Arriva notizia dal British medical journal di uno studio osservazionale condotto su un vasto campione di donne britanniche che mostra una relazione tra età della menopausa e dieta, alcuni cibi sembrano affrettarla altri procrastinarla.
Urgono due premesse, la prima per chiarire che significa studio osservazionale, significa che i ricercatori si limitano ad osservare quello che avviene nella realtà, non intervengono nell’esperimento ad esempio introducendo un farmaco, né partono da una tesi per provarla scientificamente (questo semmai si farà negli studi successivi che scaturiscono da uno studio osservazionale), osservano dei fatti e fanno delle ipotesi sulle cause, magari appoggiandosi a studi precedenti.
La seconda è che l’età in cui si va in menopausa ha un’importanza per le politiche di salute pubblica che va ben oltre il periodo di fertilità, ci sono delle patologie a cui le donne sono molto più soggette se la menopausa arriva presto (ad esempio l’osteoporosi) ed altre la cui incidenza aumenta se questa ritarda (ad esempio il cancro del seno, delle ovaie e dell’utero).
Lo studio ha osservato per un periodo di quattro anni ben 14000 donne, le donne non erano state reclutate da questi ricercatori ma facevano parte della addirittura 35000 “arruolate” in un grande studio sulla salute femminile di donne di Inghilterra, Scozia e Galles, le partecipanti con età dai 35 ai 69 anni. Alcune di queste donne sono andate in menopausa naturalmente (la menopausa può essere anche provocata da patologie od incidenti) nel periodo di riferimento, per la precisione 914 e sui dati forniti da queste è stata effettuata l’analisi.
L’età media dell‘inizio della menopausa è risultata di 51 anni e alcuni cibi (le donne hanno fornito informazioni sulla propria dieta) sembrano ritardarla o anticiparla.
In particolare la menopausa sembra ritardata dal consumo di pesci grassi (pesce azzurro ma anche salmone, trota e maccarello) e legumi (in particolare piselli e fagioli) mentre sembra che gli zuccheri complessi, cioè i carboidrati, riso e pasta, la anticipino, così come gli snack salati.
Come ho anticipato questo tipo di studi si limita ad osservare un fatto, non ne spiega il meccanismo scientifico, ma basandosi su quello che già si sa (studi precedenti) si possono fare ipotesi (da verificare con ulteriori studi) per spiegare quanto riscontrato, tanto i grassi del pesce (contengono i famosi omega 3) che i legumi hanno proprietà antiossidanti ed è provato che la maturazione e il rilascio delle uova sono influenzate in maniera negativa dai ROS (specie reattive dell’ossigeno) un tipo di radicali liberi.
Per quel che riguarda l’effetto opposto sappiamo che i carboidrati aumentando il rischio di insulino-resistenza interferiscono con l’attività degli ormoni sessuali e aumentano il livello di estrogeni, questo può portare a incrementare il numero di cicli mestruali e quindi a consumare prima la riserva di uova, che come è noto non è illimitata.
Roberto Todini