EURO2016 – Islanda agli ottavi: la classe operaia va in paradiso

Dopo il giro di boa della fine dei gironi, ci eravamo forse rassegnati a vedere una battaglia tra le nazionali di sempre per la conquista del trofeo del vecchio continente. Il torneo era già cominciato orfano della sempre presente Olanda, e con la formazione italiana in condizioni disastrose, ci eravamo abituati all’idea di vedere una lotta tra Germania e Spagna (con la Francia outsider).

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Eccoci alla fine degli ottavi di finale con grandi sorprese. Gli azzurri di Antonio Conte chiudono primi il girone, c’è una Spagna opaca, una Germania sottotono e una Francia fortunata. Ma come tutti i tornei che si rispettano ci sono sempre le sorprese. E quest’anno sono due, Galles e Islanda. Entrambe le nazionali partecipano per la prima volta agli europei e dimostrano di essere tutto il contrario di una squadra materasso. Ma mentre il Galles scende in campo con una formazione più che buona (tra le sue fila vi è Gareth Bale, meglio conosciuto come Mister 100 milioni), è l’Islanda a sorprendere. La nazionale islandese riesce a guadagnare una storica qualificazione a Euro 2016, dopo quasi un secolo di oblio calcistico dettato da una cultura decisamente lontana da questo sport.

Oggi, il sito Eurosport.it ha pubblicato le modalità di selezione dei propri giocatori.

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Fa riflettere come i soldi sembrano una variabile indipendente del sistema. Cuore, grinta, gambe e tanto coraggio. Queste componenti sono bastate all’Islanda per qualificarsi per gli ottavi di finale.

Ieri, prima dell’incontro con la favoritissima Inghilterrsa di Hogdson, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul passaggio del loro turno, e invece, succede l’impensabile. Complice anche una irriconoscibile Inghilterra e delle scelte tecniche abbastanza discutibili. E allora, l’Islanda vola ai quarti. Proprio così, è tra le prime 8 nazionali più forti d’Europa. Nel turno successivo incontrerà i padroni di casa della Francia, candidati alla vittoria finale, ma gli islandesi non hanno paura.

La classe operaia va in paradiso, dunque, e dopo la favola del Leicester campione d’Inghilterra, eccone un’altra, a testimonianza che nel calcio i soldi e non bastano. Serve ben altro.

Un grande plauso a questi ragazzi, perché fanno vedere il lato pulito del calcio, quello che vogliamo vedere sempre.

Michael Floris

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