Tra il 20 e il 21 febbraio, l’Alta Corte inglese deciderà se estradare Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, negli USA, dove rischia una condanna a 175 di carcere.
Cresce la tensione per il destino del giornalista e della libertà di stampa
Si avvicina l’estradizione di Assange, 51enne giornalista e fondatore di WikiLeaks, detenuto da quasi 5 anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra.
In condizioni di salute psicofisica sempre più precarie, attende di conoscere la decisione delle autorità inglesi sulla domanda di estradizione degli USA.
In merito a ciò – dopo un lungo susseguirsi di udienze e appelli – tra il 20 e il 21 febbraio l’Alta Corte inglese si pronuncerà in maniera definitiva. Avrà quindi luogo il tanto atteso quanto temuto Day X (così ribattezzato durante la campagna per la liberazione) che segnerà la fine del dibattimento nel Regno Unito.
A quel punto, infatti, saranno esaurite tutte le possibilità di ricorso in UK, e l’estradizione potrebbe attivarsi entro pochi giorni (se non addirittura il giorno stesso). Se così dovesse essere, Julian Assange sarà processato negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni per aver pubblicato documenti riservati riguardanti crimini di guerra nei conflitti in Afghanistan e Iraq.
Nel frattempo, in tutto il mondo, supporters e attivisti si stanno organizzando con eventi e manifestazioni per chiedere che Assange sia liberato, e che sia fatta giustizia su un caso che è stato più volte definito “il più grande processo alla libertà di stampa del 21esimo secolo“. Il quale, tutt’ora, è caratterizzato da molti aspetti poco chiari.
Relatrice ONU: “interrogativi sui diritti umani”
In merito alla possibile estradizione di Assange, la Relatrice Speciale ONU sulla Tortura, Alice Jill Edwards, si è espressa contrariamente. In precedenza, anche l’ex Relatore Nils Melzer aveva parlato del caso, definendolo “un enorme scandalo che rappresenta il fallimento dello stato di diritto in Occidente“.
Julian Assange soffre di un disturbo depressivo di lunga data e ricorrente. Viene valutato come a rischio di suicidio. Negli Stati Uniti deve affrontare numerose accuse, anche ai sensi dell’Espionage Act del 1917, per presunte pubblicazioni illegali di cablogrammi e documenti diplomatici e di altro tipo tramite WikiLeaks.
Il rischio di essere messo in isolamento prolungato, nonostante il suo precario stato di salute mentale, e di ricevere una condanna potenzialmente sproporzionata, solleva interrogativi sul fatto che l’estradizione del signor Assange negli Stati Uniti sia compatibile con gli obblighi internazionali del Regno Unito in materia di diritti umani, in particolare ai sensi dell’articolo 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Così come i rispettivi articoli 3 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo
All’interno della campagna per la liberazione, gli aspetti legali della vicenda sono spesso discussi dall’avvocata e moglie di Assange, Stella Moris. Infatti, proprio in questi giorni, ha pubblicato l’elenco di argomenti legali della difesa, chiarendo all’opinione pubblica i motivi per cui l’estradizione dovrebbe essere vietata.
- L’estradizione per opinioni politiche non è consentita: Assange è perseguito per aver denunciato la criminalità del governo statunitense. Le opinioni politiche di Assange sono ampiamente basate sull’importanza della trasparenza
- Il diritto penale può essere esteso in modo imprevedibile e senza precedenti (art. 7 CEDU): è la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un editore viene perseguito per aver ottenuto o pubblicato (e non divulgato) segreti di Stato americani. I redattori dell’Espionage Act non intendevano far rientrare gli editori nel suo ambito di applicazione
- Grave violazione del diritto di libera espressione (art.10 ECHR): La pubblicazione di segreti di Stato può svolgere un ruolo vitale in una società democratica. L’accusa contro Assange criminalizza pratiche giornalistiche essenziali e impone una pena sproporzionata
- Non potrà ricevere la protezione del Primo Emendamento: Gli Stati Uniti hanno dichiarato che al processo Assange non otterrà la protezione del Primo Emendamento (tutela della libertà di parola) in quanto non è cittadino statunitense, ma australiano
- Non ci sono garanzie di un processo equo (art.6 EHCR): La giuria sarà composta da persone legate alle agenzie di sicurezza nazionale e agli appaltatori del governo degli Stati Uniti, e quindi probabilmente pregiudizievoli nei confronti di Julian Assange. Saranno anche sensibili ai commenti pubblici fatti dal Presidente degli Stati Uniti e dal Direttore della CIA, che inficiano la presunzione di innocenza. Lo spionaggio dei suoi avvocati e la rimozione illegale dei documenti legali di Julian Assange dall’ambasciata ecuadoregna non offrono alcuna prospettiva di un processo equo
- Il Trattato di Estradizione UK-USA vieta le estradizioni per motivi politici (art 4(1) del Trattato e art.5 CEDU): i reati di cui Assange è accusato sono tutti “reati politici puri” e pertanto sono vietati all’estradizione
- Nuove prove sui piani statunitensi per rapire/consegnare/assassinare Assange (art. 2-3 CEDU): la CIA ha pianificato di rapire e assassinare Assange. Estradarlo significherebbe consegnarlo proprio nelle mani di coloro che hanno complottato per assassinarlo
- Rischio di esposizione alla pena di morte: in base agli stessi fatti denunciati nella richiesta di estradizione, Julian Assange può essere incriminato in base alle disposizioni della legge sullo spionaggio che prevedono la pena di morte
Alla luce di questi aspetti, la Relatrice Edwards ha lanciato un appello al Regno Unito.
Chiedo al governo del Regno Unito di esaminare attentamente l’ordine di estradizione del signor Assange, al fine di garantire il pieno rispetto del divieto assoluto e inderogabile di respingimento alla tortura e ad altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti e di adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute fisica e mentale del signor Assange
“Ha intenzione di uccidersi”, i rischi per la vita di Assange
A dirigere la campagna per la liberazione di Julian Assange è soprattutto la moglie, Stella Moris. Conosciuta durante l’asilo politico nell’ambasciata dell’Ecuador, il giornalista ha sposato Stella tra le pareti del carcere di Belmarsh, nel marzo 2022. La coppia ha anche due figli (Max, 5 anni, e Gabriel, 7 anni) che non hanno mai visto il padre, se non durante gli orari di visita della prigione.
Mi batto per la liberazione di Julian Assange perché è mio marito e voglio che venga a casa da me e dai nostri figli. Ma soprattutto perché ritengo la sua voce di intellettuale e giornalista necessaria. Oggi più che mai
La famiglia ha la possibilità di riunirsi intorno a un tavolo nell’area visitatori del carcere, una o due volte alla settimana. Ma, se l’estradizione dovesse effettuarsi, Assange sarebbe isolato per tutto il periodo di detenzione.
Una volta che sarà scomparso nel sistema carcerario degli Stati Uniti, non ho idea di quanto sarò in grado di parlargli. Potrebbe trattarsi di una telefonata di mezz’ora al mese. Questa è una tortura
Inoltre, come ha spiegato la moglie, l’imminenza dell’estradizione potrebbe portarlo a togliersi la vita.
Se verrà estradato negli Stati Uniti, le condizioni a cui sarà sottoposto saranno oppressive. Mi ha detto che ha intenzione di uccidersi se venisse estradato.
Stiamo parlando di spingere una persona a togliersi la vita
Secondo gli specialisti che hanno fatto visita a Julian Assange, tra cui il team di Nils Melzer, tale prospettiva è ancora più realistica se le si aggiungono il grave deterioramento della sua salute – dovuto alle continue torture psicologiche e ai trattamenti “disumani” a cui è sottoposto – e la diagnosi di disturbo dello spettro autistico.
Nel corso degli ultimi nove anni, il signor Assange è stato esposto ad abusi persistenti e progressivamente gravi che vanno dalla sistematica persecuzione giudiziaria e dalla reclusione arbitraria nell’ambasciata ecuadoriana, al suo isolamento oppressivo, alle molestie e alla sorveglianza all’interno dell’ambasciata, e al deliberato ridicolo collettivo, agli insulti e alle umiliazioni, all’aperta istigazione alla violenza e persino ai ripetuti appelli per il suo assassinio.
Gli è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico, che è stato associato a una maggiore tendenza a rimuginare sul suicidio.
E’ l’imminenza dell’estradizione e/o un’estradizione vera e propria che farà scattare il tentativo, a mio avviso. Nascerà direttamente dalla sua depressione clinica, esacerbata dalla sua sindrome d’ansia e dal suo disturbo da stress post-traumatico. Ed eseguito con la determinazione risoluta tipica del disturbo dello spettro autistico
Estradizione di Assange: cosa rischia la libertà di stampa
Il 20-21 febbraio non si deciderà solo sul futuro di Julian Assange, ma anche sul futuro del giornalismo d’inchiesta.
La campagna per la libertà di Assange è sostenuta da Amnesty International, dall’Unione nazionale dei giornalisti, da Reporter senza frontiere e quasi tutti i sindacati dei diritti civili, della libertà di stampa e dei giornalisti del mondo. Ma anche da membri di ogni calibro e schieramento delle Nazioni Unite, dell’UE, politici in USA, UK, Australia, e persino da alcuni Capi di Stato (tra cui Messico, Brasile, Bolivia e Argentina).
Come ha dichiarato John Rees, uno dei promotori della campagna Free Assange, si tratta infatti di uno dei casi più importanti del 21esimo secolo.
Gli Stati Uniti stanno cercando di condannare Julian Assange in base alla legge sullo spionaggio del 1917. Se la faranno franca, saranno riusciti a ridefinire il giornalismo come spionaggio. Ogni giornalista sarà intimidito. Tutti i giornali e le emittenti avvertiranno una forte pressione in caso trovassero o pubblicassero materiale che si dimostri critico nei confronti del governo, per paura di essere perseguiti o incarcerati. Questo è il più importante caso di libertà di stampa del XXI secolo e dobbiamo assicurarci di non perdere nessuna libertà faticosamente conquistata
A pochi giorni dall’udienza, organizzazioni e attivisti da tutto il mondo – Free Assange Italia nel nostro Paese – stanno organizzando manifestazioni e incontri per sollevare l’opinione pubblica e cercare di fermare l’estradizione di Assange.
Per la sua vita, ma anche in nome della democrazia, della trasparenza e della libera stampa.