Contro la Svezia, la rivincita dell’Italia e dell’oriundo Eder, il giocatore più criticato della rappresentativa azzurra
Nella seconda sfida di questi Europei di Francia 2016, l’Italia sfida la Svezia di Zlatan Ibrahimovic, che in Portogallo nel 2004 ci eliminò con il celebre gol di tacco, seguito dal “biscotto” con la Danimarca.
Antonio Conte, consapevole di essere a soli tre punti dalla qualificazione agli ottavi, conferma la coppia Eder e Pellé in attacco e apporta un solo cambio rispetto alla partita con il Belgio, Alessandro Florenzi per Matteo Darmian.
Fatto sta che la partita è terribilmente piatta, pochissimi tiri in porta, quasi nessuna emozione. Gli azzurri non spingono, impacciati e timorosi, e gli svedesi, seppure giocando con più spregiudicatezza, non riescono a pungere, affidandosi interamente all’estro di Ibrahimovic. Il fuoriclasse del PSG nel secondo tempo sbaglia un gol incredibile calciando alle stalle a pochi centimetri dalla porta (in ogni caso è fuorigioco).
A due minuti dal 90esimo, quando entrambe le squadre sembrano ormai rassegnate a un pareggio indolore, Simone Zaza (entrato al posto dello spento Pellé) gioca una grande sponda di testa per Eder che prende palla, entra in aria dribblando due avversari e insacca alle spalle del portiere con un tiro forte e preciso. Un gol straordinario (il terzo per lui in maglia azzurra) che fa ricredere tutti gli scettici che avevano criticato le scelte del CT: se Conte ha portato Eder in Francia è proprio perché sa che l’attaccante italo-brasiliano è capace di giocate come questa.
L’Italia resiste fino al triplice fischio, ottiene la qualificazione con una gara d’anticipo e, soprattutto, a ormai 12 anni di distanza, si vendica del biscotto svedese.