Si estrae troppa sabbia secondo il Marine Sand Watch

Una minaccia crescente per gli ecosistemi marini e l'essere umano

Estrazione di sabbia marina

L’incessante estrazione di sabbia marina mette a rischio l’ambiente, causando danni irreparabili agli habitat marini. È cruciale estrarre sabbia marina in modo più sostenibile per preservare la salute del nostro pianeta.

Il rapporto del Marine Sand Watch

Quando pensiamo alle risorse naturali in pericolo, la sabbia marina di solito non ci viene in mente. Tuttavia, un nuovo rapporto del Marine Sand Watch mette in evidenza l’impatto devastante dell’estrazione di sabbia marina sull’ambiente. Questa piattaforma innovativa, sviluppata da GRID-Geneva e parte del United Nations Environment Programme (Unep), ha rivelato che il dragaggio marino minaccia la biodiversità e le comunità costiere, scavando una quantità giornaliera di sabbia che potrebbe essere contenuta in oltre un milione di camion.

Estrazione di sabbia marina: una minaccia inarrestabile

Il Marine Sand Watch, utilizzando segnali dell’Automatic Identification System (AIS) e intelligenza artificiale, ha scoperto che l’estrazione di sabbia marina, essenziale per diverse costruzioni, sta mettendo a repentaglio la biodiversità e le comunità costiere. Nello specifico, ha scoperto che nell’ultimo decennio abbiamo estratto in media più di 6 miliardi di tonnelate di sabbia marina ogni anno.

Nonostante l’efficacia della piattaforma nel tracciare attività su larga scala, non riesce ancora a individuare le attività minerarie artigianali e a piccola scala lungo le coste poco profonde, rappresentando una lacuna significativa nei dati.

L’estrazione di sabbia marina ha impatti sull’ambiente ma serve al contempo a costruire turbine eoliche

L’estrazione di sabbia marina, alimentata dalla crescente richiesta per la costruzione di difese costiere e le infrastrutture energetiche offshore, è cruciale per mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, questa pratica suscita serie preoccupazioni ambientali.

La sabbia, fondamentale per la costruzione di turbine eoliche, è estratta in quantità che minacciano gli ecosistemi marini e costieri. Questa attività può distruggere habitat vitali, compromettere la biodiversità marina e generare torbidità dell’acqua, danneggiando organismi che dipendono dalla limpidità delle acque marine. Inoltre, l’estrazione altera la distribuzione dei nutrienti e contribuisce all’inquinamento acustico, disturbando la vita marina.

La riduzione della disponibilità di sabbia può anche intensificare l’erosione delle coste, aumentando la vulnerabilità delle aree costiere alle maree e alle tempeste.

Cos’è successo in Cina, Uganda e altri paesi a causa del dragaggio massiccio di sabbia marina?

Paesi come la Cina, che rappresenta il 58% della domanda globale di sabbia ed estrae una notevole quantità di sabbia, stanno affrontando una crisi. L’espansione delle infrastrutture post-pandemia ha alimentato la richiesta di sabbia, portando a pratiche illegali e impatti ambientali devastanti. L’estrazione in Cina ha già causato la perdita di spiagge e minacciato la biodiversità marina.

L’Africa non è rimasta immune al dragaggio marino. In Uganda, l’estrazione illegale sta destabilizzando l’ecosistema, minando la pesca e l’agricoltura. In Marocco e Ghana, l’estrazione illegale di sabbia sta provocando erosione costiera e minaccia settori cruciali come il turismo. In Zimbabwe, la povertà spinge a scavi illegali, creando buchi ambientali e problemi di accesso alle strade.

L’estrazione di sabbia marina tra impatti ambientali e le possibili soluzioni contro quest’ultimi

L’estrazione di sabbia marina svolge un ruolo cruciale nello sviluppo delle energie rinnovabili, alimentando la costruzione di turbine eoliche in mare e impianti energetici ad onde marine. Tuttavia, la sua importanza si scontra con le gravi minacce ambientali che essa comporta, come evidenziato nel rapporto Sand e Sustainability 2022.

Il documento sottolinea la mancanza di consapevolezza delle sfide legate all’estrazione di sabbia marina da parte dei governi, delle istituzioni finanziarie e del settore edilizio. Nonostante l’estrazione di sabbia marina sia diventata una risorsa strategica per lo sviluppo economico, la resilienza climatica e gli ecosistemi, la sua estrazione presenta rischi significativi. Il rapporto avverte che la domanda di sabbia aumenterà con la crescita demografica, la migrazione da rurali a urbani e la necessità di infrastrutture legate allo sviluppo e agli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici.



Il rapporto evidenzia inoltre che una gestione non attenta dell’estrazione di sabbia marina può avere impatti ambientali e sociali significativi, ostacolando lo sviluppo futuro e generando più costi che benefici. Propone quindi una trasformazione nella governance e nella gestione delle risorse di sabbia, sottolineando l’importanza di affrontare la sostenibilità ambientale insieme a considerazioni di giustizia, equità, tecnica, economia e politica.

Inoltre, per rendere la gestione delle risorse di estrazione di sabbia marina giusta, sostenibile e responsabile, è necessario promuovere l’efficienza delle risorse e lavorare verso l’economia circolare, ripristinare gli ecosistemi degradati dalle attività di estrazione e compensare le perdite rimanenti.

Conclusioni

il rapporto del Marine Sand Watch offre uno sguardo allarmante sull’impatto ambientale dell’estrazione di sabbia marina, sottolineando la sua rilevanza cruciale per progetti di difesa costiera ed energie rinnovabili. Tuttavia, la rapida crescita di tale pratica mette a rischio la biodiversità e le comunità costiere. Paesi come la Cina e l’Uganda già hanno affrontato crisi causate da estrazioni di notevoli quantità di sabbia. Il rapporto propone una trasformazione nella governance e nella gestione delle risorse di sabbia, sottolineando l’urgenza di un approccio sostenibile e responsabile per evitare impatti irreversibili sull’ambiente e sulla società.

Nicola Scaramuzzi

Exit mobile version