interno. Non a caso, infatti, quasi tutti i giornalisti occidentali hanno abbandonato la Russia proprio dopo la condanna di Gershkovitch.

Evan Gershkovich è libero: una questione di scambi di pedine?

L’arresto di Evan Gershkovich avviene durante un periodo di alta tensione diplomatica tra USA e Russia.

Nel febbraio del 2022, la campionessa di basket femminile Brittney Griner era stata arrestata in Russia con l’accusa di possesso e contrabbando di sostanze stupefacenti. Per la sua liberazione, venne messo in atto uno scambio di prigionieri. E l’8 dicembre 2022, in cambio di Griner, gli USA rilasciarono il trafficante d’armi russo Viktor Bout.

Successivamente, nel marzo 2023, un cittadino russo venne arrestato a Washington D.C. con le accuse di spionaggio, frode bancaria, telematica e in materia di visti. Allo stesso tempo, l’agente del FSB Vadim Krasikov sta scontando l’ergastolo in Germania, per l’omicidio di un separatista ceceno nel 2019.
Perciò, come dichiarò il coordinatore strategico del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, l’arresto di Gershkovich poteva rappresentare una forma di ritorsione.

Secondo fonti anonime del Guardian, Krasikov era al centro delle discussioni tra il Cremlino e la Casa Bianca, e Putin era “maniacale nel riaverlo“.

Putin era diventato maniacale nel riavere Krasikov, voleva davvero, davvero Krasikov.
Era un simbolo che non abbandoniamo il nostro popolo. Ha ucciso qualcuno per noi e vogliamo che persone come loro sappiano che si combatterà per riaverlo

Il dibattito per i negoziati, che a quel punto avrebbe dovuto includere anche Alexei Navalny, subì una battuta d’arresto con la morte del dissidente russo.
Il consigliere per la sicurezza nazionale degli USA, Jake Sullivan, ha affermato che avrebbe dovuto far parte di uno scambio a tre, per il rilascio di Gershkovich e la scarcerazione di Krasikov.
A quel punto, Sullivan telefonò alla madre di Gershkovich per dirle che avrebbe trovato un’altra strada per concludere l’accordo.

Dopo mesi di negoziati, grazie anche agli sforzi della famiglia Gershkowich, che ha personalmente fatto pressioni su Biden e sul cancelliere tedesco Scholz, si è arrivati allo scambio. Tramite il quale, oggi, Evan Gershkovich è libero.
I dettagli sono stati commentati da Biden dopo l’arrivo del giornalista negli Stati Uniti.

Oggi, 3 cittadini americani e un titolare di green card americano ingiustamente imprigionati in Russia tornano a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L’accordo che ha garantito la loro libertà è stato un’impresa diplomatica.
In totale, abbiamo negoziato il rilascio di 16 persone dalla Russia, tra cui 5 tedeschi e 7 cittadini russi che erano prigionieri politici nel loro stesso Paese. Alcune di queste donne e uomini sono stati ingiustamente trattenuti per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili.
Oggi la loro agonia è finita

Dall’altra parte, Vadim Krasikov è tornato in Russia, insieme a una decina di uomini arrestati con l’accusa di spionaggio negli USA e in alcuni Paesi alleati, tra cui Norvegia, Slovenia e Polonia.

Evan Gershkovich è libero: ora vuole aiutare altri prigionieri politici

Oggi Evan Gershkovich è libero, e dice di “sentirsi bene“. Inoltre, si è detto molto felice di aver incontrato alcuni dissidenti russi tra i prigionieri liberati insieme a lui. E nei prossimi tempi vorrebbe poterli aiutare.

C’è una cosa che vorrei dire. E’ stato bello salire su quell’autobus oggi e vedere non solo americani e tedeschi, ma anche prigionieri politici russi.

Ho trascorso un mese in prigione a Ekaterinburg, dove tutti quelli con cui mi sono seduto erano prigionieri politici. Nessuno li conosce pubblicamente, hanno varie convinzioni politiche, non sono tutti legati ai sostenitori di Navalny, che tutti conoscono. Mi piacerebbe potenzialmente vedere se possiamo fare qualcosa anche per loro. Mi piacerebbe parlarne con le persone nelle prossime settimane e mesi

Ad oggi, non è chiaro se Gershkovich sia stato arrestato a causa di un suo reportage o per essere utilizzato come pedina di scambio in uno scacchiere geopolitico.
Tuttavia, Biden ha assicurato che tali scambi di prigionieri non rappresentano un incoraggiamento per regimi ostili a rapire o imprigionare altri americani innocenti.

Giulia Calvani

Exit mobile version